Dopo quella di Olaf Scholz, è arrivata anche l’apertura di Angela Merkel sull’unione bancaria in occasione dell’incontro avuto a Roma lunedì sera con Giuseppe Conte. “L’unione bancaria deve essere portata avanti, per garantire la stabilità dell’euro”, ha detto la Cancelleria tedesca, che ha ringraziato l’Italia per il suo impegno in Libia e ha promesso una cooperazione con il nostro Paese nel settore dell’acciaio. «Attenzione perché la Krupp ha già chiuso le acciaierie in Italia», ricorda Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie.
Sul fronte dell’unione bancaria è arrivata però la conferma di un’apertura che può essere importante per l’Italia.
Per l’Italia l’unione bancaria può essere importante a patto che non si stabiliscano regole e parametri onerosi per noi. Dobbiamo, per esempio, evitare che vengano privilegiate le banche d’affari rispetto a quelle commerciali, come di fatto è avvenuto negli ultimi anni. Non dobbiamo poi dimenticare che dell’unione bancaria dovrebbero far parte anche i francesi, che hanno la struttura finanziaria più grande d’Europa. Bisogna quindi chiedersi se avranno delle richieste o delle pretese per dare il loro via libera. Finora la Francia ha sottoscritto trattati e patti europei sapendo che avrebbe avuto dei vantaggi o delle eccezioni.
A proposito di Francia, la visita della Merkel è stata anche un’occasione per “smarcarsi” da Macron, visto che è stata ribadita l’importanza della Nato.
Indubbiamente, con l’uscita del Regno Unito dall’Ue, la Germania ha bisogno di una sponda in Italia, anche perché è scocciata dall’atteggiamento della Francia di Macron. Le dà fastidio la politica in Africa di Parigi, il suo potere petrolifero e nucleare che lei non ha. La Bce, inoltre, ora è “controllata” dai francesi. La Francia si è “ingigantita” e sta anche “inglobando” l’Italia. La Merkel è preoccupata del fatto che il nostro Paese diventi una colonia francese, visto anche quel che è successo tra Fca e Psa nel mondo automotive, un settore in cui i legami tra Italia e Germania sono importanti.
Dunque l’apertura tedesca sull’unione bancaria può essere anche un modo per cercare di costruire una sponda anti-francese in Italia?
Non è facile per la Germania costruire una sponda in Italia in questo contesto politico, dove al Governo c’è il Pd che, come ho già spiegato, ha legami con la Francia. Il Movimento 5 Stelle non è invece chiaro che linea abbia e se Conte lo rappresenti al 100%. Certamente per la Merkel sarebbe più facile se ci fosse un esecutivo di centrodestra e se Salvini portasse la Lega nell’alveo del Ppe, dove d’altro canto si trova anche Orban. C’è quindi per il momento un aggancio interessante, che fa capire che se ci fosse uno scenario politico diverso si potrebbe costruire un asse tra Roma e Berlino. La Germania ha bisogno dell’Italia, solo che l’Italia di Conte non è quella che serve alla Germania.
Alla Germania converrebbe quindi un cambio di Governo…
Secondo me, con questa visita la Merkel lancia una specie di amo per favorire in Italia anche una modifica politica. Facendo capire che con un quadro un po’ diverso saremo “affratellati”.
Il tentativo della Germania è chiaro. Ma a noi conviene “affrattellarci” con Berlino?
Solo se siamo in grado di ottenere delle contropartite. Intanto dobbiamo chiedere delle regole per l’unione bancaria che non ci penalizzino. In generale andrebbe poi chiesta la creazione di una politica fiscale comune europea, non però nella forma chiesta da Macron con un Commissario ad hoc, ma in modo che anche noi possiamo avere voce in capitolo. Non dico che dobbiamo chiedere l’impossibile, ma anche in Germania c’è chi ritiene che si possa riformare l’Europa.
(Lorenzo Torrisi)