Quali conseguenze sta avendo la guerra tra Russia e Ucraina in relazione alla produzione di diamanti in Africa meridionale e nello specifico nella Repubblica autonoma del Botswana? Esse sono di grande rilevanza. Cominciamo con l’osservare che i prezzi dei diamanti erano già in forte aumento all’inizio dell’anno. Ma la guerra ha cambiato e sta cambiando profondamente le cose nell’Africa meridionale: infatti la Russia è il più grande produttore mondiale di diamanti, mentre la Repubblica dell’Africa meridionale è il secondo per volume e il più grande per valore. Questo significa che l’attuale presidente Mokgweetsi Masisi farà di tutto per trarre vantaggio da questa situazione.



È infatti in scadenza un accordo tra la Repubblica del Botswana e la De Beers (un gruppo di imprese che si occupa del rinvenimento di diamanti, lavorandoli e commercializzandoli, ndr). Allo scopo di incrementare i profitti per il suo piccolo Stato l’attuale presidente intende ospitare il segretario permanente del Kimberley Processl’organizzazione sostenuta dalle Nazioni Unite che ha come scopo quello di aumentare la responsabilità delle entrate legate all’industria del diamante ma soprattutto quello di porre fine ai profitti legati ai cosiddetti diamanti di sangue. Guarda caso la piccola Repubblica africana ha la presidenza del Kimberley Process.



Approfittando della momentanea situazione di fragilità della Russia, la piccola Repubblica africana vuole avere un ruolo più importante nell’industria dei diamanti e questo significa che l’attuale presidente intende investire nel lavoro di taglio e di lucidatura dei diamanti. Proprio per questo diventa indispensabile collaborare in modo sinergico con il gruppo De Beers del Botswana che struttura la sua attività di diamanti attraverso la società mineraria Debswana.

Questa società mineraria è la più grande produttrice mondiale di diamanti per valore: infatti produce circa 23 milioni di carati all’anno che rappresentano circa il 98% della produzione di diamanti del Botswana. Comprende anche circa il 70% della produzione annuale di De Beers, mentre il resto proviene dalle sue miniere in Sudafrica, Namibia e Canada.



Allo scopo di promuovere la sua industria il presidente del Botswana si è recato a Expo 2020 di Dubai proprio per illustrare il ruolo e la rilevanza della sua industria diamantifera.Tuttavia un’industria di questa natura – come per esempio quella petrolifera oppure quella degli armamenti – non è certo un’industria costruita all’insegna della trasparenza. A cosa stiamo alludendo nello specifico?

Una società di sicurezza locale, Infotrac, ha portato Debswana in tribunale, chiedendo circa 10 milioni di dollari per i servizi che afferma di aver fornito da dicembre 2017, tra cui spionaggio sui sindacati e lobbying. Nello specifico questa società di sicurezza doveva far sì che il direttore generale della miniera di Jwaneng, Albert Milton, fosse nominato capo della società mineraria Debswanacon con lo scopo di favorire il presidente. Milton è stato nominato amministratore delegato della società nel dicembre 2018, quando è entrato anche a far parte del comitato esecutivo del gruppo De Beers.

Tuttavia il consiglio di amministrazione di Debswana, presieduto dal Ceo di De Beers Bruce Cleaver, afferma di non essere collegato a tali azioni da parte di Infotrac e che probabilmente si trattava di un progetto personale di Milton che è morto nel 2020.

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