In un’epoca segnata da conflitti persistenti, l’industria militare israeliana e le iniziative della Fondazione Leonardo acquisiscono sfumature complesse, specialmente alla luce dell’attuale conflitto a Gaza. Sebbene entrambe le entità incarnino il progresso tecnologico e l’innovazione, è imperativo interrogarsi sulle implicazioni etiche della loro operatività in contesti di guerra. L’industria militare israeliana, con il suo imponente sviluppo tecnologico in ambito difensivo, si trova al centro di un dibattito critico quando le sue applicazioni diventano strumenti in un teatro di guerra come Gaza. Le tecnologie avanzate, pur essendo cruciali per la sicurezza nazionale, sollevano questioni morali legate al loro impiego in conflitti che vedono coinvolte popolazioni civili. Il rischio è che l’efficacia tecnologica offuschi le necessarie considerazioni sull’impatto umanitario e sul diritto internazionale. Parallelamente, la Fondazione Leonardo, pur non essendo direttamente coinvolta nel contesto di Gaza, rappresenta l’altro lato della medaglia dell’innovazione tecnologica applicata alla difesa. Questa fondazione mette in luce come la ricerca e lo sviluppo in settori critici possano servire sia scopi civili sia militari, portando con sé il dovere di riflettere sull’uso responsabile delle tecnologie.
Negli ultimi decenni, il commercio di sistemi militari tra l’Italia e Israele ha registrato una significativa crescita. I colossi dell’industria della difesa dei due Paesi hanno avviato programmi congiunti di produzione e persino fusioni di capitali, investendo cifre considerevoli per rafforzare la loro presenza sul mercato globale. Il valore complessivo degli scambi supera i 90 milioni di euro, includendo armamenti semiautomatici, missili, sistemi di puntamento e dispositivi per il camuffamento, secondo quanto riferisce Giorgio Beretta dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e sulle Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia. Nel dettaglio, nel 2019, le autorizzazioni per esportazioni nella categoria ML2, che include armi da fuoco, obici, cannoni, mortai, armi anticarro, lanciagranate e lanciafiamme, hanno raggiunto i 17,5 milioni di euro. Tuttavia, la specificità dei materiali esportati rimane poco chiara a causa della scarsa trasparenza nelle comunicazioni governative. Nello stesso periodo l’Italia ha importato da Israele materiali e sistemi militari per un valore di circa 150 milioni di euro. Tra le aziende italiane che hanno beneficiato dell’export verso Israele ci sono Leonardo SM, oltre a ASE Aerospace, CABI Cattaneo, Fimac, Forgital, Leat, Mecart MES, OMA Officine, Sicamb e Teckne. Un’importante operazione risale al 2012, quando Israele ha acquistato 30 aerei da addestramento M-346 “Master”, prodotti da Leonardo/Fine Mechanics; questi velivoli sono stati assegnati all’escadron “Flying Tigers” dell’Aeronautica militare per preparare i piloti ai caccia di nuova generazione, ma sono stati impiegati anche in attacchi al suolo. Leonardo (attraverso la controllata OTO Melara della Spezia) ha inoltre fornito alla Marina militare israeliana i cannoni navali 76/62 Super Rapid, capaci di sparare fino a 120 colpi al minuto, equipaggiando le nuove corvette classe “Saar 6” impiegate recentemente per operazioni nel Mar Mediterraneo.
