L’INSTC (International North-South Transport Corridor), è una rete multimodale lunga 7.200 km, composta da navi, treni e strade, che consente di trasportare merci tra India, Iran, Azerbaijan, Russia, Asia centrale ed Europa. La sua principale finalità è quella di incrementare la connettività a livello commerciale tra alcuni fra i principali centri nevralgici del commercio e cioè Bombay, Mosca, Teheran, Baku, Bandar Abbas, Astrakhan, Bandar-e Anzali. L’importanza di questa rete multimediale è stata legittimata dall’accordo di Achgabat, un accordo di trasporto multimodale firmato da India (2018), Oman (2011), Iran (2011), Turkmenistan (2011), Uzbekistan (2011) e Kazakistan (2015), al fine di creare un corridoio internazionale di trasporto e transito che faciliti il trasporto di merci tra l’Asia centrale e il Golfo Persico. Questo itinerario è operativo dal 2018.
Difficile non sottolineare la rilevanza economica di questo corridoio che incrocia la Via della Seta terrestre collegando la Cina all’Europa. Uno degli aspetti interessanti di questo nuovo corridoio è che questa infrastruttura permetterà a Paesi come il Turkmenistan e il Kazakistan di esportare in Medio Oriente o in India, nonché via terra in Europa. Tutto ciò determinerà un cambiamento di grande rilevanza a livello economico. Infatti i tassi di crescita dei Paesi su entrambi i lati del corridoio certamente vedranno un aumento enorme che probabilmente durerà per decenni. Non dimentichiamoci che con una popolazione regionale complessiva di 2 miliardi di abitanti, la crescita potrebbe addirittura essere più grande di quella della Cina.
Non sembri paradossale che l’attuale guerra tra la Russia e l’Ucraina abbia di fatto sottolineato l’importanza di questa corridoio. La Russia, infatti, è stata in grado di esportare in Cina grazie all’infrastruttura esistente e di conseguenza oggi la Cina sta traendo enorme vantaggio da questa infrastruttura, soprattutto perché lo scambio fra i due Paesi avviene in renminbi. Una delle conseguenze di questo scambio commerciale è certamente il fatto che la Russia stia accumulando rilevanti riserve valutarie che utilizzerà poi in un secondo momento per importare dalla Cina i beni che prima acquistava prevalentemente in Europa.
Ma esiste un secondo vantaggio che la Russia certamente ricaverà da questa infrastruttura: questo vantaggio consiste nella realizzazione di una nuova rotta commerciale verso sud attraverso il Mar Caspio, l’Iran e l’India. Ebbene l’attuale guerra con l’Ucraina pone in essere questa rotta commerciale anche grazie all’accordo che è stato siglato tra la Russia, l’Iran e l’India nel 2000. Insomma attraverso l’INSTC – che potrebbe alla fine estendersi alla Turchia, all’Arabia Saudita e agli altri Stati del Golfo, all’Africa e, infine, al Sudest asiatico – la Russia potrebbe costruire una nuova rete commerciale che finirebbe per consolidare le sue relazioni con la Cina.
Inoltre, con la Russia secondo esportatore mondiale di petrolio, che vende le sue esportazioni di petrolio nelle valute locali della Cina e dell’India, primo e terzo importatore di petrolio, l’Arabia Saudita si troverà in una situazione impossibile. Sempre di più il regno saudita sarà costretto a iniziare a vendere il suo petrolio nelle valute dei suoi clienti. E ciò potrebbe essere all’origine di un gravissimo problema che, sul piano storico, era già presente: stiamo alludendo al bilancio della sterlina degli anni dopo il 1945, quando finì per essere eclissata come valuta di riserva. Ebbene il consolidamento a lungo termine di questa infrastruttura potrebbe determinare una situazione analoga per il dollaro.
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