Il “decreto Salvamare” approvato un mese da dalle Camere contiene una “chicca” passata sotto silenzio: proibisce quasi inderogabilmente la costruzione di nuovi impianti di desalinizzazione, con una serie di motivazioni ambientaliste da anni Ottanta che fanno quasi tenerezza a chi non scoppia a ridere o non si imbestialisce. Il che, alla vigilia di una inesorabile fase di siccità diffusa, è un surreale paradosso. Quasi come quello per cui non si trova sul mercato CO2 per gasare le bevande mentre il problema del globo è che c’è troppa CO2 in giro.



Nel frattempo il governo Draghi è al quarto intervento correttivo – per quattro volte confusionario – della legge sul superbonus ecologico, quella del famoso 110%, additata alla pubblica riprovazione dal ministro dell’Economia Daniele Franco che ne ha definito gli abusi come la più grande truffa allo Stato degli ultimi trent’anni, visto che ad oggi cubano 6 miliardi di euro. Già, ma chi le ha scritte quelle modifiche, e con quali arti, le mani o i piedi?



Nel frattempo, il bilancio dei nuovi impianti fotovoltaici installati in Italia è ri-di-co-lo: appena 1.351 mw installati nel 2021, con un ritmo in base al quale il target di 70 nuovi gigawatt che sarebbe necessario per adempiere agli obiettivi di Glasgow rischia di slittare tra 124 anni.

Il Pd ha proposto la liberalizzazione della cannabis, ma intanto la cocaina la fa sempre più da padrone nel mercato della droga italiano: nel 2019 le forze dell’ordine hanno sequestrato quasi 8,3 tonnellate della sostanza, tre volte in più rispetto all’anno precedente. La domanda cresce costantemente ed oggi il 31% dei quasi 16 miliardi di euro spesi per l’acquisto di sostanze stupefacenti è correlato proprio alla cocaina. Le sostanze stupefacenti più diffuse sul mercato illegale restano la cannabis e i suoi derivati, seppur in flessione rispetto all’anno precedente (a favore della coca); stabili i consumi fra i giovanissimi.



In quest’Italia disorientata la “safety car” della politica (copyright Matteo Renzi) incarnata da Mario Draghi e dal suo “campo largo” s’è inceppata. Grillini e leghisti vanno per conto loro ma comunque anche agli altri partiti, più ipocriti, l’annullamento e l’invisibilità che avevano accettato all’avvento di Supermario comincia a stare sulle scatole.

Il carovita da idrocarburi, permeato da una serie di altre voci della spesa quotidiana delle famiglie, invoca dal governo interventi-tampone che costano ormai troppo. La Bce è una cavalla nella nebbia che spia da lontano le mosse della Fed senza avere il coraggio di imitarle. I regolamenti del Pnrr sono tutti da scrivere, non solo in Italia. La politica dei redditi attende invano una linea.

Le aziende energivore iniziano realmente a chiudere i battenti  piuttosto che lavorare in perdita per i sovracosti energetici. I costi della logistica si fanno insostenibili.

La nostra grande cliente, la Germania, è nei guai economici che Edoardo Laudisi qualche giorno fa ben descriveva sul Sussidiario. Vede la bilancia commerciale in rosso, già baluardo del suo potere economico. Di tutto ha voglia fuorché di comprare merci da noi. Ma a nostra volta abbiamo dovuto drasticamente comprimere l’export verso la Russia e, in subordine, verso la Cina. Grazie all’incredibile tenacia dei piccoli e medi imprenditori il Pil del primo semestre ha sofferto meno e si è ridotto meno del previsto, ma la povertà è aumentata e secondo la Coldiretti due milioni e mezzo di persone iniziano ad avere concreti problemi di scarsità alimentare.

La ripercussione delle sanzioni occidentali contro la Russia sta diventando una maxi-sanzione dell’Oriente contro l’Occidente, al di là delle peggiori previsioni.

In queste condizioni la possibilità di varare in Italia a settembre una legge di bilancio inclusiva, capace di accogliere le diverse istanze dei partiti del campo largo, è sostanzialmente residuale. E una recrudescenza settembrina di personalismi iracondi capace al contrario di far saltare il banco e portare il Paese al voto anticipato nonostante il freno di Mattarella – e tanto, quando mai ci sarà tempo e spazio per varare una legge elettorale condivisa e migliore di quella attuale? – ogni giorno che passa diventa più concreta.

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