Lo scenario economico sarà più chiaro in settembre/ottobre. La guerra in Ucraina è a un picco, ma c’è una tendenza a congelarla in base alle posizioni raggiunte sul terreno, motivo del picco contingente stesso. Se ciò avvenisse, il mercato ridurrebbe almeno un fattore di rischio con conseguenze espansive. 

Una parte dell’inflazione potrebbe essere ridotta dalla pressione statunitense su Arabia/Opec per aumentare la produzione di petrolio allo scopo di contenerne il prezzo. Qui lo scenario è complicato non solo da problemi politici, ma dal fatto che molti produttori hanno ridotto gli investimenti negli scorsi anni per il calo della domanda dovuto alla pandemia e ora c’è un gap tra ripresa della domanda stessa e l’offerta tecnica. C’è comunque uno spazio di riequilibrio, ma potrà essere valutato solo in autunno. 



Il fattore principale per lo scenario è il drenaggio di liquidità nel sistema euroamericano deciso dalle Banche centrali per contrastare l’inflazione, con conseguenze potenzialmente recessive. La statunitense Fed calibrerà la stretta in autunno quando ne vedrà l’impatto sulla crescita, tentando di evitare una recessione. Importanti attori economici americani prevedono un uragano depressivo nel 2023-24 con conseguenze globali. Il rischio c’è, ma è contrastabile. 



Anche la Bce calibrerà i rialzi del costo del denaro in base ai dati autunnali, dopo aver portato i tassi sopra lo zero e cancellato le iniezioni di liquidità straordinaria (che hanno pesato sulla crescita dell’inflazione), ma avrà una postura più morbida della Fed perché il rischio di recessione e di destabilizzazione dei Paesi più indebitati è più elevato nell’Eurozona. 

L’economia italiana, al momento, mostra un colore chiaroscuro. Export e turismo, con indotto, volano mentre consumi, redditi fissi e alcuni settori industriali soffrono per l’inflazione e la scarsità di alcuni materiali basici. In teoria, la capacità del Governo di ridurre il prezzo dei carburanti e di aumentare il netto in busta paga c’è: continuare il taglio delle accise e ridurre il cuneo fiscale. Ma in pratica ciò significa rinunciare a un’aliquota sostanziale di gettito compensabile o da extradeficit o da riallocazioni di risorse nel bilancio statale, la prima mossa di fatto vietata dall’Ue e la seconda difficile sul piano politico interno. 



Con acrobazie e con un fondo europeo che prima o poi arriverà, il Governo riuscirà a mitigare l’impatto inflazionistico, ma sarà la situazione globale in autunno a determinare recessione o stabilità: chi scrive è più ottimista che pessimista. 

www.carlopelanda.com 

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