Si fa sempre più stretta la partnership tra la Cina e l’Afghanistan, come dimostra il fatto che proprio a Kabul il 5 gennaio è stato firmato un contratto dal ministro afghano delle miniere e del petrolio Shahabuddin Delawar e da un alto dirigente della Xinjiang Central Asia Petroleum and Gas Co (Capeic). Il contratto prevede l’estrazione di petrolio dal bacino di Amu-Darya nel nord dell’Afghanistan. Questa partnership è stata possibile grazie al lavoro del vice primo ministro ad interim dell’Afghanistan, Mollah Abdul Ghani Baradar, e dall’ambasciatore cinese in Afghanistan, Wang Yu.
Un’altra forma di partnership tra Cina e l’Afghanistan è relativo al settore della propaganda: la Cina infatti ha deciso di costruire una guest house per ospitare e assistere gli imprenditori cinesi che si sono stabiliti in Afghanistan. Grazie a questa collaborazione Abdul Ghani Baradar è diventato un visitatore abituale della guest house a Kabul dove ha incontrato Wang Yu per affrontare con lui questioni delicate e riservate.
Questa stretta collaborazione tra la Cina e l’Afghanistan è confermata anche da un’altra fonte proveniente dall’intelligence afghana, secondo la quale negli ultimi 12 mesi centinaia di uomini di affari cinesi hanno visitato l’Afghanistan con lo scopo di raggiungere accordi sullo sfruttamento di materie prime come il carbone, il rame, il litio e le terre rare, ma anche sulla necessità di ricostruire il Paese nel settore industriale e in quello urbanistico.
Una terza forma di collaborazione tra Afghanistan e Cina riguarda il fatto che il partito comunista cinese ha promesso alle autorità talebane di fare importanti investimenti, chiedendo però in cambio che i suoi imprenditori siano protetti da eventuali attacchi terroristici. Non dimentichiamoci a tale proposito che una delle aziende maggiormente coinvolte nella collaborazione con l’Afghanistan è certamente la China National Petroleum Corporation (Cnpc).
Ma questa collaborazione dovrebbe servire anche per ridurre la minaccia rappresentata dalla provincia del Khorasan dello Stato islamico, generalmente nota come Isis-K, che ha cercato di minare il controllo talebano dell’Afghanistan per diversi anni. Naturalmente questa è una sfida molto difficile ma assolutamente necessaria: non dimentichiamoci infatti che l’11 gennaio vi è stato un attacco al ministero degli Esteri afgano mentre era presente una delegazione cinese.
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