“La prima vera attività del governo è stare fermo” dice Aldo Giannuli, ricercatore di storia contemporanea alla Statale di Milano, consulente di varie procure per le stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia, con all’attivo numerosi saggi che spaziano dalla strategia della tensione al caso Moro, da Gelli alle guerre di intelligence.
Renzi, dice Giannuli, ancor prima di decidere le sorti del governo sta innanzitutto sfruttando l’incoerenza del Pd, perché il partito di Zingaretti durante il Conte 1 aveva votato contro una riforma, quella di Bonafede, che adesso sta difendendo.
Questo governo si è formato solamente per impedire le elezioni, spiega Giannuli. Ciò non significa che il gioco politico dei quattro partiti che lo compongono sia esente da rischi, soprattutto nei primi sei mesi del prossimo anno. Ma prima di allora verrà il voto di domani al Senato sul caso Gregoretti. Un appuntamento particolarmente atteso da M5s e Pd.
Renzi ha annunciato che se la riforma della prescrizione passerà con il decreto milleproroghe, è pronto a sfiduciare Bonafede.
Una premessa: nel merito ha ragione da vendere, perché questa riforma è una schifezza come poche. E poi presentarla con il milleproroghe vuol dire che siamo al di là del bene e del male.
È l’ex premier l’arbitro vero delle sorti del governo?
Di certo sfrutta tutti gli appigli che gli si offrono. Il governo ha fatto una riforma sbagliata, e la serve nel peggiore dei modi. Per adesso il vantaggio di Renzi è un altro.
Quale?
Non dimentichiamo che il Pd, durante il governo giallo-verde, ha votato contro la riforma. Adesso sta offrendo a Renzi su un piatto d’argento tutto il suo elettorato garantista. E Renzi non chiede di meglio.
Quanto può durare un governo bloccato sui principali dossier come il Conte 2?
Questo governo si è formato solamente per impedire le elezioni. Per il resto, non ha mai avuto un’anima, e un presidente del Consiglio abile, manovriero, un democristiano di terza fila, gli ha permesso di campare. Davanti alle difficoltà, troveranno sempre un modo per sbrogliarle.
Ma Renzi cosa farà?
Per ora il governo non cade. Per andare al voto, Renzi ha bisogno di una legge elettorale proporzionale. Se ne parla, ma la legge ancora non c’è. Sarà fondamentale la soglia di sbarramento.
E dopo?
Aspira a fare l’ago della bilancia. Se si vota con i partiti negli attuali rapporti di forza, la destra vince, ma con il proporzionale potrebbe non avere la maggioranza assoluta dei seggi al Senato.
Come potrebbe cambiare la situazione nel medio termine?
Per un po’ di tempo il governo può farcela, dopo si vedrà. Intanto ha superato lo scoglio del voto emiliano. Tempo un mese e saremo di nuovo in campagna elettorale in sei Regioni; si tratterà di vedere come affrontare e ammortizzare quel risultato politico. Il ragionamento è semplice: l’alternativa è la brace di Salvini, se non vogliamo la brace, rassegniamoci a friggere nella padella del governo. Che poi sono le continue sceneggiate che vediamo.
Intanto Salvini ha cambiato strategia. Prima voleva andare a processo per il caso Gregoretti, adesso vuole evitarlo. Domani si vota. Secondo lei come andrà a finire?
Credo che Pd e 5 Stelle non potranno far altro che votare per il suo deferimento.
Ma così Salvini incorrerà nella legge Severino.
Penso di sì. Non dovrebbe essere una cosa che dispiace tanto agli altri.
Questo Parlamento riuscirà ad eleggere il Capo dello Stato nel 2022 e ad arrivare alla fine della legislatura?
Che arrivi al 2023 mi sembra impossibile. Potrebbe arrivare al ’22 con un rischio serio che si voti nel ’21. Nel 2020 non si vota, ma nell’intervallo di tempo che va dal gennaio al giugno del 2021, inizio del semestre bianco, tutto è possibile. Il governo sa di non poter tirare troppo la corda perché quei sei mesi sono pericolosi.
Se li supera?
Se li supera, nel ’22 il Parlamento elegge il nuovo Presidente della Repubblica, che un minuto dopo, e questo nessuno potrà più impedirlo, scioglierà le Camere.
(Federico Ferraù)