Lo stato di emergenza prorogato dal governo fino al 15 ottobre è ingiustificato, dice al Sussidiario Cesare Mirabelli, costituzionalista, ex presidente della Consulta. Serve una emergenza reale, non la semplice possibilità che questa si ripresenti. E i nuovi focolai? replicherebbe il presidente del Consiglio. “Basterebbero i provvedimenti del ministro della Salute” spiega Mirabelli.
Altra contraddizione: Conte ha motivato la proroga con “motivazioni tecniche”, in realtà sono politiche: infatti, come aveva preannunciato, è dovuto andare in Parlamento. E qui arriva una nuova critica: “Il Parlamento non serve per semplificare la vita al Governo conferendogli poteri eccezionali non giustificati da una necessità grave ed attuale. Tali poteri devono essere rigorosamente circoscritti e proporzionati alla necessità”. La strada maestra, dice Mirabelli, è quella del decreto legge.
Secondo il giurista “c’è il rischio della progressiva assuefazione a provvedimenti al limite della legittimità costituzionale e forse anche oltre”.
Conte ha detto che “la proroga dello stato di emergenza è una scelta obbligata basata su motivazioni tecniche”. È d’accordo?
Lo stato di emergenza ha il suo presupposto in una situazione di emergenza che lo giustifica, ma la decisione è politica. Altrimenti non ci sarebbe nemmeno bisogno di un passaggio parlamentare.
Quanto al presupposto, dal governo ci dicono che il virus è ancora in giro.
Infatti il punto di domanda è: c’è un protrarsi dell’emergenza sanitaria nel modo eccezionale che abbiamo conosciuto durante il picco della pandemia? Oppure la situazione si è modificata e può essere fronteggiata senza misure generali ed eccezionali?
Sta dicendo che la situazione potrebbe essere tale da non imporle o autorizzarle.
Le misure eccezionali sono commisurate ad una situazione eccezionale quando essa si presenta. Lo stato di emergenza non può essere uno stato permanente, protratto – per esempio – fin tanto che la pandemia è genericamente presente nel mondo. Serve una rinnovata emergenza in Italia.
Ipotizziamo che così avvenga.
Se si verificasse, al di là del rischio sempre immanente, una situazione nella quale si manifesta nuovamente l’emergenza, il Governo ha il potere di adottare un decreto legge che ristabilisce l’esistenza dello stato di emergenza e con esso tutte le misure che la situazione di emergenza richiede e consente.
A suo avviso la proroga è giustificata?
Non si può utilizzare la proroga per rimanere indefinitamente in emergenza. Questo fa dubitare della ragionevolezza del provvedimento. Ma c’è un elemento in più che depone contro la proroga.
Quale?
Il fatto che ormai, sulla base dell’esperienza fatta, sappiamo quali misure è opportuno stabilire quando la gravità del rischio è attuale e il pericolo lo richiede.
Come commenta la decisione presa dal Governo?
Vedo un elemento di rischio: il protrarsi dell’emergenza attribuisce al Governo la possibilità di esercizio di alcuni poteri e di limitazione di alcune libertà con provvedimenti di tipo amministrativo come il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm).
Lei ha detto che il governo potrebbe gestire l’emergenza con decreto legge. Dove sta la differenza?
Il decreto legge può limitare, non sopprimere o sospendere diritti fondamentali, ad esempio la libertà di circolazione e riunione. È verificato nell’esistenza dei suoi presupposti da parte del Presidente della Repubblica e richiede una decisione del Parlamento all’atto della conversione in legge.
Anche Conte ha fatto un passaggio parlamentare. Il Cdm prolunga lo stato di emergenza per volontà della maggioranza.
Ma il Parlamento non è l’organo consultivo del governo, è l’organo decidente. È stato coinvolto, mi chiedo però se in modo appropriato.
Che cosa intende?
Il Parlamento non serve per semplificare la vita al Governo conferendogli poteri eccezionali non giustificati da una necessità grave ed attuale. Tali poteri devono essere rigorosamente circoscritti e proporzionati alla necessità. Il Parlamento non si può limitare a conferire al Governo il potere di decidere se e come agire sulla base del consiglio di un gruppo di esperti, per assumere le decisioni che spettano al Parlamento.
I pareri di molti giuristi legittimano il dubbio che il governo abbia prolungato lo stato di emergenza per proteggersi politicamente. Lei che ne pensa?
Domandiamoci: i poteri conservati al Governo con la proroga sono proporzionati rispetto al fine sulla base delle circostanze attuali e non di quelle di alcuni mesi fa? Ci sono altri strumenti meno invasivi che possono perseguire quel fine? Se il fine è comprare tre milioni di banchi per le scuole, occorre lo stato di emergenza? O non è sufficiente un altro provvedimento? Se l’esigenza è contrastare nuovi focolai che dovessero manifestarsi, è necessario lo stato di emergenza? Non basterebbero i provvedimenti del ministro della Salute che la legge sanitaria consente?
La sua critica, professore?
L’estensione dei poteri attribuiti, vengano o no esercitati, in questo caso non sembra proporzionata. Questo fa sì che il provvedimento risulti irragionevole. Non accade solo in Italia.
Ravvisa nel prolungamento dello stato di emergenza così come deciso dal governo possibili difetti di costituzionalità?
È limitato nel tempo e forse può essere tollerato, ma c’è il rischio della progressiva assuefazione a provvedimenti al limite della legittimità costituzionale e forse anche oltre. Se permane la situazione attuale a ottobre il Governo disporrà una ulteriore proroga? Finché non ci sarà un vaccino o il rischio sarà zero, cosa difficile da verificarsi, ci sarà emergenza? Ci si avvia all’emergenza permanente? Questa è una vera contraddizione.
Esiste la possibilità che lo strumento eccezionale alimenti a sua volta la situazione di eccezione?
È una situazione di fatto che non so valutare. Mi chiedo però se aiuti a tornare alla normalità, con tutte le cautele che sono necessarie, o non porti invece ad un’assuefazione alla anormalità. Alcuni ne valutano i possibili effetti negativi sull’economia senza effettivi vantaggi per la salute, che potrebbe essere tutelata con altre misure.
Lo stato di emergenza prorogato al 15 ottobre rende ipotizzabile un rinvio delle elezioni regionali e del referendum?
No, perché la legge che ne ha disposto il rinvio prevede dei limiti temporali. Non si potrebbe andare oltre quei limiti temporali se non con una nuova legge approvata dal Parlamento.
(Federico Ferraù)