Siamo alla “politica liquida”. Al disorientamento più completo.

Forse mai come in questo periodo storico la fragilità del sistema politico italiano (quello internazionale non è da meno) è talmente evidente da procurare instabilità culturale. Tutto appare appeso ad un esile filo; in procinto di un’evoluzione inattesa. Una sorta di quiete prima di una percepibile ma indefinibile tempesta!



E l’irrequietezza dei parlamentari, ormai provetti saltatori da un gruppo parlamentare all’altro, da un partito all’altro senza più remore di schieramento o vincoli di coerenza (più che di mandato), ne è palese rappresentazione. Tutto sembra “impazzire”, frammentarsi, sciogliersi. Niente sembra reggere l’urto del tempo; persino di un tempo minimo. L’angoscia del risultato immediato (spesso fine a se stesso) appare l’unica ancora di salvezza possibile in un vortice che avviluppa ogni aspetto del vivere.



Tutto appare – come non mai – temporaneo, precario, relativo. Persino gli storici riferimenti eticamente apprezzabili (ed in ciò non esiste distinzione di confessioni: l’islam risulta diviso come la Chiesa di Roma) segnano il passo. Le scelte si limitano all’oggi, o al più, al domani prossimo. In questo contesto rischiano di fare più rumore i silenzi delle grida.

Il silenzio ad esempio del Quirinale, che al di là dei convenevoli di rito (ultimo in ordine di tempo la visita privata a Palazzo Leopardi), si tiene ben lontano dal “ring” politico e dai suoi travagli: niente verbo sulla nascita del nuovo partito di Renzi, sul fuggifuggi grillino, sulla liquidazione di fatto dell’esperienza azzurra e niente sulla traballante navigazione dell’Esecutivo sempre più vocato – anche nelle dichiarazioni – alla “creatività tassatoria”.



Un silenzio che fa il paio con quello del “guru” 5 Stelle per giorni attivissimo nel santificare il Conte bis e benedire la nuova formula magica giallo-rossa. E adesso, zitto e mosca! Nel disorientamento (più o meno imbarazzato) un’unica certezza appare inossidabile: la legislatura è salva…

…il Governo, chissà!