Dopo un lungo lavorio in commissione Bilancio, dove sono stati recepiti anche proposte dell’opposizione, in particolare in favore dei lavoratori autonomi, la Legge di bilancio approda in aula alla Camera, dove dovrà affrontare una votazione accelerata che sarà probabilmente favorita dalla convergenza che c’è stata tra le forze politiche. Convergenza che nelle stesse ore sembra venir meno nella maggioranza, visto che Italia Viva è tornata a minacciare una crisi di governo. Dopo aver incontrato ieri le delegazioni di Pd e M5s, oggi Conte riceverà quelle di Italia Viva e Leu per un confronto sul Recovery plan. Abbiamo fatto il punto della situazione con Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie
Professore, cosa pensa della Legge di bilancio dopo le modifiche apportate in commissione alla Camera?
Alcuni emendamenti approvati sono sicuramente positivi, come quello relativo alla proroga del superbonus del 110%, una misura che oltre a favorire il risparmio energetico dà una spinta importante alla struttura produttiva dell’edilizia pesante. È un vantaggio sia per i cittadini che per le banche, che possono impiegare la liquidità in investimenti di buona qualità.
Le novità più importanti riguardano forse i lavoratori autonomi, con la Iscro, una sorta di cassa integrazione loro riservata, e lo stop ai contributi previdenziali nel 2021 per le Partite Iva.
Si tratta di provvedimenti importanti, ma dobbiamo anche renderci conto che si tratta di un tappabuchi. Nel 2021 esploderà un problema occupazionale e anche gli autonomi ne saranno coinvolti. Quest’anno sono stati particolarmente colpiti dalla crisi e il 2021 non partirà certo con una svolta. Per le attività produttive in generale c’è poi poco in questa manovra. E poi sono stati approvati degli emendamenti insensati.
Quali?
Valga su tutti il “bonus rubinetti”. È assurdo, perché bisognerebbe preoccuparsi delle perdite degli acquedotti più che del risparmio di acqua nei punti di erogazione finale. Sicuramente si darebbe un maggior impulso all’economia e si affronterebbe un problema particolarmente presente nell’Italia meridionale e su cui si è intervenuti poco, anche per via della scelta, sancita in un referendum, di escludere l’iniziativa privata dagli acquedotti.
Qual è quindi il suo giudizio finale sulla manovra?
Complessivamente, nonostante alcuni emendamenti positivi, il mio giudizio sulla Legge di bilancio resta negativo. Non è stato introdotto nemmeno un correttivo al Reddito di cittadinanza, che, come vediamo dai casi di cronaca, finisce anche nelle tasche di criminali.
Nel frattempo si sono riaccese le tensioni nella maggioranza, con Italia Viva che minaccia la crisi di Governo. Cosa ne pensa?
Ho l’impressione che Renzi stia cercando di portarsi avanti e di favorire una crisi per poter intestarsi la nascita di quello che io chiamo Governo di scopo, che altri definiscono di unità nazionale e che un po’ tutti associano a Draghi, sempre che l’ex Presidente della Bce si renda disponibile a questo ruolo. Il leader di Italia Viva vuol forse bruciare sul tempo Forza Italia e Lega e anche evitare di sparire insieme all’attuale esecutivo.
Il Governo cadrà?
Italia Viva può determinare la crisi. E anche se non ci riuscisse, con un poco di tempo in più lo potrà fare il centrodestra, specie al Senato se aumentano i “transfughi”.
C’è chi evoca la strada del voto in caso di caduta dell’esecutivo. Secondo lei il ritorno alle urne è da escludere?
Sì, perché Mattarella non manderebbe l’Italia al voto in un momento di incertezza dovuta all’andamento della pandemia, ma soprattutto in un periodo cruciale per quanto riguarda le risorse del Recovery fund. Io ritengo che il Governo non si stia muovendo nella giusta direzione con il Recovery plan, anche perché i fondi paiono destinati più a vecchi progetti che non a nuovi investimenti. Non è in questo modo che si aiuta la sostenibilità del debito pubblico.
L’esecutivo di scopo che nascerebbe avrebbe una maggioranza di centrodestra?
Non credo che Mattarella lo vorrebbe così e forse nemmeno lo stesso centrodestra, anche perché le sfide da affrontare l’anno prossimo non saranno facili: meglio dire quindi che si garantisce l’appoggio a un esecutivo chiamato a risolvere alcuni problemi senza identificarsi nella sua guida. Certamente il centrodestra avrebbe un peso importante nella maggioranza, che potrebbe comprendere anche esponenti di sinistra o del Movimento 5 Stelle che sono apprezzabili come Sileri.
Che orizzonte temporale avrebbe questo governo?
Teoricamente può arrivare fino a fine legislatura. Sempre che il presidente del Consiglio non diventi nel frattempo presidente della Repubblica.
Ritiene possibile un salto diretto da palazzo Chigi al Quirinale?
Questo dipende anche dalle forze politiche. Credo che però sia più facile che venga rieletto Mattarella. Avere un presidente della Repubblica esterno al panorama politico, infatti, non sarebbe un bel messaggio per gli italiani e anche per il mondo politico, che a causa della pandemia ha smesso di far funzionare le normali istituzioni del sistema rappresentativo.
(Lorenzo Torrisi)