Nessun commento. Solo dati. Ai prezzi del 2022 le auto elettriche in Europa sono costate in media 49.942 euro, circa il 27% in più della media di quelle con motore endotermico. Negli Stati Uniti il delta cresce ancora perché le auto a batteria sono state pagate il 43% in più. In Cina queste cifre si ribaltano: le automobili tradizionali sono costate 31.829 euro, il 33% in più di quelle elettriche.



Pechino ha proseguito nel 2023 la politica di incentivi stanziando 66 miliardi di euro per esentare le auto elettriche dalla tassa d’acquisto anche nel 2024 e nel 2025 e per dimezzarla nel 2026 e 2027. L’ammontare della tassa è pari a 30.000 yuan, che sono circa 3.800 euro, quasi il 12% del costo medio del veicolo.



L’Inflation reduction act negli Stati Uniti ha previsto, invece, un credito d’imposta di 7.500 dollari per l’acquisto di auto nuove e 4.000 dollari per vetture usate. Ma ci sono dei paletti: almeno il 50% dei componenti per batterie deve essere prodotto o assemblato in Nord America (requisito che dà accesso a 3.750 dollari) e che il 40% dei minerali utilizzati deve essere estratto in Usa o in Paesi che hanno un accordo di libero scambio con Washington (requisito che dà accesso ad altri 3.750 dollari). Queste regole hanno finito per escludere dagli incentivi alcuni modelli di Bmw, Hyundai, Nissan, Rivian, Volkswagen Group e Volvo.



In Europa si va in ordine sparso. In Germania offrono fino a 9.750 euro per l’acquisto di macchine elettriche e fino a 7.178 euro per le vetture ibride con o senza rottamazione. In Francia 6.000 euro per i veicoli con emissioni fino a 127 g/Km, mentre in Spagna, con la rottamazione, è possibile aumentare il contributo fino a 7.000 euro per i veicoli elettrici e fino a 5.000 per le ibride plug-in.

Fuori dall’Ue, il Regno Unito propone solo 1.500 sterline di incentivi per comprare un’automobile a zero emissioni. Mentre in Norvegia, dove le vendite delle auto elettriche si aggiravano intorno all’80% dei volumi totali alla fine dello scorso anno, i generosi incentivi economici che permettevano di ridurre del 25% il prezzo d’acquisto, del 50% le altre tasse, oltre alle ricariche, i parcheggi e i passaggi nave gratuiti, sono stati fortemente ridimensionati.

La quota di mercato delle auto a batteria in Europa è arrivata nel 2022 al 12,1%. Negli Stati Uniti è stata fissata a poco più del 5%, mentre l’anno scorso i veicoli elettrici hanno rappresentato il 25,6% delle vendite totali di automobili in Cina, con oltre 5,36 milioni di unità di veicoli elettrici a batteria e 1,52 milioni di unità di veicoli elettrici ibridi plug-in. Nel 2019 si contavano 500 produttori di auto elettriche. Oggi sono solo un centinaio, ma le prime quattro aziende hanno una quota del mercato interno pari al 60%.

Per realizzare semiconduttori e batterie occorrono una serie di minerali e la Cina ha in mano il 55% delle miniere e dei giacimenti mondiali, mentre sul campo della raffinazione controlla l’85% dell’intera capacità del pianeta.  Cosa resta a Europa e Usa è facile da capire. Oltre il 45% delle EV vendute globalmente sono di costruttori cinesi e in Cina è concentrato anche il 60% della produzione mondiale. Secondo uno studio di Kpmg, i marchi cinesi di auto elettriche potrebbero conquistare il 15% del mercato automobilistico elettrico europeo nei prossimi due anni e il colosso Byd ha dichiarato di puntare a essere il primo marchio in Europa entro il 2030.

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