È tornato in campo. E lo ha fatto nel suo stile: spiazzando (non troppo) gli alleati e (soprattutto) gli avversari. Lo ha fatto, come al solito, con una scusa. E i segnali inviati a chi deve intendere, sono destinati ad accelerare molto l’agenda della politica italiana. Per parlar chiaro, il dopo Conte-bis!

Con l’apertura all’utilizzazione delle risorse finalizzate messe a disposizione dalla Commissione europea attraverso il famigerato Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Silvio Berlusconi ha ripreso la scena politica. E lo ha fatto di persona – dando un’impronta inequivocabile all’uscita – intervenendo telefonicamente a “Di martedì”, nel giorno stesso in cui anche il Partito Democratico e Italia Viva per bocca dei rispettivi leader, Nicola Zingaretti e Matteo Renzi, avevano sollecitato il ricorso al fondo salva-stati.



Un’apertura, quella di Pd e Iv, che di per sé aveva scatenato l’ira del Movimento 5 stelle e sollevato forte preoccupazione nelle stanze di Palazzo Chigi.

Nella crepa della maggioranza Berlusconi, da navigato politico che non si perde in quisquiglie quotidiane, ha spruzzato aceto vivo, acuendo, se possibile, il risentimento che ormai viaggia a fior di pelle tra i partner di governo. Non basta. Berlusconi, intervenendo da Giovanni Floris, ha completato l’opera elogiando pubblicamente Pierluigi Bersani; il suo celebre avversario (lo smacchiatore del giaguaro Silvio), ma come lui, Renzi e Zingaretti schierato sul fronte pro-Mes.



Un altro cuneo inserito nella maggioranza tra l’ala sinistra ed una Movimento 5 Stelle ormai senza guida, né progetto politico tenuto unito solo dall’ombrello governativo del Conte-Bis ma dilaniato al suo interno da sensibilità diverse anche proprio (ma non solo) sul Mes. Il momento sembra propizio per l’assalto alla diligenza: il Quirinale, da cui dipenderà ogni scelta sul futuro del Governo, è avvisato.

Forza Italia è pronta alla Gran coalición!

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