Tra qualche mese entrerà la Svezia, e un po’ più in là, non si sa quando ma di sicuro alla fine della guerra, anche l’Ucraina. Ma la Nato che esce dal vertice di Vilnius ha orizzonti più ampi di quelli dell’Est europeo, segnati dal conflitto scatenato dai russi. Guarda anche al Mediterraneo, a quell’Africa che per Mosca è un terreno di caccia, al Medio oriente e soprattutto alla Cina.
Messi di fronte alla politica aggressiva di Pechino in campo economico, tecnologico, di controllo della logistica e anche militare, i Paesi dell’Alleanza vedono il pericolo di un sovvertimento dell’ordine internazionale, naturalmente a tutto vantaggio degli interessi del Dragone. Secondo la Nato, spiega Giuseppe Morabito, generale con al suo attivo diverse missioni all’estero, membro fondatore dell’Igsda e del Collegio dei Direttori della Nato Defense College Foundation, la Cina sfida gli interessi dell’Alleanza: e da Vilnius arriva un monito affinché Pechino cambi rotta.
Nel documento finale del vertice di Vilnius si dice che la Federazione Russa è la minaccia più diretta agli alleati e che la Nato non riconoscerà mai le annessioni unilaterali di territorio ucraino dei russi, compresa la Crimea: una pietra tombale su qualsiasi negoziato?
Gli Stati Uniti, insieme agli Alleati, hanno confermano l’intenzione di aiutare l’Ucraina a costruire un esercito in grado di difendersi e scoraggiare anche un attacco futuro dopo la fine dell’aggressione. Tutto ciò ha lo scopo di rafforzare la deterrenza di Kiev e inviare un messaggio alla Russia, rappresentando l’Ucraina come nazione libera, indipendente, democratica e, soprattutto, sovrana. Il segnale significativo alla Russia è che il tempo non è dalla sua parte. Tutta la Nato, nonostante oltre 500 giorni di guerra, rimane dell’avviso di tornare ai confini del 2014. Sarà forse difficilissimo trovare un accordo con Mosca, ma è stata mostrata fermezza e coesione.
Il futuro dell’Ucraina è nella Nato. Ma quando Kiev potrà entrare nell’Alleanza atlantica e a quali condizioni? Sarà istituito un Consiglio Ucraina-Nato, è una novità sostanziale?
L’Alleanza ha mostrato coesione di fronte all’invasione attuata della Russia. In concreto il comunicato finale del vertice ha affermato con chiarezza che l’Ucraina non si unirà alla Nato come membro dopo questo vertice, ma ci sono passi concreti che gli Alleati hanno offerto come significativa dimostrazione di sostegno alla nazione impegnata a difendere i propri diritti democratici. La presenza del presidente ucraino in Lituania è un segno di unità. Zelensky in un tweet a fine vertice ha preso atto delle conclusioni raggiunte a Vilnius, ricordando che per Kiev è molto positivo che il costituendo Consiglio Nato-Ucraina possa davvero darle la necessaria certezza istituzionale. Così com’è importante che il Consiglio Nato-Ucraina sia uno strumento d’integrazione, non solo di partenariato. Kiev continua a chiedere efficaci misure di sicurezza sulla via verso l’Alleanza, dichiarando di avere già le garanzie da fornire nel percorso verso l’adesione alla Nato. Comunque comprende che l’Ucraina non può diventare membro mentre la guerra è in corso.
In sintesi cosa succederà?
Gli Alleati inviteranno l’Ucraina a unirsi all’Alleanza “quando le condizioni saranno soddisfatte”. Il presidente Biden ha voluto rimarcare che l’Ucraina non è pronta per entrare nella Nato: la guerra deve finire prima che l’alleanza possa prendere in considerazione l’ingresso di Kiev ai suoi ranghi. Sono già formalmente decisi nuovi aiuti militari per l’Ucraina e dopo la conclusione del vertice Biden e i leader alleati sarebbero pronti a fare un “annuncio importante” sul potenziamento delle capacità militari di Kiev.
Oltre alla guerra in Ucraina gli alleati sono preoccupati anche per l’attivismo della Russia in Africa, e ricordano le sfide, non solo in materia di sicurezza, ma anche economiche e politiche che devono affrontare Medio Oriente, Nord Africa e Sahel. C’è un rinnovato interesse della Nato per il Mediterraneo?
