Fiore all’occhiello industriale francese, Ommic è tra le poche entità in Europa a produrre semiconduttori, componenti essenziali in molti dispositivi connessi civili e militari. Si afferma come “pioniera e leader europeo” dal 2017 grazie allo sviluppo di una tecnologia innovativa, GaN, che consente di rendere i chip estremamente potenti e performanti. A causa del suo impiego sistematico da parte delle forze armate francesi da cinque anni, questa tecnologia rende l’azienda particolarmente strategica nel campo della difesa. Nell’ambito della sicurezza nazionale, questi chip sono inoltre soggetti a una regolamentazione particolarmente rigorosa che disciplina la loro esportazione al di fuori del territorio nazionale.
Anche se svelato solo nel luglio 2023, il caso Ommic inizia nel gennaio 2021 durante un controllo doganale su un carico di pulci diretto in Cina. Rapidamente, si scopre che le merci sono state alterate prima del loro imballaggio e le loro schede tecniche falsificate per nascondere il loro vero contenuto e non essere soggette alla regolamentazione dei beni a doppio uso. Particolarmente strategica, questa legislazione impone formalità specifiche e permessi per impedire l’acquisizione di tecnologie sensibili da parte di paesi ostili alla Francia.
Inizialmente condotta dalla Procura nazionale antiterrorismo (Pnat), l’indagine è stata affidata alla Dgsi e all’ufficio centrale per la repressione della grande delinquenza finanziaria. È stato rivelato che l’amministratore francese di Ommic avrebbe messo in atto vari stratagemmi per aggirare le sanzioni contro Mosca e consegnare deliberatamente tecnologie all’avanguardia e informazioni sensibili a una società statale russa, in particolare attraverso la Lituania, la Turchia e la Cina.
Questi trasferimenti di segreti industriali sarebbero stati probabilmente utilizzati per rafforzare le capacità militari di Russia e Cina.
Sebbene sia localizzato in Francia, Ommic era – in realtà – sotto il controllo cinese da diversi anni. Infatti, nel 2018, il cinese Ruoadan Z. era diventato presidente con oltre il 94% delle quote acquistate tramite un fondo di investimento francese. Questi anni di influenza straniera all’interno di Ommic hanno facilitato molti trasferimenti strategici che danneggiano direttamente gli interessi fondamentali della Francia.
Un’operazione giudiziaria è stata quindi aperta dalla procura nazionale antiterrorismo (Pnat) il 21 marzo 2023 e nove persone legate all’azienda sono state discretamente arrestate. Quattro sospetti – tra cui il direttore generale di Ommic (Marc R.) e un dirigente cinese – sono stati incriminati e messi sotto controllo giudiziario lo scorso 24 marzo.
Marc R. è sospettato di aver consegnato personalmente chip elettronici a clienti russi durante un viaggio in Grecia o tramite pacco inviato da casa sua con un nome falso. Circa 11,8 milioni di euro di esportazioni e consegne di tecnologie controverse sono stati registrati dagli investigatori. Queste azioni occulte sarebbero continuate senza dubbio se la DGSI non fosse intervenuta.
Il direttore ha, inoltre, riconosciuto alcuni dei fatti durante la sua custodia alla Dgsi, riducendo al minimo il suo coinvolgimento. Ha affermato che le esportazioni russe, sebbene illegali, erano “ vitali” per la sopravvivenza economica dell’azienda, appesantita “dall’attività commerciale del presidente Ruoadan Z. che favorisce la Cina sulla vendita a prezzi svenduti di semiconduttori legali”. Quest’ultimo era già noto ai servizi francesi per le sue prese di posizione determinanti in gruppi francesi che operano all’interno di settori strategici, come MC2.
Pur prendendo atto dell’efficienza dello spionaggio francese che ha individuato i responsabili di questo grave crimine, non possiamo non rilevare che dal punto di vista della politica industriale la classe politica francese ha commesso un clamoroso errore ignorando impunemente le lezioni che in questi ultimi trent’anni sono state date da uomini come Alain Juliett, Éric Denécé e naturalmente Christian Harbulot. Infatti prima ha consentito che questa azienda venisse acquisita dai cinesi, poi l’ha rivenduta ad un attore americano mettendo quindi a rischio sia l’indipendenza che la sovranità della Francia in settori chiave come quelli dei semiconduttori.
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