Fase altamente magmatica della geopolitica, preparatoria per lo scontro egemonico. L’impero americano sta per ridefinire suo impegno, che non può essere disperso su più fronti (Pacifico, Ucraina, Medio oriente). Il sempre più probabile avvicendamento tra democratici e repubblicani alla Casa Bianca nel 2024 porterà a uno spostamento del focus strategico sull’Iran, donde le continue condanne al regime, e sulla Cina, unico Paese in grado di attentare all’egemonia statunitense, tentando forse un accomodamento con la Russia, dopo aver tentato di indebolirla. Del resto gli anglosassoni, figli delle idee di Mackinder, di Homer Lea, di Mahan e di Spykman, non hanno mai combattuto una guerra egemonica senza la Russia alleata, sulla quale è stata scaricata, sia nella Prima sia nella Seconda guerra mondiale, una parte consistente dello sforzo bellico tedesco (Stalin lo sapeva e posizionò i decisivi kombinat nel cuore dell’Heartland russo), tantomeno hanno combattuto una guerra su due fronti, in questo caso contro Russia e Cina contemporaneamente.



Proprio le mosse della Germania, cuore geografico dell’Europa, oltre che suo motore economico, da sempre un “magnete” per l’area baltico-anseatica, danubiana, balcanica e perfino per il Nord Italia, meritano di essere seguite. Il poderoso sviluppo tedesco dagli inizi del duemila in poi si è sorretto anche e soprattutto sulla disponibilità di energia a prezzi contenuti, merito anche del gas proveniente dalla Russia, oltre che sulla disponibilità di lavoro a prezzi più contenuti per effetto delle riforme Hartz (con notevoli contraddizioni). Dal 2022 la Germania vive una fase di ri-militarizzazione e si è detta disponibile a integrare e forse anche a sostituire gli Stati Uniti nel sostegno all’Ucraina.



In parallelo, la Francia, forte – quando le serve – del Trattato del Quirinale che la proietta su tutta la penisola italiana, e forte di una sempre più stretta alleanza con Arabia Saudita e Grecia, prenderà in carico il Mediterraneo, tentando di contenere l’Iran e soprattutto l’esuberanza di Ankara, Paese che vanta il secondo esercito della Nato, oltre che un’industria, civile e non solo, di prim’ordine. In entrambi i Paesi le pulsioni militariste verranno rinforzate dalla sempre più probabile vittoria delle destre, Le Pen in Francia e Alternative für Deutschland in Germania.

In sostanza, verrebbe a definirsi un sistema offensivo-difensivo o di contenimento nuovo e alternativo rispetto alla Nato, destinato a impegnare Russia e Iran (e Turchia) nel quadrante del “Mediterraneo allargato”, mentre gli Stati Uniti possono dedicarsi alla Cina, rinsaldando l’alleanza con l’India, mentre il Pakistan, un tempo alleato di ferro di Londra, è virato verso la Cina. Francia e Germania si dissanguano per guerre che non sono di loro competenza o nel loro interesse, Iran e Russia sono comunque impegnate, senza potersi saldare alla Cina. Il tutto per la gioia di Washington e per il suo interesse, non certo quello dell’Europa, che però non esiste come fattore geopolitico e nemmeno più come motore economico del mondo.



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