Il primo consiglio dei ministri dopo le europee ha approvato il decreto sicurezza bis. Un risultato che consente a Salvini di rilanciare l’azione del governo: “vogliamo andare avanti quattro anni. Ne abbiamo parlato in Cdm: giustizia, autonomia, grandi e piccole opere. Tutto questo richiede un governo con ampio mandato e maggioranza parlamentare”. Conte, dal canto suo, vuole la delega piena per sedersi al tavolo del Consiglio europeo. Ieri Tria ha detto di volere un “confronto serrato e costruttivo” con le autorità europee per evitare la procedura d’infrazione; per tutta risposta, in serata Juncker ha dichiarato che sui conti pubblici “l’Italia sta andando nella direzione sbagliata” e che “rischia una procedura per anni”. Una dura presa di posizione arrivata dopo che gli sherpa dell’Eurogruppo e dell’Ecofin hanno stabilito che una procedura disciplinare contro l’Italia per debito eccessivo è da ritenersi giustificata.



Dunque la partita d’autunno è già cominciata, e vede in prima fila il governo europeo uscente. Fabrizio d’Esposito, giornalista politico del Fatto Quotidiano, esclude la tentazione del governo tecnico e prevede una reciproca, occasionale, convenienza tra Salvini e Mattarella nella ricerca della “stabilità”.



Partiamo da Conte.

Il presidente del Consiglio vuole giocare un suo ruolo per separare il suo destino da quello perdente di Di Maio.

E adesso?

C’è una manovra pesantissima da fare in autunno. Con ogni probabilità è l’elemento che ha fatto desistere Salvini dal proposito di far saltare il banco e di andare al voto anticipato.

Per quali ragioni Salvini ha deciso di tenere in vita questo governo?

Perché altrimenti sarebbe stato lui, da premier di un nuovo governo di destra, a dover fare la legge di bilancio. Che rimane lo scoglio principale.

A quanto ci risulta, Conte ha promesso a Manfred Weber, attualmente in difficoltà, il sostegno dell’Italia. Vuol dire che Salvini sta pensando ad un patto con il Ppe?



Conte e Salvini hanno detto che è prematuro pensare alle caselle, ma se l’Italia pensa davvero di sostenere Weber,  a Bruxelles potrebbe sedersi una figura di tipo tecnico come Moavero. Non dimentichiamoci che lo stesso Salvini voleva un accordo tra sovranisti e popolari e gli attuali movimenti potrebbero rientrare in questo schema.

Sui conti pubblici l’Italia sta andando nella direzione sbagliata, ha ammonito Juncker. Eppure, Tria ieri mattina aveva detto di volere un “confronto serrato e costruttivo” per evitare la procedura d’infrazione. Si preannuncia una partita complicata.

Complicata ma scontata, perché già lo scorso anno Bruxelles ha fatto pesanti pressioni sull’Italia. La vulgata dell’establishment secondo la quale i nostri conti sono drammatici e non ci sono margini per fare provvedimenti pesanti come la flat tax, il reddito di cittadinanza e quota 100 andrebbe ridimensionata. Prevedo però che anche quest’anno si arriverà a un braccio di ferro.

La nuova Commissione sarà come quella uscente?

Potrebbe prevalere la stessa impostazione, perché l’Italia è l’unico paese occidentale con al governo una forza dichiaratamente sovranista come la Lega. È la politica del “colpirne uno per educarne cento”.

Si preannuncia un’estate difficile?

Mi ha colpito molto l’esplicito riferimento ai mercati e al nostro debito sovrano fatto da Conte nel suo discorso di settimana scorsa. Quelle parole sono state dette per mostrare che la preoccupazione di Mattarella e Draghi era stata recepita. Bisogna anche dire che l’anno scorso l’apocalisse è stata annunciata per mesi ma non è mai arrivata.

Qual è la vera preoccupazione del Quirinale?

L’idea che i conti siano drammatici e che si possa scatenare una bufera con lo spread a 400, viene dal Colle. Mattarella vuole stabilità. Lo stesso Mattarella è in attesa di vedere che cosa partorirà l’ennesima mediazione tra Conte e le due forze di maggioranza.

Ci può essere un accordo tattico tra presidenza della Repubblica e Lega?

No, può trattarsi al massimo di reciproca convenienza. Per saperne di più occorre attendere e vedere come saranno modulate le varie istanze al tavolo della manovra.

Davvero un governo tecnico è ormai scongiurato?

Se non si va a elezioni anticipate, e io non lo credo per il motivo che ho detto, l’alternativa è che a fare la legge di bilancio siano Conte e Tria, come nel 2018, oppure che il compito spetti a un governo tecnico. Tutti i suoi esponenti però saprebbero bene che se Salvini non facesse parte della coalizione che lo sostiene, il consenso della Lega aumenterebbe a dismisura. Per questo l’esecutivo tecnico è un’ipotesi da escludere.