Che cosa sta accadendo nell’Ue, nel corpo vivo del neo cameralismo prussiano che è divenuto il passo di marcia di una Ue sempre più distante dai processi reali, storico-concreti di una realtà mondiale dilacerata da contraddizioni profondissime che hanno nella guerra imperiale russa contro l’Ucraina un punto di disvelamento tragico e devastante? Plasticamente e con una certa dose di orrore dilagante solo che ci si rifletta con pacatezza, la risposta ce la dà la proposta formulata dall’esecutivo comunitario in merito al price cap, ossia alla misura che dovrebbe essere posta in atto per mitigare l’aumento dei prezzi del gas che sono – a fasi alterne – governati tanto dalle quantità presenti sui mercati, quanto dalle oscillazioni della sottilissima borsa di Amsterdam.
Udite udite! La misura, secondo la proposta che trova fatica a raccogliere consensi e a essere implementata, dovrebbe entrare in vigore dal prossimo primo gennaio qualora si “verificassero situazioni di emergenza” (come se in emergenza non lo fossimo di già e con gradi di entropia sempre più forti e intensi) e dovrebbe “scattare automaticamente” (ancora una volta piloti automatici e algoritmi devastanti) ogni volta “che si verificassero due – solo due? – condizioni”. La prima è quella commisurata su una condizione temporale: se per due settimane di seguito il prezzo del gas scambiato al Ttf di Amsterdam e su cui si costruisce l’indice di riferimento per il gas trasportato dai gasdotti è superiore ai 275 euro/MWh, la misura scatterebbe. La seconda è riferita al cosiddetto “spread”, ossia la misura scatterebbe al presentarsi della differenza di prezzo oltre i 58 euro per dieci giorni consecutivi di scambio tra il gas prezzato dal Ttf e quello prezzato dal mercato del Gnl (ossia il gas trasportato liquefatto con le navi che giungono in maggior parte dagli Usa e da altri venditori in gran parte africani e medio-orientali ed euro-nordici).
Per rendere più semplici le procedure si ipotizza di assumere come indici di riferimento più “mercati” in base a cui si elaboreranno per calcolare lo “spread”: essi dovrebbero essere il Daily Spot Mediterranean Marker (Med) e il Daily Spot Northwest Europe Marker (Nwe), così da non scontentare sia i produttori del Mare del Nord che di price cap non hanno mai voluto sentire parlare, così come non vogliono sentirne parlare i produttori che si affacciano sul Mediterraneo. Insomma, si usano il righello e il pallottoliere creando un gioco di prestigio che dovrebbe nascondere le pressioni opposte e nel contempo accontentare i venditori senza danneggiare troppo i compratori. Sarebbe meglio trattare alla luce del sole tra i singoli operatori, lasciando cadere le formulette magiche della burocrazia europea: ma così si sottrarrebbe a essa l’immenso potere di cui dispone e su cui fonda la sua sopravvivenza che si rivela sempre più inutile e parassitaria.
Il mercato – per oligopolistico che sia – sarebbe meno devastante, trattandosi di rapporti diretti tra operatori, come avveniva prima dell’avvento di questa infernale macchina ormai senza scopo e senza senso se non quello di un potere castale: tutto sarebbe meglio di questa pianificazione neo- sovietica truccata dalle tecnicalità magico esoteriche che distruggono le società.
La prova di quanto affermo sta anche nel fatto, come hanno fatto notare osservatori indipendenti o poco retribuiti, che un insieme di condizioni simili a quelle ipotizzate dalle formule magiche dei corridoi comunitari non si sono mai realizzate, neppure quando la scorsa estate il prezzo del Ttf toccò il picco di 346 euro MW/h, perché non fu mai più alto per due settimane di 275 euro MW/h. Già nelle stesse formule magiche si disvela la fonte del potere illusorio comunitario: operazioni di magia con maghi e maghetti che ne sono per primi consapevoli, ma che continuano a dar vita alle loro rappresentazioni mentre la tragedia della guerra e delle conseguenze non previste delle sanzioni alla Russia – che sono di fatto sanzioni imposte a tutti i cittadini europei, russi e non russi – continuano a imperversare, come la guerra delle forze armate russe contro gli inermi cittadini ucraini.
È una vergogna che non accenna a finire.
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