Come sappiamo dalla Reuters la Turchia ha svolto i primi test del sistema d’arma russo antiaereo S-400 acquistato nel 2017 e ricevuto lo scorso luglio.
Inoltre Erdogan ha rifiutato di appoggiare la Nato per la difesa di Polonia e paesi baltici da un’eventuale invasione russa. Ankara infatti da un lato vorrebbe un impegno maggiore in funzione anticurda da parte Nato e dall’altro sottolinea realisticamente sul piano strategico come un’invasione russa sia inverosimile.
Il terzo elemento da rilevare, estremamente significativo sotto il profilo geopolitico, è relativo all’inaugurazione da parte di Putin, che si svolgerà in Turchia nella prima metà di gennaio, del Turkstream, una delle più importanti infrastrutture energetiche che consentirà alla Turchia di diventare uno snodo energetico fondamentale.
Il quarto è relativo al fatto che Erdogan riprenderà le operazioni militari nel nord-est della Siria. D’altra parte non è certo un caso che la Turchia abbia continuato a incrementare la propria presenza militare sia ad Ain Issa che e Tall Tamr, politica di potenza questa che sta consolidando il consenso interno di Erdogan.
Il quinto dato è relativo sia al completamento dell’infrastruttura militare turca nel Qatar sia alla partnership anche di natura economica.
Cosa dimostrano questi cinque eventi se li raffrontiamo l’uno all’altro?
In primo luogo dobbiamo sottolineare ancora una volta come il presidente turco stia rafforzando la sua alleanza sotto il profilo politico, militare ed energetico con la Russia in funzione di contenimento americano giocando anche sulle debolezze interne della politica americana e sulle incertezze della politica estera trumpiana relative alla questione siriana. Proprio il rifiuto di appoggiare la Nato in funzione difensiva e anti-russa non fa altro che rafforzare l’alleanza con la Russia e indebolire dall’interno la Nato.
Ma va anche aggiunto il fatto, di estrema importanza sul piano politico, che Erdogan sta attuando una politica estera di ampio respiro in Asia.
Proprio in relazione alla questione siriana, il presidente turco porta avanti la sua politica di proiezione di potenza in Siria.
In secondo luogo la Turchia, con il completamento dell’infrastruttura militare nel Qatar, ha gettato le basi per una politica anti-saudita anche perché proprio i paesi del Golfo hanno sostenuto il regime siriano di Assad in funzione anti-turca e hanno posto in essere una politica ostile nei confronti del Qatar che è fra i principali finanziatori del terrorismo jihadista, del quale proprio Erdogan si è servito in funzione anti-curda.