Le doux commerce di Montesquieu alza la testa: nel pieno di due guerre interimperialistiche – in Ucraina (l’aggressione dell’impero russo contro la nazione ucraina anglosferica) e in Medio Oriente (l’invasione terroristica sterminatrice e mediatica di Hamas contro gli ebrei dello Stato di Israele) – Biden e Xi Jinping s’incontrano nel corso di un vertice dell’Apec, ossia un’occasione strutturata per la centralizzazione capitalistica che il mainstream chiama globalizzazione.
“C’è posto per due super potenze”: questo il messaggio che un pericolante capo cinese sempre più impegnato in una guerra interna di sopravvivenza partitica vuol trasmettere al mondo per rafforzarsi contro i nemici interni e mantenere spazio di manovra con il mondo di medie potenze non anglosferico sulle quali non riesce a esercitare un ruolo di comando.
Biden vuole unire la volontà di vincere le prossime elezioni Usa dimostrando di avere ancora in mano le sorti del mondo con il pilota automatico che domina la politica Usa: il pilota robotico telecomandato impostogli dalle corporations che non vogliono dismettere ciò che hanno costruito dal 2001, quando la Cina entrò nella Wto e la leva finanziaria iniziò a far rendita e ad accompagnare le industrie Usa in concorrenza con quelle tedesche nella creazione del capitalismo terroristico cinese oggi accasciato su se stesso.
Ecco la dialettica continua tra concorrenza e centralizzazione che si dipana per le filiere delle grandi imprese capitalistiche in tutto il mondo e che deve comporsi con gli Stati-nazioni che di fatto formano i nuovi imperi dimidiati del Novecento e del secolo in cui siamo immersi.
Questo rende tutto instabile e mai simmetrico. Tutto è asimmetrico: le guerre in corso lo dimostrano… Ma anche la politica è asimmetrica perché – per effetto delle immigrazioni non europee in Europa e negli Usa – le civiltà si scontrano e si combattono… Huntington docet.
Ricordate la bimba palestinese accolta in Germania che fece commuovere il colosso ex Ddr di nome Angela Merkel? Ebbene, oggi è una sostenitrice non di Hamas – per carità -, ma, ahimè, delle azioni genocidarie di Hamas.
Ed Erdogan di questa asimmetria è il cantore: fa campagna elettorale in Germania tra gli immigrati musulmani turchi definendo terrorista Israele e patriota Hamas. E la democrazia lo protegge. Un po’ meno scontato è il fatto che lo stesso cantore antisemita faccia parte della Nato.
Ecco cosa intendo quando parlo di asimmetria franosa e frattalica di un mondo che cade. Che cade…
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