Nonostante le tensioni in Medio Oriente tra Israele e Iran, il prezzo del petrolio resta poco sopra i 70 dollari al barile, lontano dai 90 dollari raggiunti circa un anno fa. Per Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, «questo andamento riflette gli attuali scarsi timori circa un’interruzione delle forniture da parte dei principali produttori dell’area come l’Arabia Saudita, il cui ministro del petrolio Abdulaziz bin Salman in settimana ha anzi parlato della possibilità che i prezzi scendano addirittura a 50 dollari al barile».



Come sarebbe possibile un ribasso di questo tipo?

Ryad accusa altri Paesi membri dell’Opec+ di non rispettare i limiti di produzione concordati e sembra pronta a fare altrettanto, facendo così scendere il prezzo del petrolio, pur di mantenere la sua quota di mercato. Per il momento, comunque, la situazione appare tranquilla, anche perché da diversi mesi continua a esserci un eccesso di offerta, dovuto anche all’aumento della produzione da parte degli Stati Uniti e alla minor domanda cinese rispetto al passato.



Israele potrebbe colpire gli oleodotti e gli impianti petroliferi iraniani. In quel caso potrebbero esserci ripercussioni sul prezzo del greggio?

Sì, ma limitate, in quanto la produzione iraniana è piuttosto marginale rispetto al mercato globale e orientata principalmente verso Cina e India. Certamente danneggiare quelle infrastrutture rappresenterebbe un duro colpo per il regime di Teheran, per il quale il petrolio resta un’importante fonte di introiti.

Intanto, per quanto riguarda il gas, il Ttf di Amsterdam continua a rimanere intorno ai 40 euro/MWh…

I prezzi stanno scontando un po’ di timori per il prossimo inverno. Potrebbe esserci qualche interruzioni nelle forniture, soprattutto dal momento che circa metà di quelle russe sono state sostituite da Gnl che deve arrivare via nave dal Medio Oriente, dall’Africa o dagli Stati Uniti. E non dobbiamo dimenticare il gas che transita dall’Ucraina, dove ancora si combatte una guerra.



Dobbiamo, quindi, aspettarci delle bollette un po’ più care rispetto agli ultimi mesi?

Il Ttf staziona intorno ai 40 euro/MWh da agosto, per cui già adesso i prezzi di gas ed elettricità sono più alti rispetto al primo semestre dell’anno, vedremo se resteranno in linea con quelli dello scorso inverno. Potrebbe dipendere anche dal clima.

Nei giorni scorsi Microsoft e Blackrock hanno mostrato interesse nell’investire nel nostro Paese per la realizzazione di data center, infrastrutture particolarmente energivore. Sarà necessario aumentare l’offerta di elettricità in Italia?

L’intelligenza artificiale potrebbe svilupparsi ulteriormente nei prossimi anni e le Big tech americane hanno bisogno di data center anche in Europa, dove hanno molti clienti. Dal loro punto di vista l’Italia presenta alcune opportunità, soprattutto perché la domanda di elettricità è piatta e perché c’è un rischio di deindustrializzazione che la farebbe ulteriormente scendere. Inoltre, c’è parecchia capacità di generazione tradizionale, comprese le centrali a carbone in via di dismissione.

L’interesse non è dato, quindi, dalla disponibilità di energia rinnovabile dal fotovoltaico o dall’eolico?

Questi data center non potranno funzionare, come in buona fede avevano promesso in passato le Big tech ai loro clienti, solamente con le rinnovabili. Occorre infatti energia elettrica stabile e sicura a tutte le ore del giorno indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, che può essere prodotta da fonti fossili o con il nucleare. In questo senso penso sia utile guardare anche a quello che sta accadendo negli Stati Uniti.

A che cosa si riferisce?

Al fatto che Microsoft e Constellation Energy hanno firmato un accordo per riaprire la centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania, dove nel 1979 ci fu il primo grande incidente occidentale, con la parziale fusione del nocciolo in uno dei reattori. Il colosso di Redmond si garantirà così la fornitura esclusiva ventennale di elettricità per alimentare i suoi data center.

(Lorenzo Torrisi)

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI