L’attesa inversione di tendenza nell’andamento della pandemia, iniziata timidamente nelle scorse settimane, si è manifestata con più decisione in questi ultimi giorni.
Guardiamo infatti alla tendenza delle medie settimanali delle quattro grandezze meno affette da distorsioni da un punto di vista statistico ovvero: il tasso di positività, i ricoverati in terapia intensiva, i ricoverati con sintomi e il numero di decessi.
Il primo di questi parametri (il tasso di positività) ha cominciato a calare già da 2 settimane, quando ha raggiunto un livello massimo a circa il 16%, ed è oggi sceso all’11,7%.
Il numero di ricoverati in terapia intensiva ha seguito un andamento analogo, passando nello stesso arco di tempo da 1.700 a 1.500 presenze.
D’altro canto, il numero di ricoverati con sintomi è passato da 19.836 registrato 5 giorni fa, agli attuali 19.413.
Il numero di decessi, infine, come abbiamo purtroppo imparato in questi anni, è l’ultimo dei parametri ad iniziare un andamento decrescente e si è attestato da circa una settimana ad un livello che oscilla intorno a circa 370 decessi giornalieri.
I grafici relativi a queste quattro grandezze mostrano con chiarezza questi andamenti e ci suggeriscono le seguenti considerazioni.
1. La quarta ondata ha intrapreso con decisione la sua fase di remissione. La storia ci ha insegnato che il calo dei parametri pandemici è molto più lento della sua salita, come mostrano chiaramente i grafici, per cui è difficile prevedere il momento nel quale torneremo ai livelli minimali del giugno 2020 e del luglio 2021 quando ci siamo considerati fuori dai rischi della pandemia. Tuttavia, questo dovrebbe verificarsi verso la fine di maggio in mancanza di eventi perturbanti quali, ad esempio, l’arrivo di nuove varianti.
2. I grafici mostrano come le oscillazioni nel tempo si siano manifestate con intensità via via decrescenti. Tale andamento è particolarmente evidente osservando i grafici relativi alle terapie intensive ed ai decessi, dove si osservano punti di massimo sempre più bassi nel tempo. Lo si osserva anche per quel che riguarda i ricoverati con sintomi, se si fa eccezione per la salita tra la prima e la seconda ondata, influenzata però dall’accresciuta disponibilità di posti letto nelle strutture ospedaliere realizzatasi nell’intervallo di tempo considerato. Nel punto di massimo della prima ondata i decessi giornalieri erano 821, nella seconda ondata erano 685, nella terza 442 e in questa quarta si sono fermati a 375. In maniera ancora più evidente il numero massimo di ricoverati in terapia intensiva è stato di 4.018 nella prima ondata, di 3.809 nella seconda, di 3.713 nella terza e di 1.700 in quella attuale. I valori massimi vanno dunque riducendosi sensibilmente, ma non ancora spegnendosi. Se, come tutti ci auguriamo, non interverranno ulteriori e più letali varianti, la quinta ondata (laddove dovesse presentarsi in futuro) possiamo attenderci che sarà ulteriormente ridotta quanto ad intensità e gravità.
3. A questo trend decrescente fa eccezione il grafico relativo all’andamento del tasso di positività, il quale evidenzia un punto di massimo più elevato in questa quarta ondata rispetto alle 2 precedenti (pur senza raggiungere il livello registrato nella prima ondata della primavera del 2020). In effetti guardando insieme i quattro grafici risulta evidente come l’infettività di questa quarta ondata sia stata più elevata, ma con conseguenze decisamente meno gravi in termini di ricoveri e decessi grazie alla diffusione della campagna vaccinale.
In conclusione, proseguendo con i comportamenti virtuosi di questi mesi e senza abbassare la guardia, leggendo i numeri della pandemia possiamo finalmente guardare ai prossimi mesi con maggiore ottimismo rispetto al passato. Senza illudersi però che la fine sia dietro l’angolo.
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