C’è l’assenso del governo – ha detto ieri Speranza – a ordinanze più restrittive da parte delle regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna. Non è detto che sia la premessa del lockdown totale, che il governo dice di voler evitare, soprattutto a natale; ma potrebbe diventarlo, soprattutto perché a Palazzo Chigi non hanno alternative di alcun tipo: o chiusura, o chiusura. E così, mentre la sottosegretaria Zampa spiega chi potrà sedersi al cenone (“solo parenti di primo grado”), “per ampie fette del paese si prepara un 2021 all’insegna della disperazione”, dice al Sussidiario Antonio Pilati, saggista, ex commissario dell’AgCom e già presidente della Fondazione Rosselli. Al governo non può succedere nulla, perché il Pd è il partito fiduciario di Bruxelles. L’Ue garantisce sostegno e sorveglianza. A pagarne il prezzo saranno gli italiani. Qualcuno, del resto, lo ha già preannunciato.



La chiusura progressiva rimane l’unica strada?

Nelle presenti condizioni, direi di sì e il perché è semplice. Il governo è oscillante e incerto. Non avendo provveduto sul tracciamento per monitorare i contagi, e avendo fatto caos sui tamponi, l’unico strumento che ha è chiudere la gente in casa.

Questo significa ammazzare l’economia.



Infatti. Stretto tra queste due necessità conflittuali, arginare il crollo dell’economia e arginare i contagi, il governo si muove a tentoni, segue l’onda. È quello che ha fatto da giugno in poi. Rispetto ad allora non c’è alcuna novità.

I provvedimenti più restrittivi sono un argine alla disobbedienza delle regole? Oppure quest’ultima dipende dai provvedimenti adottati?

È evidente che tra gli italiani c’è molto disorientamento, ma questo riflette l’incertezza del governo, che si muove con continui stop-and-go, senza una regia. La mancanza di un discorso chiaro ingenera comportamenti difformi: persone che vanno in ospedale con sintomi lievi, giovani che non si adeguano a regole fatte per risparmiare dal virus altre classi di età.



Dunque è lo stesso governo che genera incertezza.

Su questo c’è una convergenza di giudizio da parte di più osservatori indipendenti, come Ricolfi, Cacciari, De Rita. Se nella tempesta il capitano non ha le idee chiare su come manovrare, tra i passeggeri della nave monta lo sconcerto e la paura.

Ci aspetta un nuovo lockdown totale?

È una possibilità reale. Da un lato il governo vorrebbe evitarlo, ha una forte riluttanza a chiudere tra il 10 dicembre e la fine dell’anno, com’è comprensibile. Ma dall’altro lato non sta mettendo in atto misure forti e coerenti per scongiurare il lockdown. Alla fine restiamo col punto di domanda.

Quali sarebbero le misure da adottare?

I paesi che hanno risposto meglio al virus sono i paesi del Far East. Sud Corea, Giappone, Australia, Nuova Zelanda hanno un fattore importante in comune: hanno puntato sulla tecnologia digitale per monitorare i contatti e la circolazione del virus. E sono tutti paesi democratici. Noi invece usiamo i tamponi in modo confuso e alla fine confidiamo soprattutto nella chiusura.

Come mai il problema della privacy appare invalicabile?

Credo che il problema di Immuni non sia la privacy, ma il design, la fruibilità. Semplicemente funziona male. E dunque non funziona.

Forse chi dovrebbe scaricarla e usarla non si fida. Perché?

I paesi che ho nominato hanno tutti un forte senso civico. Il senso civico non è un dato di natura, dipende dalle circostanze, dalla politica. La comunicazione del governo ha fatto di tutto tranne che ispirare fiducia e comportamenti coerenti nei cittadini. Se a Roma costringi la gente a fare 8-10 ore di coda perché vuoi impedire ai gestori privati di fare i tamponi, alla fine ti resta solo il lockdown.

C’è un paradosso: il governo appare in balia dell’emergenza, ma l’emergenza appare il suo più stretto alleato politico.

Il più stretto alleato politico del governo non è l’emergenza ma l’Unione Europea. O per meglio dire, i paesi che sono determinanti nell’Ue. La nostra situazione economico-finanziaria resiste perché la Bce acquista i nostri titoli di Stato e mantiene bassi i tassi.

Infatti Lagarde al Forum sulle banche centrali ha detto che la Bce intende continuare con gli aiuti, creando “un ponte fino al vaccino” e ricalibrando gli strumenti Pepp e Tltro. 

L’azione della Bce non è gratis ed ha come contropartita una serie di condizioni. Forte sostegno, forte sorveglianza.

È solo un monitoraggio di come ci comportiamo, oppure le condizionalità potrebbero essere anche politiche, vedi alla voce Mes e Recovery Fund?

La sorveglianza riguarda in primo luogo le misure in campo economico. Sul piano politico, è il Pd il principale punto di riferimento dei poteri europei.

Il Covid è il più stretto alleato dell’Unione?

Il Covid ha contribuito a bloccare la dialettica politica in Italia; così facendo, l’Ue è diventata il principale soggetto attivo nella politica italiana.

Esclude che il Covid possa produrre mutamenti anche nell’assetto politico italiano? Renzi sostiene il governo ma è sotto inchiesta; la Lega si astiene in aula sull’emendamento salva-Mediaset e manda un chiaro messaggio a Berlusconi.

Il virus di per sé non fa politica; la politica interviene sulle misure da prendere per contrastare il virus e tali misure hanno una dimensione essenzialmente economica, che non dipende dalla dialettica parlamentare ma dalle scelte che si fanno in Europa.

Allora il governo può andare avanti a spendere e indebitarsi?

Sì, perché il suo azionista di riferimento ha la fiducia dell’Ue.

Ammettiamo che il governo riesca ad evitare il lockdown totale. E dopo?

Non sono il mago Otelma.

Ma dobbiamo in ogni caso aspettarci conseguenze ancor più dure per l’economia reale. Come entreremo nell’anno prossimo?

Male. Con i soldi del Recovery Fund molto lontani all’orizzonte, e con ampie fette del paese condotte alla disperazione.

“La crisi è profonda ma il risparmio può sostenere la ripresa dei consumi”. Lo ha detto Mattarella lo scorso 30 ottobre alla giornata del risparmio dell’Acri. Un concetto attuale, ma anche preoccupante.

Ricordiamoci che il risparmio privato in Italia è molto alto. Nel 1992, altro periodo di crisi economica, ci fu una patrimoniale.

Il risparmio è alto perché gli italiani spendono solo se guadagnano. Ma se perdono il lavoro?

Il governo Pd-M5s dice che potranno vivere di sussidi. E forse questo al governo non dispiace affatto.

(Federico Ferraù)