La bella gita a Bruxelles di Elly Schlein ha consolato gli ex colleghi dell’Europarlamento in vista delle prossime tornate. Per ora. La polvere del Qatargate ancora non si è posata del tutto e forse non basta la bella foto con pizza “tra amici” a rendere il clima più disteso. Racconta di un gruppo di persone tra loro ancora diffidenti con il nuovo capo, che le vede come figli di altri, di un altro periodo storico. Elly dovrà affidare al voto europeo il suo destino. Consolidare il consenso è un imperativo categorico. E vedere nelle liste elettorali nomi sfiorati dalle vicende raccontate come un fiume da un ex collega (Panzeri per alcuni di loro era un mentore) sarà difficile.
La pizza, insomma, sembrava quella di commiato alla fine del liceo, con quei compagni le cui foto trovi nei cassetti per chiederti poi “chissà che fine avranno fatto”.
Il fronte interno al Partito è anche esso in subbuglio. I territori ancora non hanno digerito che contano meno di zero per scegliere il segretario. E la narrazione “movimentista” sta scatenando i tanti vituperati caicchi locali che, in alcune zone, mirano a portare a casa un risultato evidente. Senza di noi altro che partito, a livello locale non vedete palla. Se poi si aggiunge che il programma di Elly è tutto proiettato in una logica progressista con scarsa sponda al lato cattolico, ecco che la prossima tornata di amministrative potrebbe essere una prima prova della reale tenuta del partito.
Certo non si voterà ovunque, ma il primo livello di governo, quello dei comuni, è da sempre il bacino più solido del Pd. Se Elly perdesse per numero di comuni o per voti rispetto alle precedenti, ormai affondate, gestioni, gli scricchiolii che si avvertono in giro per le sedi del Pd, con cambi di chiave repentini, spaccature tra i nuovi profeti di Elly e vecchi militanti di territorio, potrebbero diventare un boato forte. Tanto forte da arrivare fino alle prossime europee. E creare, dopo le amministrative, un nuovo percorso che veda i “non soddisfatti” andare per la propria strada, scavalcando le macerie di un voto locale insoddisfacente per congiungersi altrove.
Cosa farà Elly? Proteggerà chi ha il consenso locale e sa crearlo (dando spazio alle correnti in cui questi militano) o azzererà tutto e tutti? Per ora pare che l’ipotesi più corretta sia la moderazione suggeritagli da più parti e sia la scelta più probabile. Del resto cedere un pochino per tenere tutto assieme si può fare. Ma lei ritiene di essere forte, tanto da rifondare il Pd. In questo pare sia molto simile a Matteo, molto di più di quello che crede. Insomma ha un carattere e crede di essere nel giusto. Come uno scorpione sul dorso di una rana. Speriamo abbia imparato a nuotare, lei.
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