Non c’è dubbio che l’attuale guerra tra Russia e Ucraina riconfigurerà in modo profondo gli equilibri della geoeconomia globale.
Ci stiamo naturalmente riferendo non soltanto alla Belt and Road Initiative (Bri) cinese, ma anche al Global Gateway dell’Unione Europea, al Blue Dot Network (Bdn) guidato dagli Stati Uniti, al Build Back Better World (B3W) del G7, al Quality Infrastructure Investment (Qii) del Giappone, all’Unione economica eurasiatica russa (Eaeu) e all’International North-South Transport Corridor (Instc) guidato da Russia, Iran e India.
Ma concentriamo la nostra attenzione sulla Bri cinese, che allo stato attuale è la più importante iniziativa economica, anche perché coinvolge 140 paesi. La Via della Seta sarà profondamente riconfigurata da questa guerra. Non dimentichiamoci, infatti, che per la Cina la Russia era una rotta terrestre più affidabile per poter entrare nel mercato dell’Unione Europea. In altri termini: Russia, Ucraina, Polonia e Bielorussia dovevano – nel progetto cinese – entrare a far parte di una sorta di nuovo collegamento terrestre euro-asiatico basato su rotaia e queste aspettative di connettività terrestre sono state al momento annullate dal conflitto attuale.
Anche il 17+1 – che, come sappiamo, è una piattaforma di forte sinergia tra la Cina e i 17 paesi dell’Unione centrale e orientale – aveva già subìto diverse battute d’arresto anche a causa della guerra economica tra la Cina e gli Stati Uniti. Ebbene, questa sinergia non fa altro che subire un’ulteriore flessione a causa del contrasto fra Occidente e Russia e soprattutto a causa della distruzione delle infrastrutture ucraine, che rendono praticamente impossibile, sia nel breve che nel medio termine, la possibilità di concretizzare questa sinergia.
A questo punto le relazioni tra la Cina e l’Unione Europea dovranno concentrarsi sulle tradizionali rotte marittime. Non va dimenticato, a tal proposito, che l’80% del commercio globale viene ancora assorbito dalle rotte marittime e quindi l’entusiasmo dimostrato da parte della Cina per le rotte ferroviarie dovrà almeno per il momento essere accantonato.
Ma la Cina dovrà cercare di aggirare i confini della geografia russo-bielorussa e questo determinerà che la Bri dovrà attribuire maggiore importanza ad altri corridoi, come per esempio quello Asia centrale-occidentale, cioè quel corridoio che coinvolge la regione del Caspio, l’Iran e la Turchia, attraverso il quale la Bri può aggirare la Russia per raggiungere i mercati europei.
In questo senso l’accordo nucleare iraniano, ma soprattutto l’accordo di collaborazione tra la Cina e l’Iran della durata di 25 anni, non farà altro che rafforzare sempre di più questo corridoio, fino a consentirgli di diventare cruciale. D’altra parte il legame assai stretto tra la Cina e l’Iran dipende dal ruolo fondamentale sia del gas che del petrolio, che potrebbero costituire un’alternativa a quello russo, e che quindi potrebbero attribuire maggior peso all’Iran a livello geoeconomico.
Accanto alla centralità che acquisirà l’Iran, anche il corridoio economico Cina-Pakistan, che consente il collegamento con l’Oceano Indiano, acquisterà di conseguenza maggiore peso: questo corridoio è infatti collegato all’Iran e alla Turchia tramite infrastrutture stradali e ferroviarie (pensiamo, ad esempio, all’infrastruttura ferroviaria Islamabad-Teheran-Istanbul). Questo potrebbe indurre la Cina a integrare questo corridoio con quello iraniano, consolidando in questo modo i collegamenti con il Pakistan e l’Iran, per poi raggiungere l’Europa via terra.
In quest’ottica la Turchia acquista agli occhi della Cina una maggiore importanza, un maggior peso a livello economico. Del resto, non è un caso che sia la Turchia che la Cina abbiano potenziato le loro sinergie proprio in questi ultimi anni.
Ma un’altra conseguenza di queste nuove sinergie è certamente quella relativa alla centralità che acquisterà la Cina per la Russia nel settore delle transazioni economiche. Sia MasterCard che Visa, a causa delle sanzioni, hanno lasciato la Russia e la cinese Unionpay diventerà l’unica alternativa possibile per la Russia.
Non è escluso allora che – a lungo termine – le potenzialità economiche e geografiche della Russia e della Ue vengano assorbite dall’economia cinese e dalla nuova geografia della Bri.
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