Il Libano ha assegnato alla francese Cma Cgm un contratto per sviluppare e gestire il terminal container nel porto di Beirut per 10 anni. Cma Cgm ha dichiarato che investirà 33 milioni di dollari, di cui 19 milioni nei primi due anni per aggiornare l’infrastruttura al terminal e digitalizzare le operazioni, e che punterebbe a una capacità di 1,4 milioni di unità equivalenti da 20 piedi (Teu), rispetto ai 650mila attuali.



L’accordo espande la presenza di Cma Cgm nel Mediterraneo orientale. Il gruppo armatoriale, controllato dalla famiglia franco-libanese Saadé, ha acquisito completamente il terminal container nel porto di Tripoli nel nord del Libano nel 2021 e ha una presenza nel porto di Latakia in Siria. Il presidente e amministratore delegato di Cma Cgm Rodolphe Saadé ha affermato che il contratto di Beirut prevedeva la trasformazione del terminal in una “struttura all’avanguardia” che avrebbe “rivitalizzato gli scambi economici tra il Libano e il resto del mondo“.



È evidente che dietro questo contratto vi è una precisa strategia francese di creare una sfera di influenza in Libano. Parigi cerca cioè di riaffermare il suo ruolo nel Mediterraneo orientale attraverso lo snodo libanese. Come? Attraverso il principale gruppo marittimo globale francese Cma Cgm

Cma Cgm Libano gestisce già il 29% del traffico nel porto di Beirut e l’83% del porto di Tripoli nel nord del Libano. Rodolphe Saadé, di origine libanese, si era recato a Beirut con Macron e il 7 agosto ha twittato che la sua azienda è pronta a “rispondere all’emergenza e lavorare per la ricostruzione di Beirut”. Da notare che Ankara è in competizione con Parigi e, l’8 agosto, ha fatto un’analoga offerta per ricostruire il porto di Beirut durante la visita del vicepresidente turco Fuat Oktay.



Inoltre, le autorità francesi hanno interesse a ripristinare i loro investimenti nell’industria della telefonia mobile libanese dopo che le due principali licenze operative sono state poste sotto il controllo temporaneo del ministero libanese delle telecomunicazioni a maggio. Uno dei piani del prossimo governo è decidere se mantenere il controllo delle due reti cellulari, Alfa e Touch, o rilanciare la procedura di gara e aggiudicare gli appalti. Infine, la terza e ultima componente importante degli interessi di investimento francesi è l’esplorazione del gas naturale. La società energetica francese Total guida il consorzio internazionale che ha firmato due accordi di esplorazione e produzione con il governo libanese, che coprono i blocchi 4 e 9 situati nell’offshore del Libano.

La motivazione dietro l’iniziativa di Macron è complessa. In primo luogo, c’è l’aspetto interno che offre al presidente francese l’opportunità di brillare sulla scena mondiale in vista delle prossime presidenziali. In secondo luogo, sulla scia di un duro colpo all’influenza francese quando la marina non riuscì a ispezionare una nave da guerra turca diretta in Libia, Parigi trovò l’opportunità di riaffermare il suo ruolo nel Mediterraneo orientale attraverso la porta libanese.

Tuttavia se questo progetto si è concretizzato lo si deve anche ai buoni rapporti che si sono creati tra Macron ed Hezbollah mediati da Abbas Ibrahim, direttore dello spionaggio. Relazioni bilaterali che si sono palesate quando dietro richiesta del presidente libanese Michel Aoun, Abbas Ibrahim era stato inviato a Parigi per incontrare Bernard Émié, direttore della direzione generale della sicurezza esterna ed ex ambasciatore francese in Libano nel 2020.

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