Il destino dei 5 Stelle è appeso alle comunali: “Se il risultato sarà deludente, tutti addosso a Conte. Se invece supererà il 12-13%, tutti dietro”, prevede Mauro Suttora, giornalista e scrittore, un libro sui confini italiani, già inviato per Europeo e Oggi, collaboratore dell’HuffPost.
Grillo e Casaleggio, dice, hanno perso definitivamente la partita contro Conte, che però deve guardarsi da Di Battista e Di Maio. A Roma sarà Gualtieri ad andare al ballottaggio contro il centrodestra. A Bologna invece “nessuno si accorgerà della presenza dei grillini: come in tutto il Nord, staranno ampiamente sotto il 10%”.
Il ministro Cingolani con le sue dichiarazioni pro-nucleare e anti-ambientalismo radical chic ha provocato un terremoto in M5s: dovremo temere sfracelli?
No, perché di Cingolani si era innamorato Grillo, non Conte. Forse per prossimità geografica, visto che Cingolani dirigeva l’Istituto di tecnologia di Genova, la città di Grillo. È uno dei molti entusiasmi tanto improvvisi quanto immotivati del comico, come quello per Draghi.
Conte ha detto che ci sarà un chiarimento.
A Conte non resta che protestare ogni volta che Cingolani dice cose non gradite, esattamente come fa Salvini con la Lamorgese. Ma in concreto non farà nulla.
Allora il M5s dovrà temere un’altra perdita di voti? È sempre stato per il no al nucleare.
Anche Cingolani parla tanto, ma non sarà certo lui a resuscitare il nucleare, morto e sepolto dopo Chernobyl e Fukushima.
In altri tempi avremmo detto: ci penserà Grillo. O il suo tempo è finito?
Grillo e Casaleggio junior hanno perso definitivamente la partita contro Conte. Quel che resta dei grillini ora va dietro all’ex premier.
Da chi deve guardarsi Conte?
Solo dai risultati delle comunali fra un mese. Se saranno a una cifra, sparirà anche lui. Altrimenti, potrà continuare a sperare di resuscitare i grillini.
C’è qualcuno che insidia la sua leadership?
Deve guardarsi da Di Maio e Di Battista, cioè l’ala destra e sinistra del M5s.
A Roma M5s corre da solo, almeno al primo turno, mentre a Bologna ha siglato un patto contiano col Pd. Qual è lo schema vincente?
Nessuno dei due. A Roma, a meno di un clamoroso scivolone del Pd, Gualtieri dovrebbe farcela ad andare al ballottaggio contro il centrodestra. Certo, sempre che Raggi e Calenda non gli rosicchino troppi voti. A Bologna nessuno si accorgerà della presenza dei grillini: come in tutto il Nord, staranno ampiamente sotto il 10%. E Bugani non è conosciuto fuori dal M5s.
Finora Di Maio è stato l’argine a Conte più efficace. Che cosa aspetta a prendere il suo posto?
Ora Di Maio pensa al ministero degli Esteri: la sua tournée in Turkmenistan e Uzbekistan dopo il disastro Afghanistan gli darà prestigio. Vive della luce riflessa di Draghi e del suo peso internazionale. Gli uomini della corrente di Di Maio, come Spadafora, punzecchiano Conte, ma il redde rationem arriverà con la scelta dei candidati alle politiche. Se l’ex premier penalizzerà i dimaiani, loro si rivolteranno.
Torniamo a Roma e ipotizziamo la Raggi al secondo turno. A quel punto cosa succede?
Perderà, così come perderà Gualtieri. Roma mi sembra saldamente in mano al centrodestra, nonostante il loro candidato sia un personaggio pittoresco.
Vedi movimenti interessanti tra gli ex e i fuoriusciti? Di Battista cosa sta facendo?
Non lo so, ogni tanto scrive su Facebook. Chissà se abboccherà agli ami del furbo Conte, che lo vuole usare contro Di Maio. Sarà interessante vedere quanto prenderà il 3 ottobre l’ex leghista ed ex grillino Paragone, col suo Italexit. Temo per lui che non superi l’1%.
A Milano invece Conte sembra abbia trovato un accordo con Sala, che ha in mente una cosa nuova: una balena verde. È una soluzione vincente? E questo il “nuovo corso” che ha in mente Conte per M5s al Nord?
Conte e i grillini non contano più nulla a Milano e in tutto il Nord. Anche questa volta, come cinque anni fa, hanno fatto fuori la loro candidata sindaca votata dalla base alle primarie. Democrazia zero. Magari si aggrapperanno a Sala per disperazione, in cambio di un posto da assessore.
Un tuo flash su M5s dopo la tornata delle comunali.
Se il risultato sarà deludente, tutti addosso a Conte. Se invece supererà il 12-13%, tutti dietro. I grillini sono abituati a obbedire, prima a Grillo e ai Casaleggio, ora all’ex premier.
Nel rinnovo del Colle i 5 Stelle saranno determinanti. Cosa faranno?
I grillini, come quasi tutti i parlamentari tranne i Fratelli d’Italia, non vogliono andare a votare, perché la maggior parte di loro perderebbe il seggio. Quindi non eleggeranno Draghi, perché cadrebbe il suo governo e, con un nuovo presidente della Repubblica, si aprirebbe una nuova fase politica. Che necessiterebbe di nuove elezioni.
Chi, allora, al posto del candidato naturale Draghi?
Mistero.
(Federico Ferraù)
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