Il 2025 si apre con novità degne di nota per il già tormentato portafoglio degli italiani. Un conoscente mi ha mostrato la lettera con cui la compagnia assicurativa gli spiega che dal prossimo anno il premio per la polizza danni casa/terzi crescerà del 26% (sì, avete letto bene…) e che lo scoperto per sinistro sarà pari al 20% del danno. Inoltre, gli è stato preannunciato un aumento del premio per la polizza sanitaria integrativa, a fronte peraltro di un marcato ridimensionamento delle coperture previste per visite, esami, ecc. Infine, tanto per non perdere il buonumore, ha tirato le somme sulle bollette 2024 scoprendo che i suoi costi sono cresciuti a fronte di consumi sostanzialmente allineati. Chissà, forse tra un paio di mesi qualcuno con stupore scoprirà che l’inflazione sta crescendo.
E i soliti giornaloni manderanno i loro segugi nei supermercati a vedere quanto costano zucchine, melanzane, pummarola e spaghetti. Chissà perché sono sempre i prodotti alimentari (che operano in un mercato dove la concorrenza è fortissima) a finire sul banco degli imputati…
In questi chiari di luna le famiglie (pardon: i consumatori-utenti) dovrebbero fare i bravi e assicurarsi contro le calamità naturali, oltre a investire per garantirsi una copertura sanitaria supplementare? Il potere d’acquisto è al palo da due decenni, ma i costi obbligati continuano a crescere. I salari dei giovani sono ridicoli e in più pagano contributi previdenziali sapendo che il sistema non li premierà nell’era del warfare che sostituisce il welfare. Ed ecco allora alcuni policy makers dire che i giovani dovrebbero svegliarsi e farsi la pensione integrativa. Con quali soldi? Glieli danno loro tagliandosi stipendio, indennità e vitalizi? Non mi pare ne abbiamo intenzione…
Viviamo in un’epoca di crescenti contraddizioni. Ci hanno fatto intendere che tra qualche anno le strade si sarebbero riempite di auto elettriche, ma per la verità oggi la gente fa fatica a mantenere la vecchia utilitaria, giostrandosi tra i costi di assicurazioni, revisioni, tagliandi, carburante, autostrade, aree C… Intanto vedo che si fanno leggi su tutto, dai rave party ai monopattini, ma poco cambia se non c’è chi le fa rispettare. Nell’era del politicamente ipercorretto dilagano cafonaggine e arroganza. La competenza è disprezzata. L’insulto è parte dell’intercalare.
Ne sa qualcosa la mia amica Francesca (50 anni): il giorno dopo il varo della legge sull’uso dei monopattini è stata investita da uno di questi aggeggi infernali sul marciapiede di corso Buenos Aires a Milano. Il signore, un italiano, sui 35, vestito elegante, senza casco, l’ha guardata mentre era a terra. Pensate abbia chiesto: “Scusi signora, mi dispiace, come sta?”. Per niente. Ha inforcato il monopattino e se n’è andato urlando al mondo intero un melodico “ma vaffa…”.
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