In quanto nazione dell’Indo-Pacifico, la Francia opera nell’area, grazie alle sue risorse militari permanenti, composte da 7mila militari, 15 navi da guerra e 38 aerei.
Quei beni, la cui missione principale è la protezione del territorio francese, sono regolarmente rafforzati da unità specializzate, provenienti dalla Francia continentale. In tale contesto, un ruolo centrale è stato rivestito dalla portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle che ha operato nel Pacifico nel 2019 e attualmente opera nell’Oceano Indiano. Lo scorso anno il sottomarino d’attacco a propulsione nucleare Emeraude ha condotto un lungo dispiegamento dalla sua base di Tolone fino al Pacifico per sottolineare l’impegno della Francia nell’area.
Anche se l’Indo-Pacifico è prevalentemente un’area marittima, l’attività francese comprende anche schieramenti di aeromobili, come la missione Skyros condotta dall’aeronautica e spaziale francese in India. È chiaro che queste attività di esercitazioni sono finalizzate a favorire la libertà di navigazione, a lottare contro la proliferazione nucleare, rafforzare i meccanismi multilaterali essenziali per mantenere la stabilità regionale e sostenere i Paesi della regione nella lotta contro il mosaico di minacce esistenti, che include il traffico illegale, la pirateria, rischi ambientali e climatici, pesca eccessiva, cyberterrorismo e terrorismo marittimo.
Per affrontare insieme queste varie minacce, la Francia è pienamente impegnata nella cooperazione sulla consapevolezza del dominio marittimo. Al fine di ottenere la migliore conoscenza possibile delle attività marittime nell’Asia-Pacifico, l’ambizione della Francia è promuovere partenariati bilaterali e multilaterali come i Centri di fusione delle informazioni (Ifc) a Singapore, in India o in Madagascar, con ufficiali di collegamento francesi presenti fin dal loro rispettiva creazione. Questa conoscenza è rafforzata anche dalla comunità marittima e diplomatica francese, nonché dalle navi da guerra e dagli aerei che operano nell’area. La Francia, in particolare, ha creato nel 2016 il centro Mica (Maritime Information Cooperation & Awareness), con l’obiettivo di condividere permanentemente informazioni e analisi marittime in tutto il mondo attraverso una rete marittima internazionale.
Dal discorso del presidente Emmanuel Macron a Garden Island (Sydney) nel 2018 e dal dialogo Shangri-La del 2019 in cui è stata pubblicata la strategia di difesa francese nell’Indo-Pacifico, l’impegno della Francia per la sicurezza nell’Indo-Pacifico è ora molto concreto e chiaro. In un contesto strategico incentrato sulla crescente competizione tra Stati Uniti e Cina, la Francia potrebbe essere un’alternativa credibile per molti Paesi del Sudest asiatico grazie al suo status di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e alle sue forze militari basate sull’Indo-Pacifico e rafforzato da dispiegamenti regolari di risorse.
Inoltre, la tradizione francese della cooperazione implica un elevato volume di attività cooperative. Le partnership che la Francia ha con Stati Uniti, India, Australia, Giappone, ma anche Singapore, Nuova Zelanda, Malesia, Corea del Sud, Indonesia, Filippine e Vietnam rafforzano l’azione della Francia nell’area attraverso un approccio multilaterale, essenziale per promuovere dialogo e risoluzione pacifica dei conflitti.
È ovvio che preservare la stabilità regionale significa anche sviluppare l’interoperabilità ed essere in grado di condurre operazioni coordinate, come al largo delle coste della Nord Corea, dove la Francia conduce operazioni nazionali a sostegno delle risoluzioni dell’Unsc, in stretto coordinamento con i partner.
In passato, Macron ha parlato di un “asse Parigi-Delhi-Canberra” che ha descritto come “assolutamente fondamentale per la regione e per i nostri obiettivi comuni nella regione Indiano-Pacifico”. Proprio in questo contesto si sta rafforzando la cooperazione con la Sud Corea attraverso la Korea National Defense University, dove diversi funzionari del ministero degli Esteri, francesi – ma anche inglesi – affrontano di fronte a una platea specialistica argomenti relativi alla sicurezza dell’area dell’indo Pacifico. Infatti sia i francesi che gli inglesi attraverso questo prestigioso istituto universitario sono in grado di rendere più pervasiva la presenza francese e britannica. Insomma può diventare uno strumento di efficace soft power.
Un ruolo di grande rilevanza è certamente rivestito da Cyrill Dupont, dal contrammiraglio francese Jean-Mathieu Rey che comanda le forze armate francesi nel Pacifico (Alpaci), che ha recentemente visitato la Corea del Sud, ma anche la Polinesia francese.
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