La sicurezza europea è minacciata dall’aggressività russa ed è indebolita dal timore che l’America non voglia più, o non possa per eccesso di impegni globali, garantirla: questo è il tema del non facile summit Ue dei giorni scorsi a Bruxelles. Se tale gap di sicurezza non fosse compensato, sarebbe probabile un effetto depressivo sui valori finanziari europei, rischio da evitare per le sue conseguenze di impoverimento sistemico.
Tale considerazione porta a valutare la scelta di Parigi, potenza singola nucleare dell’Ue, di utilizzare il metodo dell’ambiguità strategica come strumento dissuasivo contro la Russia: potremmo ingaggiare truppe europee in Ucraina con avanguardia francese (e strumenti di profondità). Sul piano tecnico della deterrenza, tale comunicazione è stata corretta. Infatti, ha preoccupato Mosca che già usa l’ambiguità strategica stessa, adombrando il ricorso all’arma nucleare per compensare il suo gap (temporaneo) di capacità convenzionale: ha trasferito missili nucleari tattici alla Bielorussia per segnalare via “false flag” un limite offensivo all’Ucraina. E all’America che vorrà contenere l’eventuale escalation nucleare alla sola area europea orientale, senza estenderla all’America stessa per indurla a un non interventismo in Europa.
Parigi ha usato l’incertezza sull’esito delle elezioni presidenziali in America del novembre 2024 per ergersi a potenza guida dell’Ue. Ma ha sbagliato la comunicazione per eccesso di foga, probabilmente per la priorità di Emanuel Macron di recuperare via “grandeur” consenso interno. Anche in caso di elezione di Donald Trump è improbabile che l’America conceda alla Russia il dominio sull’Ue perché ne ridurrebbe il concetto di “great again”, facendo un geofavore alla Cina pur nella tendenza isolazionista. Così come lo sarebbe nel caso di una vittoria di Joe Biden. Ma in ogni caso Parigi, pur sbagliando comunicazione ai partner europei dipendenti da elettorati debellicizzati, con eccezione di quelli euronordici orientali, ha colto un problema di intensità dell’ombrello statunitense di sicurezza sull’Ue via Nato che implica un aumento della capacità dissuasive dell’Ue stessa.
Come? L’Ue dovrà necessariamente aumentare gli aiuti militari all’Ucraina per usarne la propensione a combattere per propria utilità, dando in cambio a Kiev un processo accelerato, pur graduale, di inclusione nell’Ue stessa. Inoltre, dovrà aumentare la spesa militare e dimostrare di essere una componente Nato più capace di gestire la sicurezza regionale, lasciando all’America un impegno meno gravoso su questo fronte per permetterle un investimento adeguato nel Pacifico e nel Sud globale. L’interesse finanziario di settore riguarda più la spesa militare di investimento in tecnologie future di superiorità, perché “cannoni che producono burro” innovativo trasferibile al mercato civile, che non di consumo contingente. Ma il secondo è nel breve termine prioritario per una necessaria ribellicizzazione dissuasiva dell’Ue.
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