Anche se il risultato non sarà esaltante, questo 2023 si concluderà per l’economia italiana con una crescita, piccola, ma comunque significativa. I vari uffici studi che si sono avventurati nelle stime sul Prodotto interno lordo hanno collocato la cifra finale attorno all’1%, ma valutando tuttavia la possibilità di un pur leggero miglioramento nel 2024.



In effetti lo scenario dell’economia mondiale non appare il più adatto a fare previsioni che abbiano una qualche possibilità di non essere smentite dai fatti: tante e tali appaiono le incognite legate soprattutto ai prezzi dell’energia e agli ostacoli sul commercio internazionale.

C’è un dato di fatto, tuttavia, che non va sottovalutato guardando all’esperienza degli ultimi anni: la grande capacità del sistema Italia di affrontare non solo con resilienza, cioè con spirito e volontà di adattamento, ma anche con una significativa capacità di innovazione non solo nei prodotti, ma anche nell’organizzazione e nelle strategie aziendali.
Quello che può sorprendere è che una realtà con molti fattori positivi, suffragati dall’incontrovertibile evidenza dei numeri, sia molto spesso oggetto di una narrazione che parla costantemente di crisi, di difficoltà, di andamenti e previsioni negative. I problemi ci sono, nessuno li nega: dalla disoccupazione giovanile alle difficoltà politiche di varare incisive riforme. Ma ci sono anche molti importanti elementi che rendono ragione a chi non si ferma alle speculazioni politiche, ma sa dare il giusto rilievo ai risultati positivi che, peraltro, costituiscono altrettanti punti di forza su cui costruire le soluzioni ai problemi aperti.



È quanto emerge dal libro di Marco Fortis e Alberto Quadrio Curzio “Crescere non è impossibile” (Ed. Il Mulino, pagg. 340, € 27), un libro che raccoglie gli articoli che i due autori, rispettivamente vicepresidente e presidente del Comitato scientifico della Fondazione Edison, hanno scritto negli ultimi mesi con un’analisi insieme attenta ai dati di fatto e propositiva sui passi da compiere per ottenere risultati ancora migliori.

Come ricorda Fortis nell’introduzione, l’economia italiana è stata “molto più reattiva di quelle di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito a riprendersi dopo i lockdown” e presenta “un sistema produttivo notevolmente progredito in termini di produttività e competitività con ben 1.500 prodotti in cui è tra i primi cinque posti al mondo per migliore bilancia commerciale con l’estero”.



Un elemento fondamentale in questa dinamica, come sottolineano gli interventi di Quadrio Curzio, è stata la dimensione europea pur con i limiti di un processo unitario di strategia politica ed economica. Restano tuttavia fondamentali le misure condivise per affrontare la pandemia e successivamente il grande piano Next Generation Eu, un piano che è stato e rimane decisivo per sostenere l’economia italiana, ma che dovrebbe essere esteso il 2026. “Si tratta – sottolinea Quadrio Curzio – sia di allungare la durata del Pnrr, sia di dotare lo stesso di strumenti più forti per interventi non decentrati sui singoli Stati membri”.

Le riforme, sia sul fronte interno che su quello europeo, appaiono quindi molto importanti per rendere più solide le fondamentale della ripresa. Magari, come consigliano Fortis e Quadrio Curzio, togliendosi gli occhiali scuri con cui spesso si guarda e si racconta l’economia italiana.

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