Ecco che cos’è l’interdipendenza economica. Lo capiremo nel tempo della lenta ripresa post-pandemica che condurrà alla trasformazione dei sistemi di proprietà dei capitalismi nazionali più deboli e più sottoposti all’estrazione delle risorse nazionali a vantaggio di quelle dei capitalismi più potenti.

Dell’interdipendenza economica gli Stati con le loro regole e con i loro standard tecnici (che hanno via via sostituito per compulsività i dazi) sono l’involucro istituzionale. La polpa o il nocciolo sono le catene di fornitura e di produzione a doppio senso delle imprese. Il mondo è una ragnatela delicatissima di contratti che lega le merci e collega le persone. Quello che il vecchio Marx descriveva nei Manoscritti economico-filosofici del 1844 e il giovane Alfred Marshall illustrava magnificamente nei Principi di economia eccolo dipanarsi dinanzi a noi.



Se il tessuto hegeliano della realizzazione dello spirito infinito nella finitezza del lavoro oggettivato muore, proprio fisicamente muore, come accade con la peste, l’asiatica e i vari Covid, se il finito in cui tutto si realizza si spegne, ebbene tutto crolla.

E qui sorgono le catene che sono più di altre di traino. Ed ecco allora la Germania e gli Usa che si stagliano come le locomotive continentali e mondiali. Se si rompono le catene nordamericane e tedesche tutto si aggroviglia e tutto non si ingrana. Ecco dinanzi al mondo chi guida la crescita e chi assicura la ripresa, per fortuna!



Lo sforzo tedesco di ripresa avviene in un contesto istituzionale ben diverso da quello Usa, ma anche oltreoceano la necessità di unità nazionale prevale su tutto. Democratici e repubblicani divisi su tutto si unificano contro il pericolo cinese e questo limita i danni di una divisione politica a cui un altro bilanciamento fa riscontro positivo. È l’indipendenza della Banca centrale Usa che costituisce il più efficace rimedio contro la crisi, perché non solo sostiene i redditi, ma crea altresì capitale fisso e quindi sostiene e rimpiazza con nuove imprese quelle morenti.

La Germania ha una via diversa ma altrettanto efficace fondata sulla sempre perseguita unità nazionale. La Grosse Koalition ancora miracolosamente attiva salverà l’Europa se la spinta alla revisione dei paradigmi dell’austerità continuerà com’è iniziata: nell’accordo con la Francia e con l’Italia. Accordi obbligati. Dalle ragnatele sopra dette.



Certo, la Grecia ha ripreso a creare occupazione dopo la cura austera, dopo l’ondata di aiuti che hanno condotto alla diminuzione economica straniera. Lo stesso succederà all’italico capitalismo se i capitalisti nazionali non saranno in grado di imporre in Italia un uso efficace ed efficiente degli aiuti europei per creare capitale fisso e quindi crescita (invece che reddito che salva dalla marginalità ma non sradica la povertà da cui si esce solo con il lavoro e non con il consumo). Va detto il capitale greco oggi si è trasformato in capitale tedesco e cinese e questo sarà un problema nella prossima Guerra fredda.

Tuttavia credo che occuparsi di questo sia necessario: far ciò sarà ed è un lusso. Si staglia dinanzi a noi infatti la distruzione delle italiche catene e ragnatele e questo è il vero tema, la vera urgenza nazionale. Nessuno ne parla perché l’unità nazionale in Italia non è praticabile per la distruzione dei partiti storici e la reazione di quelli che Gianfranco Nappi ha definito i “partiti-persona con la rendita istituzionale” (Il Manifesto del 31 luglio 2020): essi impediscono ogni progetto e programma che non sia quello della reciproca distruzione. Ma la convergenza sui programmi sarà essenziale e deve essere raggiunta rapidamente. Questo è pensabile che non sia realizzabile in Italia per l’inconsistenza non solo di chi governa, ma di tutta la classe dominante italica.

Inizierà dunque la distruzione delle ragnatele e della catene italiche. Quelle essenziali per l’interdipendenza sovranazionale cambieranno di proprietà del capitale e così l’Italia sarà interdipendente e globalizzata in una forma classica: quella del capitalismo estrattivo. E dipendente. È arrivata l’ora della verità. Prepariamoci alla sopravvivenza.