Arrivano notizie incoraggianti sul fronte pandemia. Mentre la variante Delta già da tempo è in forte diminuzione – “Ma non è ancora scomparsa del tutto” ci ha detto Massimo Ciccozziordinario di Statistica medica ed epidemiologia all’Università Campus Biomedico di Roma –, le mutazioni della variante Omicron sarebbero in via di esaurimento. Lo attesta uno studio dell’Istituto di Ricerca Altamedica relativo agli ultimi sequenziamenti. Tutto questo mentre i contagi sono ancora tanti, troppi, ma i ricoveri in ospedale diminuiscono, un segno chiaro della poca gravità clinica di Omicron.



“Ma questo vale solo per i vaccinati” ci ha detto ancora Ciccozzi. “Siamo davanti all’adattamento del virus all’uomo: i virus non uccidono l’ospite, perché ciò porterebbe anche alla loro morte, ma si adattano e quello che sta succedendo con Omicron potrebbe essere il segnale tanto atteso da tutti”. Il che però non significa, secondo Ciccozzi, che “si possa dichiarare il liberi tutti e rinunciare a ogni forma di sicurezza”.



Omicron ha davvero soppiantato la variante Delta come dicono in molti?

No, non ancora. C’è ancora una presenza, anche se in percentuale minima, di Delta.

Però si registra una riduzione degli accessi in ospedale. Questo avviene perché il virus adesso viene definito una rino-faringo-tracheite virale?

Sì, è stato dimostrato scientificamente che la variante Omicron del virus si ferma alle vie aeree superiori senza colpire polmoni e altri organi dell’apparato respiratorio, almeno nella maggior parte dei casi. È stato dimostrato anche in laboratorio.

Ma i contagi non si fermano.

Ci sono minori possibilità di ammalarsi nei vaccinati, mentre tra i non vaccinati restano intatte pericolosità e letalità del virus.



Si torna a parlare di immunità di gregge come unica strada possibile per il ritorno alla normalità. Cosa ne pensa?

Non sono d’accordo. Ritengo che la strada sia vaccinare più gente possibile, avere cioè meno soggetti suscettibili all’infezione. Sappiamo bene che più persone sono vaccinate e meno può circolare il virus e meno ricoveri in ospedale ci sono. L’immunità di gregge significa aver vaccinato almeno il 90% della popolazione, ma non so se ci riusciremo mai, abbiamo ancora 5 milioni di persone non vaccinate. Vedo più possibile, come strada per un ritorno alla normalità, l’adattamento del virus all’uomo.

Si può dire che il cambiamento tra variante Delta e variante Omicron sia un primo passo verso questo adattamento?

Sì, può essere. Fa parte dell’evoluzione, ovvero il virus tende a contagiare il più possibile ma non a uccidere l’ospite, e sta succedendo proprio questo. Le morti che vediamo ancora quasi sicuramente risalgono a contagi subiti a causa della variante Delta.

La Danimarca ha annunciato che toglierà le restrizioni perché il Covid non viene più considerato una malattia “socialmente critica”: è una strada che possiamo seguire anche noi?

Dicono questo non so in base a cosa. Personalmente ritengo che in Italia si debba stare ancora un po’ cauti. Liberare tutto subito, adesso che la curva sta diminuendo, non mi sembra un buon approccio. La curva scende e anche diminuiscono i casi, che comunque ci sono, ma non si passa da 170mila a zero in un colpo solo. La Danimarca evidentemente ha un’idea di socialità diversa dalla nostra, però è vero che dobbiamo anche ricominciare a vivere, a tener conto della socialità del vivere senza però abbandonare del tutto le precauzioni.

Quale potrebbe essere un primo passo per alleggerire le restrizioni?

Ad esempio, bisognerebbe eliminare i tamponi, la loro inutilità è ormai dimostrata da tempo. E poi quarantene un po’ più ridotte. Se uno non ha sintomi, dopo dieci giorni si mette la mascherina FFP2 ed esce di casa. Il tampone non è la panacea, ci dice solo se uno è positivo o negativo, se ha il virus o no. In questo momento con la Omicron è possibile sdoganare le quarantene, ma la mascherina va indossata ancora.

In Danimarca si contano meno di sei milioni di abitanti, noi siamo 60. È più facile per loro togliere le restrizioni?

È giusto considerare la densità della popolazione, non c’è paragone tra la nostra e la loro. Anche gli inglesi, che pure hanno fatto diverse liberalizzazioni, la mascherina non l’hanno abolita.

(Paolo Vites)

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