Difficile non osservare il declino inesorabile della Francia in Africa. Come sappiamo la Cina è diventato il primo partner commerciale del continente (con l’eccezione del Sudan, del Niger, del Senegal e della Tunisia). Per dare un’idea precisa al lettore basti pensare che la Francia ha ormai il 7% della quota di mercato. Un calo drastico se pensiamo che nel 2000 era al 15%. La Germania almeno a partire dal 2018 è diventata il primo fornitore europeo dell’Africa. E che dire del fatto che proprio nel giugno del 2022 il Togo e il Gabon sono diventati membri del Commonwealth?
In occasione del voto dell’Onu relativo alla condanna della guerra in Ucraina, la Francia non ha ottenuto il sostegno di gran parte di quei Paesi che un tempo facevano parte della sua zona di influenza. E che dire del fallimento in Mali e della diffusione sempre più ampia e capillare del sentimento antifrancese? Come giudicare l’accordo di cooperazione di sicurezza tra il Camerun e Mosca siglato il 12 aprile? Come giudicare la presenza sempre più pervasiva del gruppo Wagner nel Mali?
Gran parte delle sue ex colonie considerano la presenza della Francia a livello economico come una presenza di tipo neoliberale e quindi scarsamente credibile. E il sostegno della Francia a regimi autoritari? Il presidente francese ha legittimato il suo omologo camerunese Paul Biya Che che sta al potere da quarant’anni e che è stato rieletto grazie a un’ampia quanto capillare corruzione. Il Camerun infatti è considerato una delle nazioni più corrotte a livello mondiale, nazione nella quale gli abusi della polizia e dell’esercito sono la norma. Ma naturalmente il regime autoritario del Camerun favorisce gli interessi del franco Cfa e quindi va tutelato. È comprensibile che la Francia abbia condannato l’invasione russa in Ucraina; nello stesso tempo tuttavia Parigi ha anche promosso una collaborazione sempre più stretta con l’Arabia Saudita. Un sistema politico, quello saudita, che certo non può definirsi ispirato ai sacri valori della democrazia.
Ma l’ascesa e il declino delle potenze è una costante della storia, così come è altrettanto evidente la stridente contraddizione tra i valori che ispirano le nostre democrazie e il sostegno economico, politico e militare che queste hanno dato – e danno – ai regimi autoritari non solo in Africa ma anche in America latina. Francia inclusa.
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