Questi sistemi, utilizzati fin dal 1973, testimoniano la lunga storia di collaborazione militare tra i due Paesi. Nel maggio 2020, Leonardo ha stretto un accordo con Rafael Advanced Defense Systems Ltd per acquisire tecnologie avanzate per i nuovi aerei leggeri M-346FA, inclusi i sistemi Litening-5 e RecceLite per la ricerca di bersagli con intelligenza artificiale. Successivamente, a fine 2021, Israele ha completato l’acquisto di 12 elicotteri AW119Kx “Koala” da Leonardo, comprendente anche la fornitura di simulatori di volo e supporto per vent’anni. Un’ulteriore collaborazione tra Leonardo DRS e Rafael ha portato alla fornitura di tecnologie avanzate per i carri armati Abrams M1A1/A2 dell’Esercito e dei Marines statunitensi, con un contratto del valore di 80 milioni di dollari. Il sistema Trophy APS, prodotto da Rafael, offre protezione dai razzi e missili grazie a un radar avanzato e proiettili speciali, ed è stato installato su diverse piattaforme militari israeliane. Infine, nel giugno 2022, Leonardo DRS ha annunciato una fusione con RADA Electronic Industries, specializzata in radar militari e sistemi di sorveglianza, puntando a espandere la propria offerta in ambito di difesa aerea e protezione delle forze. Questa operazione mira a rafforzare la presenza nel mercato della difesa, con un occhio di riguardo verso le esigenze del Pentagono e la domanda internazionale di tecnologie avanzate per la guerra moderna.
Nel marzo 2023, l’Institute for National Security Studies (INSS), un’istituzione accademica specializzata in difesa e sicurezza collegata all’Università di Tel Aviv, e la Fondazione Leonardo Med-Or, creata dalla omonima conglomerata di industrie militari, hanno firmato un memorandum d’intesa per dare il via a iniziative di ricerca condivise focalizzate sulla geopolitica e la sicurezza nella regione del Mediterraneo allargato. Questa collaborazione mira principalmente alla realizzazione di eventi e seminari, sia in Italia che in Israele, su argomenti relativi alla politica estera, alla difesa e alla sicurezza, oltre allo sviluppo di programmi di scambio per i ricercatori affiliati sia all’INSS che alla Fondazione e l’istituzione di borse di studio finanziarie da Leonardo per studenti israeliani iscritti a master in università italiane. Fondato nel 1977 come Centro per Studi Strategici presso l’Università di Tel Aviv, l’INSS ha fornito analisi cruciali sulle questioni militari, strategiche, sul terrorismo, sui conflitti a bassa intensità, sulle spese militari nella regione mediorientale, sulla guerra cibernetica e altri temi rilevanti per le autorità governative di Israele.
L’istituto è noto anche per organizzare conferenze e incontri che vedono la partecipazione di leader politici e capi delle forze armate, inclusa una conferenza annuale su Cybersecurity e Intelligence. Ex generali come Aharon Yariv e Shlomo Gazit hanno guidato l’istituto, quest’ultimo anche noto per aver elaborato la controversa “dottrina Dahiya”, che prevede l’uso di forza sproporzionata e il causare gravi danni alle infrastrutture civili, strategia documentata nel 2008 da Gabriel “Gabi” Siboni. La Fondazione Leonardo Med-Or, istituita nel 2021, punta a promuovere attività culturali, di ricerca e formative per rafforzare le connessioni, gli scambi e le relazioni internazionali tra l’Italia e le nazioni del Mediterraneo allargato, Sahel, Corno d’Africa, Mar Rosso, Medio e Estremo Oriente. Secondo i suoi fondatori, l’obiettivo è quello di fondere le competenze industriali con il mondo accademico per favorire partenariati geoeconomici e socioculturali. La ricerca si concentra soprattutto su sicurezza informatica, aerospazio e difesa. Presieduta da Marco Minniti, ex ministro dell’Interno, la Fondazione vanta nel suo comitato scientifico professori universitari e rettori di varie università statali italiane, oltre a un International Board di alto livello con membri provenienti da tutto il mondo, incluso David Meidan, noto uomo d’affari ed ex funzionario governativo israeliano con un passato nel Mossad e nell’Unità 8200, specializzata in tecnologie all’avanguardia. La scelta di collaborare con l’INSS rientra nella strategia della Fondazione di creare sinergie importanti nel campo della difesa e della sicurezza internazionali.
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