Quello che Henry Kissinger temeva – insieme a tante persone di buon senso e alcuni ricercatori con la schiena diritta e buoni studi fondamentali – è accaduto o forse sta solo prendendo una forma .Sì, una “forma” delle relazioni internazionali: ossia di quelle relazioni che si pongono in essere tra nazioni di diverso grado di potenza e che nessuna geopolitica può sino in fondo comprendere, se non abbandonando i determinismi che purtroppo tanto nutrono questa forma di riflessione sul potere mondiale che impazza oggi dì e per cui qualsiasi sbarbatello in possesso di una carta geografica pensa di essere Metternich.
Torniamo alla forma e dispieghiamone alcuni frammenti interpretativi. Lula ha vinto le elezioni in Brasile. Pochi anni or sono un famoso interprete massmediatico dell’intelligence anglosassone – già giudice italiano e capo naturale della lotta alla corruzione internazionale – lavorò per alcuni anni come consulente del giudice Moro – poi ministro della Giustizia con Bolsonaro – che di fatto dirigeva la campagna contro il PT brasiliano e tutti i suoi dirigenti e riferimenti imprenditoriali. A iniziare dal gruppo Safra. smontato e distrutto dai processi, insieme a Petrobras e alla sua massima dirigente, che sarebbe poi divenuta Presidente del Brasile per essere sottoposta a impeachment, ossia Dilma Rousseff.
Oggi Lula è di nuovo Presidente e la Rousseff è a capo della banca dei Brics, che è il più potente strumento di penetrazione economica dei cinesi e delle potenze raccolte attorno al “gruppo di Shangai”, a iniziare dalla Russia. Queste nazioni di varia potenza, che vanno dall’Asia Centrale all’Indo-Pacifico, hanno iniziato un lenta ma costante ascesa nel potere mondiale. Aggiungiamo a questo scenario ciò che è successo e succede in Messico con il Presidente Obrador e in Argentina con un peronismo immarcescibile e dai mille volti e così possiamo unire la luna crescente indo-pacifica con l’isola minore dell’America: l’America Latina o Sud America. Essa sta tra Atlantico e Pacifico e quindi può giungere non tanto a minacciare l’Heartland dove domina la Russia aggressiva e imperialista, ma invece a prolungarne la potenza e il che è già assai inquietante.
In fondo, il patto sunnita-sciita, sponsorizzato dalla Cina per controbilanciare il Patto di Abramo anglosferico, va appunto in questa direzione: di accerchiamento dello scarico di potenza contro la Russia che la Nato anglosferica produce con intensità crescente in Europa per contrastare militarmente ed economicamente l’imperialismo razzista e misticheggiante russo.
L’Italia sta in mezzo alla faglia del conflitto che si scarica nel canale di Sicilia tra i due passaggi cruciali dell’accerchiamento possibile – Suez e Gibilterra – e i mari interni Nero e di Azov da cui principia – unitamente alla faglia che inizia in Libia e in Siria – il percorso verso l’India. Un percorso che è sempre stato decisivo nel cammino di potenza nel contesto delle relazioni internazionali. Un contesto in cui la capacità egemonica e quindi spirituale è decisiva.
Senza egemonia si cade nel dominio e quindi si concepiscono le relazioni internazionali solo come relazioni di potenza tra le nazioni – di fatto mascherate da un multilateralismo di facciata appesantito da istituzioni internazionali sempre più frammentate e prive di potere. Basta riflettere sugli ultimi anni dell’Onu a partire dalla guerra contro l’Iraq e dalle invasioni russe in Georgia e Ucraina dell’ultimo ventennio.
Bisognerebbe cioè riuscire a fare di tutto un bilancio senza isterismi e approssimazioni. Per l’Italia sarebbe essenziale. Ne va il futuro dello stesso cosiddetto Piano Mattei. Per realizzarlo c’è bisogno che le tante “afriche” siano quanto più possibile protagoniste in prima persona delle nuove relazioni internazionali che si debbono costruire, pena l’accumularsi di nuove illusioni e di nuove tragedie.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.