In una situazione dell’economia dove pesano rischi bellici (indiretti), ambientali (gravi per l’agricoltura), epidemiologici, di inflazione e macro-finanziari (stretta monetaria e del credito) il pessimismo ha motivi reali. Ma i dati di contingenza, in particolare gli indicatori che anticipano gli andamenti dell’economia italiana nel secondo trimestre, propongono un certo ottimismo: sono migliori del previsto, il Pil atteso è positivo.
Si tratta solo di inerzia del rimbalzo post-pandemico 2021 destinato a perdere forza in relazione al montare degli effetti di attualizzazione dei rischi detti sopra oppure indica una solidità duratura? Molti settori mostrano una capacità notevole di adattamento all’aumento dei prezzi, l’export è tonico, l’erosione dei margini aziendali, mediamente, è minore di quella temuta, la disoccupazione è calante, il turismo vola grazie a flussi interni, ma anche forti quelli esterni. Questi fenomeni mediamente positivi potrebbero dipendere solo dal rimbalzo ed essere temporanei?
Da un lato, lo si potrà calcolare meglio solo a settembre/ottobre quando i prezzi dell’energia, in bilico tra forniture alternative e ricatto russo, saranno più chiari così come l’andamento della guerra cinetica in Ucraina. Cioè se ci sarà un congelamento senza negoziato o l’avvio di trattative, considerando che il sostegno militare della Nato all’Ucraina, ora più che necessario, sarà calibrato per impedire alla Russia di sfondare, ma anche per evitare che Kiev ecceda nei contro-attacchi: in cambio di tale rinuncia alla riconquista territoriale avrà un accesso facilitato all’Ue. E la Russia, in cambio di moderazione, avrà una riduzione delle sanzioni economiche come sta chiedendo nei fatti attraverso la riduzione ricattatoria delle forniture di gas?
Difficile, vista la mostruosità adottata e l’impossibilità di fidarsi di Mosca, ma la logica diplomatica, a cui si aggiunge il Vaticano molto attivo nel predisporla silenziosamente, qualche varco nel muro sanzionatorio dovrà aprirlo. D’altro lato, la reattività dell’Ue, Bce e Governo italiano, pur subottimali, sono rassicuranti e la forza del mercato non appare solo temporanea. Pertanto chi scrive tende a scommettere su una solidità sistemica duratura per l’Italia entro un ombrello europeo non certo perfetto, ma nemmeno inesistente, pur considerando il biennio critico che ha di fronte.
Se così, l’eccesso di pessimismo sarebbe ingiustificato. Infatti, il mercato finanziario, pur scosso, non sta scontando il caso peggiore e così il resto degli attori economici dovrebbe fare.
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