Come ci aveva detto nell’ultima intervista il generale Giuseppe Morabito, l’Armenia sta per diventare vittima della guerra in Ucraina. Ce lo ha confermato Pietro Kuciukianconsole onorario armeno in Italia: “Ci sono combattimenti in corso al confine tra Armenia e Azerbaijan, scontri che d’altra parte non sono mai cessati dopo l’armistizio di due anni fa. Gli azeri bombardano la regione di Syunik, da sempre obbiettivo azero con lo scopo di aprire un corridoio che colleghi la Repubblica autonoma di Nakhchivan al resto dell’Azerbaigian attraverso la regione di Syunik dell’Armenia”. L’Armenia potrebbe essere abbandonata da Mosca, da sempre sua alleata, perché troppo impegnata in Ucraina e anche per favorire la Turchia, che ha le mani sull’Azerbaijan: “Russia e Turchia sono amici/nemici, stiamo assistendo a situazioni che non si erano mai viste prima, un doppiogiochismo della diplomazia senza precedenti”. In Armenia, ci ha detto ancora, da giorni si assiste a un arrivo di russi senza precedenti, gente che scappa dal proprio paese, segno di una situazione anche questa gravida di rischi.



Giungono notizie di scontri al confine tra Armenia e Azerbaijan. L’Armenia ha dichiarato che sono stati uccisi tre dei suoi militari nel corso del più grave combattimento degli ultimi mesi. Le risulta?

Assolutamente sì, d’altro canto gli azeri non hanno mai smesso, dopo l’armistizio, di condurre azioni di guerra, bombardando con mortai e altre armi. Nella regione di Syunik è esploso un importante gasdotto, non si sa se per colpa dei bombardamenti azeri o perché fosse già stato danneggiato nell’ultima guerra. Adesso la popolazione è senza gas e al freddo. Gli armeni si sono mossi per andare a ripararlo, ma gli azeri non l’hanno permesso, sparando su di loro.



Si parla di mezzi militari che si stanno concentrando nelle regioni di Nakhichevan e del Karabakh. Le risulta anche questo?

Mi risulta che gli azeri insistano come sempre nel cercare di far fuggire gli armeni dal Karabakh: è sempre stato il loro obbiettivo.

Secondo fonti ben informate, i russi starebbero spostando il loro contingente di pace dai confini fra i due paesi per dislocarlo in Ucraina. Possibile che Mosca abbandoni il suo storico alleato?

Non credo lo faranno, può darsi che riducano le truppe dislocate al confine per spostarne una parte in Ucraina. Proprio settimana scorsa Putin ha incontrato il presidente azero Aliev per indurlo a discutere dei punti molto importanti. Non sappiamo il contenuto ufficiale dell’incontro, ma sicuramente hanno parlato del problema del gas che dicevo prima, della congiunzione del Karabakh con l’Armenia, dei confini in generale.



In questo quadro la Turchia, grande alleata dell’Azerbaijan, ha annunciato che non si unirà alle sanzioni occidentali alla Russia e che le posizioni di Ankara e Mosca stanno convergendo su una serie di punti. Come si spiega il comportamento di Erdogan?

Russia e Turchia sono amici/nemici. Erdogan dà i droni agli ucraini che li usano per sparare sulle forze russe, in Siria è la stessa cosa e pure nel Karabakh, è giusto dirlo. Assistiamo a una diplomazia inedita, giocata su due fronti, qualcosa che non si era mai visto prima. D’altro canto, in tempo di guerra molte cose vengono tenute nascoste e si scoprono solo molto tempo dopo. Pensiamo che durante la Seconda guerra mondiale gli americani compravano di nascosto attraverso la Svizzera le spolette per i missili sottomarini fabbricate a Roma, considerate le migliori al mondo, per usarle contro le navi italiane. Si arriva anche a questo, tutte cose che, a guerre in corso, vengono abilmente tenute nascoste.

Erdogan è conosciuto come un affarista spietato, basti vedere come ha sostenuto l’Isis in Siria per i suoi interessi.

Ci sono segnali strani da tutte le parti in questo momento. La Svizzera, che ha sempre vissuto sulla sua neutralità, di fatto vi ha rinunciato. Sono messaggi che coinvolgono tutto il mondo, ma che non possiamo al momento capire.

Com’è il clima in Armenia in questi giorni? C’è preoccupazione per quanto sta succedendo in Ucraina?

C’è preoccupazione ovunque, non c’è angolo del mondo dove non se ne respiri. Negli ultimi giorni sono arrivati ben 45 voli dalla Russia che hanno scaricato in Armenia cittadini russi. Fino all’anno scorso erano gli armeni che fuggivano in Russia, adesso sta accadendo il contrario.

Si dice che molti giovani russi fuggano per evitare il servizio di leva che li costringerebbe ad andare al fronte. È questo il motivo?

Probabilmente ci sono anche persone facoltose che per via delle sanzioni hanno paura di perdere tutto, ma 45 aerei sono tanti. Sicuramente ci sono anche giovani di famiglie povere che fuggono per non fare il servizio militare.

L’Armenia ha appena eletto il nuovo presidente dopo le dimissioni improvvise lo scorso gennaio di Sarkistan, che era in carica dal 2018. Che personaggio è?

Vahagn Khachatrian era il sindaco della capitale. È un politico indipendente sostenuto dal partito al governo e secondo me è una buona scelta.

Tra l’altro, pochi anni fa, un referendum ha ridotto i poteri del presidente della Repubblica, è così?

Sì, adesso è una figura come il presidente italiano, con gli stessi poteri. Ci fu un referendum nel 2015 che venne disatteso e che portò alla rivoluzione di velluto nel 2018.

(Paolo Vites)

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