Slitta a settimana prossima la cabina di regia che avrebbe dovuto estendere il green pass alla scuola – al momento l’86% del personale docente è immunizzato – e dunque anche il decreto con le misure aggiuntive del governo. Domani sul tavolo del Consiglio dei ministri ci sarà solo la giustizia. Conte e i 5 Stelle “faranno buon viso a cattivo gioco, accontentandosi dei cambiamenti richiesti sui reati di mafia e terrorismo” è la previsione di Stefano Folli, editorialista di Repubblica.
Ieri intanto migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in 12 città italiane contro l’obbligo vaccinale. “Siamo in un paese democratico” dice Folli “e non mi piacciono i tentativi di usare la forza contro il dissenso. Nello stesso tempo, andrebbero evitate le strumentalizzazioni”.
La riforma del processo penale verrà votata in tempo o è destinata a slittare?
Io penso che il governo ce la farà prima della pausa estiva. O mediante un accordo forte, in via di discussione in queste ore, oppure con il voto di fiducia. In ogni caso, il governo non farà marcia indietro.
Allora vuol dire che a fare marcia indietro saranno Conte e i 5 Stelle.
Faranno buon viso a cattivo gioco, dicendo di essere soddisfatti dei cambiamenti richiesti sui reati di mafia e terrorismo (M5s ne ha chiesto l’esclusione dal nuovo sistema basato sui tempi processuali, ndr).
Gli altri partiti?
Dovranno rientrare nei ranghi per non riaprire il meccanismo dei veti incrociati.
La giustizia è certamente la voce più importante, ma il menu del Pnrr prevede anche fisco e concorrenza.
La riforma fiscale è importante, ma non penso che si possa fare entro agosto. Si fisseranno alcune linee e il resto lo si farà a settembre.
Questi ritardi pregiudicheranno la tempistica del Recovery o la fiducia dell’Europa?
No, perché la garanzia è Draghi stesso. L’Europa si fida di lui.
È invece slittata di sette giorni la decisione sull’estensione del green pass a scuola, trasporti e lavoro. Il governo sa cosa fare?
Auguriamoci di sì. Decidere è complesso perché ci sono molte variabili in gioco e il governo non può permettersi di fare passi falsi. Draghi ha fissato delle priorità, il ritorno in presenza è una di queste, e intende mantenere la rotta. Il resto spetta ai ministri con le deleghe specifiche. Terrei, però, ben fermo un punto.
Dica.
È inevitabile che ci siano dubbi e cautele. Ci stiamo inoltrando in un terreno per lo più sconosciuto.
Ieri è stato il giorno delle piazze per la libertà vaccinale. Possono impensierire il governo?
Innanzitutto si deve garantire la libera espressione di tutti. Siamo in un paese democratico e non mi piacciono i tentativi di usare la forza contro il dissenso. Se non ci sono intolleranze e violenze, non vedo perché non si debbano autorizzare le manifestazioni. Quanto alle ripercussioni sul governo, le escluderei: ad andare in piazza è una minoranza, come sono una minoranza i dubbiosi o i contrari alle vaccinazioni e al green pass, che pure presenta elementi sui quali è meglio usare prudenza.
Le sue riserve?
Non ne farei una battaglia di “libertà” con paragoni assurdi riferiti alle dittature. Però parliamo di misure o accorgimenti che dovrebbero essere circoscritti nel tempo. Quanto alle manifestazioni, vanno rispettate, non vanno sopravvalutate, soprattutto non vanno strumentalizzate politicamente.
Ieri Salvini ha incontrato Draghi. Come sono i rapporti?
Nonostante tutto mi paiono buoni. Draghi è stato molto duro, era inevitabile che Salvini la prendesse male, come è inevitabile che ci siano episodi di questo tipo. Però il Salvini di oggi, a differenza di quello di due anni fa, si sta comportando bene nel governo, e non vedo i presupposti perché la Lega cambi idea su Draghi.
Però Salvini vorrà vedere dei risultati, anche in termini di consenso al suo partito.
È un’aspettativa legittima, ma bisogna riparlarne dopo le amministrative, quando saremo in un contesto diverso.
Come spiega la “buona condotta” del capo della Lega?
Salvini vuole contare il più possibile nell’elezione del Capo dello Stato.
Lei si candiderebbe a Siena fidandosi di un accordo con Renzi?
Un patto con Renzi è sempre a rischio. Però è fuor di dubbio che Renzi non ha interesse a far cadere Letta a Siena; se questo avverrà, sarà su altre questioni. Ha invece interesse a fargli pesare il suo ruolo politico.
Cioè: senza di me non vai lontano?
Sì. E soprattutto Letta si sbaglia, secondo Renzi, se pensa di insistere sull’alleanza con Conte e i 5 Stelle.
Se non ci sono incidenti sulla giustizia, come entra il governo Draghi nel semestre bianco? Più forte o più debole?
Più forte, perché non ha alternative e perché i partiti sono molto deboli e litigiosi, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, mentre il governo che sostengono non è tecnico, sta attuando un’agenda politica.
(Federico Ferraù)
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