Alla fine di luglio il presidente russo Putin ha aggiornato la dottrina navale russa. Vediamo quali sono le principali novità di questo importante documento strategico.
In primo luogo la Russia intende porre in essere un rafforzamento delle sue capacità di combattimento a livello globale. Per realizzare questo ambizioso obiettivo la Russia prevede una ristrutturazione profonda dell’industria cantieristica sia nel contesto militare che in quello civile.
In secondo luogo la Russia intende investire sempre di più nella produzione di combustibili fossili e ciò significa che porrà in essere uno sfruttamento sempre più ampio delle risorse petrolifere.
In terzo luogo in questo documento si attribuisce sempre più importanza alla dimensione artica e pacifica con lo scopo di garantire un’adeguata deterrenza nucleare. Per quanto riguarda nello specifico l’Artico, in questo documento la Russia sottolinea la centralità delle riserve minerarie e sottolinea altresì la necessità di utilizzare la cosiddetta rotta del Mare del Nord per aumentare le esportazioni di merci russe in Asia. Inoltre sia l’Artico che il Pacifico vengono contestualizzate all’interno di una esplicita rivalità strategica con Stati Uniti e Nato.
In quarto luogo, per quanto concerne l’area strategica del Mediterraneo, la Russia intende consolidare la sua alleanza con la Siria, consolidare la sua presenza nel Mediterraneo e cercare di costruire infrastrutture militari nella regione anche per garantire i propri interessi nell’area medio-orientale. Proprio nell’ambito di questo contesto la Russia intende ampliare la propria cooperazione con l’Iran, l’Arabia Saudita e l’Iraq e più in generale con i Paesi presenti nell’Oceano Indiano. Risulta allora evidente da un punto di vista sia geografico che strategico che la Russia non possa che consolidare ed anche ampliare la sua presenza nel Golfo Persico e nello specifico nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano.
Ma l’aspetto più interessante – e passiamo al quinto punto – è relativo al fatto che la Russia vuole essere una grande potenza marittima. Proprio per questa ragione il documento parla di aree di importanza esistenziale come le acque territoriali e la Zona Economica Esclusiva (Zee) della Russia, la parte russa del Mar Caspio, il Mare di Okhotsk (vicino al Giappone) e gran parte dell’Oceano Artico.
Accanto a queste aree vi sono quelle definite importanti nelle quali l’uso della forza nel contesto navale viene visto come condizione ultima e queste aree includono il Mediterraneo orientale, il Mar Nero, il Mar di Azov e il Mar Baltico.
Uno degli aspetti più interessanti del documento strategico – sesto aspetto – è il fatto che in modo esplicito venga dichiarata la superiorità del diritto russo su quello internazionale. Di importanza analoga è il fatto che in questo documento venga sottolineata l’importanza non solo della produzione ma anche dell’esportazione di risorse energetiche tratte dai giacimenti offshore e venga altresì sottolineato la necessità di proteggere i gasdotti sottomarini, di rafforzare la flotta militare commerciale russa e soprattutto la presenza di corazzate russe e navi da ricerca a livello globale.
Ora uno sguardo lucido e disincantato relativo agli obiettivi di questo documento non può che indurci ad essere molto scettici sulla possibilità concreta che la Russia abbia di realizzare obiettivi così ambiziosi. I tempi di Pietro il Grande e Caterina di Russia sono lontani. Rimane però il fatto che Mosca può contare sulla potenza rappresentata dalla deterrenza nucleare determinata dai sottomarini nucleari, così come è importante sottolineare che la Russia ha un primato per quanto riguarda la realizzazione di rompighiaccio a propulsione nucleare che sono indispensabili per navigare nell’Artico.
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