Partiamo dai recenti fatti di politica economica. Il Turkey Wealth Fund (TWF) e la China Export and Credit Insurance Corporation (Sinosure) hanno siglato un protocollo d’intesa per promuovere la cooperazione bilaterale in ambito economico e, più precisamente, nei settori dell’energia, petrolchimico e minerario. Non vi è alcun dubbio che questo protocollo consoliderà la proiezione di potenza della Belt and Road Initiative.



Per quanto riguarda il fondo sovrano turco, questo costituisce indubbiamente il braccio strategico di investimento del paese. Infatti è presente in 13 società in otto settori strategici, tra cui la compagnia di bandiera nazionale Turkish Airlines (THY), Ziraat Bank, Halkbank, Borsa Istanbul Stock Exchange (BIST), Turkish Post and Telegraph Organization (PTT), Petroleum Pipeline Company (BOTAŞ), Turkish Petroleum Corporation (TPAO).



Per quanto concerne Sinosure, questa è una compagnia assicurativa finanziata dallo stato cinese e orientata con il compito di promuovere il commercio estero della Cina e la cooperazione economica internazionale. È insomma l’agenzia ufficiale di credito all’esportazione (ECA) del governo cinese. Infatti sin dalla sua istituzione nel 2001 Sinosure ha registrato un’eccezionale crescita di anno in anno facilitando il finanziamento di numerosi progetti strategici in tutto il mondo.

Questo accordo bilaterale a livello geopolitico conferma da un lato il consolidamento della strategia turca in Asia e dall’altro lato il rafforzamento dell’alleanza sino-turca.



In primo luogo da parte della Turchia sono stati fatti ingenti investimenti volti a collegare l’Asia centrale all’Anatolia attraverso una serie di infrastrutture, ferroviarie e portuali sul Mar Caspio ed energetiche attraverso il Kazakistan fino alla Cina, con lo scopo di rafforzare il ruolo di hub energetico della Turchia. Infatti il paese mediorientale è fondamentale per il passaggio dell’energia caspica diretta verso l’Europa attraverso l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan che sta contribuendo a far sì che l’Europa possa ridurre la propria dipendenza dalla Russia.

In secondo luogo da parte della Turchia è stato fatto un altro passo avanti verso una maggiore sinergia con l’Asia, che consiste sia nell’aver accettato armamenti provenienti dalla Russia, nonostante la Turchia sia il pilastro orientale della Nato sin dal 1952, sia nell’incremento del commercio con la Cina, che è andato via via crescendo a partire dal 2007. A tale proposito basterà fare due esempi: la Industrial and Commerce Bank of China nel 2015 ha acquistato la Tekstilbank, mentre il produttore di telefonia ZTE ha acquistato quasi il 50% di Turk Telekom.

In terzo luogo, per quanto concerne la Cina, il 9 agosto Bloomberg News ha riferito che la banca centrale cinese aveva trasferito fondi per 1 miliardo di dollari in Turchia a giugno, e ciò certamente costituisce il più consistente finanziamento cinese per il presidente Recep Tayyip Erdogan.

La Cina, dunque, sta contribuendo a sostenere la Turchia con 3,6 miliardi di dollari in finanziamenti per progetti infrastrutturali, sfruttando il conflitto di Ankara con Washington per espandere la sua Belt and Road Initiative nel paese chiave che collega l’Asia con l’Europa. Infatti la Cina ritiene che la sua iniziativa Belt and Road le consentirà di assimilare i popoli turchi dell’Asia centrale nella sua sfera di influenza economica.