Il recente dialogo marittimo Francia-India è un fondamentale indicatore geopolitico per comprendere sempre più chiaramente il ruolo centrale dell’Indo-Pacifico sia per la Francia che per l’India.
In primo luogo la sinergia tra Francia e India sarà sempre più indispensabile allo scopo di limitare o contenere la proiezione di potenza cinese dell’Indo-Pacifico e soprattutto allo scopo di attuare scelte di politica estera comuni anche a causa delle sempre più incerte scelte fatte da Washington in questo contesto geopolitico.
In secondo luogo, la Francia ha una presenza storica nella regione. Parigi ha molti territori d’oltremare nella regione indo-pacifica, con una popolazione di oltre 1,6 milioni e una rilevante presenza militare. Non deve destare alcuna sorpresa il fatto che i due paesi facciano esercitazioni militari congiunte e che stiano pianificando di rafforzare questa partnership. D’altronde la rilevanza del legame tra India e Francia la possiamo agevolmente evincere sia dalla visita di Macron in India nel marzo del 2018, quando ha firmato un accordo relativo allo scambio e alla protezione reciproca delle informazioni classificate, sia dalla storica collaborazione nel contesto aeronautico.
A tale proposito è bene tenere presente che il 23 settembre 2016 Parigi era riuscita a firmare un rilevante contratto per esportare in India i cacciabombardieri Dassault Rafale, siglando una partnership tra il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, e il suo omologo indiano, Manohar Parrikar, per un valore di 7,8 miliardi di euro, contratto che ha avuto uno sbocco pratico nella cerimonia che si è svolta presso lo stabilimento Dassault di Bordeaux-Mérignac. La Francia ha consegnato il 10 ottobre il primo dei 36 caccia ordinati nel contratto firmato nel 2016.
Indipendentemente da questo specifico contratto non dobbiamo dimenticare che la presenza francese in India dal punto di vista degli investimenti militari è ben consolidata per la presenza dello stabilimento di produzione Dassault Reliance JV (Dral) a Nagpur, ma anche per un centro di ingegneria a Pune e per la Dassault Skill Academy. Vi sono poi altre industrie militari francesi e cioè a Thales, a Nagpure e a Safran, con la struttura a Hyderabad.
La sinergia tra i due paesi è iniziata nel 1953, e da allora ha permesso alla Francia di consolidare il suo export di armamenti; il contratto del 2016 consente da un lato la modernizzazione della India Air Force e dall’altro lato permette in qualche misura di compensare il divario in campo militare sia con il Pakistan che con la Cina. Questa non solo ha contribuito a modernizzare le forze armate pakistane, ma si serve di Islamabad per la sua proiezione di potenza in Asia Meridionale.
In terzo luogo nel contesto del dialogo Shangri-La all’inizio di quest’anno tenutosi a Singapore, il ministro della Difesa francese ha osservato che la Francia non intende rinunciare ad una politica volta a salvaguardare i suoi interessi strategici nel Mar Cinese Meridionale proprio in funzione di contenimento anticinese.
Per quanto riguarda l’India, questa ha rilevanti interessi petroliferi nel Mar Cinese Meridionale da quando la compagnia petrolifera statale indiana, Ongc, ha trivellato petrolio al largo delle coste del Vietnam, operazione questa che è stata resa difficoltosa dalla presenza cinese; inoltre Nuova Delhi ha legami economici crescenti con i paesi dell’Asia orientale come il Giappone e la Corea del Sud. Allo stesso tempo, Nuova Delhi ha mostrato un maggiore interesse per le Comore, il Madagascar, le Mauritius, la Mayotte, le Seychelles, ecc., contesti geopolitici questi che hanno una storica rilevanza anche per la Francia.
Oltretutto gli snodi marittimi sono importanti per per la sicurezza dell’India, poiché i terroristi pakistani hanno utilizzato proprio una rotta marittima per organizzare gli attacchi terroristici di Mumbai del novembre del 2008.