Nel 1973, nel periodo forse più infernale della “Rivoluzione culturale”, il giovane Zhang Tiesheng divenne famoso perché si rifiutò di completare il suo esame di ammissione all’università e consegnò il compito in bianco.
Mao e la sua famigerata Banda dei Quattro ne fecero un eroe e chiusero le università, “fabbriche di topi da biblioteca che non hanno mai avuto un giorno di onesto lavoro”.
La cosa era folle, ma c’era del metodo e un fine in questa follia. Mao, ormai probabilmente paranoico, non sopportava alcun limite al suo potere. Cieco sull’economia e battuto nei suoi progetti con il “Grande balzo in avanti” del 1957 non serbava nemmeno più sogni di sviluppare il paese. Quindi l’ignoranza, degli altri, doveva regnare, mentre lui passava i suoi giorni seppellito dai libri.
Oggi chi è il Mao dietro la stupida follia patente del Movimento 5 Stelle? C’è un disegno o un metodo?
C’è lo sketch della giovane Virginia Raggi (sindaco di Roma) sull’economia spiegata con le molliche di pane e la conclusiva domanda saccente “lo hai capito Salvini?”. C’è poi il sempre giovane Alessandro Di Battista (profeta in semi-esilio del M5s) che sentenzia: meglio dare i soldi ai libici che al restauro della cattedrale francese Notre-Dame, incendiata la settimana scorsa.
I due si rendono conto di farsi del male e fare del male al M5s esibendosi così?
Chiudere le università condanna un paese all’arretratezza e alla miseria. Ugualmente, non capire che non ci può e non ci deve essere una scelta tra i libici e Notre-Dame e che l’economia, nemmeno domestica, si spiega con le molliche, condanna tutti al gorgo dell’inferno.
La propaganda dell’ignoranza, del “lo dice lei” quando non si sa e non si hanno argomenti, è diabolica perché nega migliaia di anni di sforzi di civiltà per raggiungere l’attuale stato umano. Vuole riportare l’essere umano alla bestia, in senso letterale e morale.
Ammesso che non ci sia un disegno politico. Se invece un disegno c’è, è una fortuna, perché almeno con gli uomini con un disegno si può parlare. Il problema oggi sarebbe sapere chi è costui e presentargli lo scenario attuale che è il seguente.
Grazie alla stupidaggine dell’accordo con la Cina, l’Italia è oggi isolata come non mai. In Libia Serraj (filoitaliano) è sotto assedio da Haftar. Con la guerra si spende e non si estrae petrolio. In queste condizioni l’unica vera risorsa per le fazioni in lotta è riattivare il traffico di schiavi-emigranti verso l’Italia.
Questi possono essere accolti o lasciati affogare, in entrambi i casi è una tragedia per l’Italia. Roma aggrava il suo problema dell’accoglienza o diventa assassina di africani. La prima metterebbe la società italiana sotto stress; la seconda cosa condannerebbe il paese al disprezzo internazionale, perché una cosa è respingere gli emigrati a un confine di terra, altro è ricacciarli in mare.
Sotto questa spada di Damocle si andrà alle elezioni europee il 26 maggio. L’attesa oggi è che la Lega prenda oltre il 30% e il M5s vada sotto il 20%. Quindi i deputati 5 Stelle, che prima delle elezioni erano spesso, nella sostanza, disoccupati, non vorranno il voto (per timore di perdere il posto in Parlamento) mentre la Lega vorrà invece incassare l’assegno.
La Lega non ha interesse ad aspettare: la sua fase di crescita sembra arrestata, la pressione contraddittoria dei migranti potrebbe minare molti assetti in Italia e all’estero. Quindi la Lega deve incassare il voto di maggio prima che salti tutto o quasi.
Come si scioglierà questo scontro di interessi contrapposti?
Poi c’è l’economia. Il ministro Giovanni Tria ha praticamente annunciato l’aumento dell’Iva. Cioè dalla seconda metà dell’anno saranno lacrime e sangue con una crisi che potrebbe essere seconda solo a quella della guerra, un rischio di default e di arrivo della Troika europea.
In questa situazione cosa dicono o pensano i 5 Stelle? Capiscono ciò che sta accadendo? E se non lo capiscono e ci credono, sentono il vento che li investe? La verità è che bisogna uscire da questo clima di Rivoluzione culturale dove il vero e il falso, la sapienza e l’ignoranza sono diabolicamente equivalenti.
Finita la Rivoluzione culturale Zhang Tiesheng si fece 15 anni di prigione per la sua bravata. Dopo la morte di Mao però la Cina non tornò agli anni 50, all’epoca del comunismo sovietico in salsa agrodolce di Pechino, ma voltò pagina.
Qui nessuno vuole 15 anni di prigione per Raggi e Di Battista, ma la fine della Rivoluzione culturale è la precondizione per pensare di affrontare i problemi attuali e prossimi. Signor Mao di M5s, se c’è batta un colpo.