L’Italia ha preso una direzione decisamente nuova nelle proprie politiche relative all’Indo-Pacifico, un’area al centro dello scontro geopolitico tra gli Stati Uniti e la Cina. Questo cambio di rotta si manifesta principalmente con due azioni mirate a rafforzare la posizione americana nella regione a discapito di Pechino. La prima è stata la decisione di non rinnovare la partecipazione dell’Italia alla Belt and Road Initiative (BRI) della Cina a dicembre 2023, sottolineando la resistenza italiana all’influenza cinese in settori strategici. Il Governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha giustificato la mossa con la mancanza di benefici economici attesi dal 2019, quando l’Italia si unì al progetto. Tuttavia, si sospetta che anche le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale, sollevate dagli apparati di sicurezza italiani e americani, abbiano avuto un ruolo nella decisione.



La seconda azione importante è stata lo sviluppo delle relazioni con il Giappone, uno degli storici rivali della Cina. Questo include l’aggiornamento delle relazioni bilaterali a un partenariato strategico, l’istituzione di un dialogo su politica estera e difesa e la cooperazione nel campo tecnologico e militare. In particolare, l’accordo sul Global Combat Air Programme (GCAP) tra Italia, Giappone e Regno Unito per lo sviluppo di caccia di sesta generazione dimostra questa cooperazione. Aziende come Leonardo, Mitsubishi Heavy Industries e BAE Systems guidano il progetto, che prevede anche la partecipazione di altre compagnie italiane.



Questa alleanza con il Giappone serve a diversificare le sue fonti di tecnologia militare, in risposta alle minacce da Cina, Russia e Corea del Nord. Le esercitazioni navali congiunte nel Golfo di Aden e le sessioni di addestramento aereo in Giappone riflettono questa cooperazione crescente. La visita del pattugliatore Morosini in Giappone e la partecipazione italiana all’esercitazione Pitch Black in Australia sono esempi di come l’Italia stia cercando di posizionarsi strategicamente nella regione Indo-Pacifico. Allo stesso tempo, l’Italia sta esplorando opportunità di cooperazione nel settore civile con il Giappone, come dimostrato dal treno ibrido Blues lanciato da Hitachi Rail per Trenitalia e i progetti di collaborazione nel campo delle bioraffinerie e delle tecnologie avanzate. Questo si allinea con la dichiarazione congiunta dei primi ministri Meloni e Kishida di espandere le attività bilaterali in aree come i semiconduttori, l’intelligenza artificiale e lo spazio.



La recente decisione dell’Italia di distanziarsi dalla Repubblica Popolare Cinese rappresenta, secondo chi scrive, una mossa strategica errata per diversi motivi. In primo luogo, il mercato cinese rappresenta un’arena economica di cruciale importanza per l’Italia, offrendo opportunità commerciali e di investimento fondamentali. In secondo luogo, questa scelta evidenzia una dipendenza strategica dell’Italia dalla politica estera degli Stati Uniti, suggerendo una mancanza di autonomia nella definizione dei propri interessi geopolitici. Infine, l’Italia, con questa decisione, sembra privilegiare gli interessi di potenze esterne a scapito della protezione e promozione dei propri interessi nazionali, dimostrando una volta di più una certa difficoltà nel posizionarsi come attore geopolitico indipendente e influente sullo scacchiere internazionale.

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