Due recenti notizie-battute dalle agenzie stampa internazionali devono indurci a compiere qualche riflessione ispirata ad un sano realismo sul ruolo effettivo che la Russia sta svolgendo indipendentemente dal conflitto ucraino, il cui epilogo è ancora assolutamente incerto ma che richiederebbe un compromesso o mediazione politica tra le parti evitando una drammatica escalation.
Secondo l’Agenzia Nova, Gazprom ha siglato un accordo con Socar (la compagnia petrolifera e gasiera di stato dell’Azerbaijan) per fornire fino a 1 miliardo di metri cubi di gas all’Azerbaijan fino a marzo 2023. Sottolineare che questo accordo costituisce una chiara violazione della politica anti-russa da parte della Ue e degli Stati Uniti credo sia un’ovvietà, come costituisce un’ovvietà sottolineare che questo accordo serve per aggirare le sanzioni poste in essere sia dall’Unione Europea che dagli Stati Uniti. Ma questa notizia dimostra per l’ennesima volta come sia necessario guardare alla realtà effettuale – direbbe Machiavelli – e non alla propaganda. La Germania infatti fino a questo momento aveva dimostrato di essere un alleato fedele agli Stati Uniti, ma sia questo accordo che il recente incontro tra il presidente tedesco e il suo omologo cinese sembrano dimostrare che – al di là della propaganda antirussa – è necessario fare i conti con la globalizzazione economica e con l’interdipendenza che questa determina.
Passiamo adesso alla seconda notizia relativa alla multinazionale russa Rosatom che ha iniziato la costruzione del secondo reattore della centrale nucleare El Dabaa in Egitto (la costruzione del primo reattore è iniziata a luglio, mentre la costruzione di tutti e quattro i reattori dovrebbe essere completata entro il 2028-2029).
Anche in questo caso l’Egitto – che certo non può considerarsi un rivale degli Stati Uniti né tantomeno un suo nemico – deve fare i conti con le scelte poste in essere dalla politica di Obama e deve di conseguenza consolidare i suoi legami con una nazione che lo considera un paria a livello globale. Ecco che allora la narrativa squisitamente occidentale secondo la quale la Russia sarebbe l’impero del male e l’Ucraina di Zelensky l’incarnazione del bene e della lotta per la libertà costituisce soltanto una vuota propaganda di fronte una realtà molto più complessa e articolata quale è quella della politica internazionale.
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