Le conclusioni del vertice hanno anche incluso una confermata attenzione al fianco Sud dell’Alleanza: il “Mediterraneo allargato”. Proprio l’importanza dell’approccio a 360 gradi, con l’attenzione da rivolgere al fianco Sud e in particolare all’Africa, anche per fronteggiare il fenomeno delle migrazioni, è uno dei punti principali dell’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante i lavori a Vilnius. “La coesione è l’arma più efficace”, ha ribadito il premier davanti agli Alleati. L’attenzione al “Mare Nostrum” è importante sia per la gestione delle crisi, soprattutto in Libia e Siria, sia per la tragica incontrollata immigrazione clandestina in atto. La Russia e la Wagner sono molto attivi e influenti nelle aree indicate.
L’Italia qui quale ruolo può giocare?
L’Italia deve essere sostenuta, quale primo Paese alleato sul fianco Sud, e può avere un ruolo importante nel controllo e gestione delle crisi sia diplomaticamente sia con l’impiego dello strumento militare. Ma deve agire in uno scenario coeso e condiviso come quello che si è strutturato in supporto a Kiev.
Secondo l’Alleanza “La Cina cerca di controllare i settori tecnologici e industriali chiave, le infrastrutture critiche, i materiali strategici e le catene di approvvigionamento”. Non solo, vuole sovvertire l’ordine internazionale nel settore spaziale, informatico e marittimo e sta espandendo il suo arsenale nucleare. La Nato sostiene, nonostante tutto, di essere aperta al dialogo con Pechino, ma ritiene che il Dragone sia il nemico numero uno?
Pechino ha reagito con rabbia a un comunicato della Nato che configura, con parole forti, la Cina Popolare come una grande sfida per gli interessi e la sicurezza dell’Alleanza. I leader Nato hanno affermato che la Cina ha sfidato gli interessi, la sicurezza e i valori dell’Alleanza con le sue “ambizioni dichiarate e politiche coercitive”. Per la Nato, la Cina Popolare utilizza un’ampia gamma di strumenti politici, economici e militari per aumentare la sua impronta globale e il suo potere di progetto, che rimane oscuro quanto a strategia, intenzioni, rafforzamento militare. Le operazioni ibride e informatiche dannose della Cina Popolare, la sua retorica conflittuale e la disinformazione prendono di mira gli alleati e danneggiano la sicurezza dell’Alleanza.
Preoccupano anche i rapporti Cina-Russia?
La dichiarazione della Nato afferma anche che Cina Popolare e Russia sono coinvolte in un “partenariato strategico approfondito” e che i due Paesi appaiono coinvolti in “tentativi di rafforzamento reciproco per indebolire l’ordine internazionale basato sulle regole”. I leader hanno esortato la Cina a svolgere un ruolo “costruttivo” come uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che detengono il veto. La missione cinese presso l’Unione Europea ha condannato questi commenti, accusando la Nato di distorcere la posizione di Pechino e di cercare deliberatamente di screditare il Paese. Basta ricordare quanto minacciato recentemente in merito all’aggressione alla Repubblica di Cina-Taiwan o la repressione in atto a Hong Kong per capire quanto giuste siano le preoccupazioni dei leader Nato.
La Nato sostiene l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari, anche se Usa, Gran Bretagna e Francia le posseggono come deterrenza nei confronti dei nemici. Ma oltre alla Cina e alla Russia vede un pericolo nei programmi dell’Iran e nelle provocazioni della Nord Corea. Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari tornerà a essere un tema?
Il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp) rimane un baluardo contro la diffusione delle armi nucleari. Chi era a Vilnius ha fatto capire di essere fermamente impegnato nella piena attuazione del Trattato e il blocco del consenso da parte della Russia alla decima conferenza di revisione è stato definito “irresponsabile”. Gli Alleati della Nato sostengono l’obiettivo finale di un mondo senza armi nucleari, in accordo con tutte le disposizioni del Tnp, da raggiungere in modo efficace e verificabile, promuovendo la stabilità internazionale e basandosi sul principio della sicurezza assoluta per tutti. L’Alleanza ha condannato l’annunciata intenzione della Russia di dispiegare armi nucleari e sistemi a capacità nucleare sul territorio bielorusso, il che dimostra ulteriormente come le ripetute azioni di Mosca minino la stabilità strategica e la sicurezza generale nell’area euro-atlantica. Il Trattato è un tema al centro dell’interesse. Iran e Corea del Nord con il loro agire sconsiderato fanno in modo che aumenti l’attenzione e la preoccupazione.
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