“Gli ultimi fuochi” (copyright Elia Kazan-Scott Fitzgerald) del 2023 hanno visto circa 11 milioni di italiani in vacanza nel weekend di Capodanno, un milione oltre il risultato dello scorso anno. In realtà, sarebbero potuti essere ancora di più, non fosse stato per Covid e influenza, che se ne sono tenuti a letto a migliaia. I dati Confcommercio-Swg indicano una spesa complessiva di oltre 3,6 miliardi di euro per la festività più gettonata anche di Natale ed Epifania, con la montagna destinazione più gettonata, scelta da quattro italiani su dieci (Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte in testa). A seguire grandi città (molto bene Roma), città d’arte e borghi per un complessivo 27%, e infine il mare con il 16%.



Subito archiviato il Capodanno, in questo moderno incalzare di usa&getta, oggi è già tempo di guardare avanti, tracciando i possibili scenari di un anno che si preannuncia turisticamente positivo, anche se ancora pieno di incertezze.

La trappola demografica. Si può, si deve iniziare con una spada di Damocle che incombe sul futuro comune. “La diminuzione del numero di potenziali genitori e la contrazione del numero medio di figli si intrecciano in una spirale progressivamente più critica che sta conducendo verso una trappola demografica, in cui la denatalità passata vincola sempre più verso il basso quella futura”. L’analisi è di Opus, il focus dell’agenzia regionale VenetoLavoro. Il quadro evidenziato è quello di una profonda alterazione della struttura demografica: sempre meno residenti e sempre più anziani: se nel 2004 si contavano in Veneto 48 persone in età non attiva (under 15 e over 65) ogni 100 in età attiva, nel 2022 il rapporto è diventato di 58 su 100. È ovvio che la denatalità progressiva e l’invecchiamento della popolazione nel medio-lungo termine sono fenomeni destinati a provocare scompensi previdenziali, carenze nel mercato del lavoro, sofferenze produttive, anche nei servizi e quindi anche nel turismo, quale indice indotto di mutamenti sociali involutivi.



Gruppetti. Scatterà dal prossimo giugno il limite per i gruppi turistici a Venezia, che dovranno contare un massimo di 25 persone (più o meno la metà dei passeggeri di un bus), guidati dagli accompagnatori senza l’utilizzo di altoparlanti. Lo ha stabilito il Comune per tentare di “migliorare la circolazione dei gruppi nel centro storico di Venezia e nelle isole di Murano, Burano e Torcello, e promuovere la mobilità pedonale”, fa sapere l’amministrazione della città della Laguna. Nello stesso senso, e nell’ottica di arginare l’overtourism, a maggio è previsto anche l’inizio dell’accesso contingentato, a numero chiuso.



Affittopoli. Gli affitti brevi sono il fenomeno boom di questi ultimi anni, esploso soprattutto nelle città d’arte, quelle a maggiore appeal turistico, e recentemente finito nel mirino delle amministrazioni, che lo vorrebbero mitigare per evitare la fuga dei residenti, la sperequazione fiscale e normativa rispetto alle strutture di ospitalità alberghiera, e la scomparsa delle attività non legate al turismo. Tra le misure adottate nella nuova Legge di bilancio, è stato inserito l’aumento della cedolare secca al 26% (non più al 21%) sulle locazioni oltre la prima unità abitativa. Ma ovunque si tentano ripari. A Barcellona ad esempio (la città spagnola forse più investita dal problema) la Generalitat, il Governo regionale catalano, ha appena varato nuove misure, come il limite a 5 anni delle licenze riservate ai pisos turísticos. Il numero di concessioni sarà anche predefinito per ciascun municipio, con l’equilibrio tra affitti turistici e abitanti (al massimo 10 unità ogni 100 residenti), e con controlli più intensificati per il rinnovo delle 95 mila licenze attuali.

Hard Tourism. Le zone di conflitto aperto o di scontri intermittenti negano varie porzioni di mondo ai flussi turistici. Esquire ha tentato una lista dei Paesi dove guerre, conflitti etnici, instabilità politica, criminalità, rivolte violente, terrorismo e disastri ambientali sconsigliano un viaggio. Vi figurano, ad esempio, Ucraina, Bielorussia, Burkina Faso, Burundi, Ciad, Guinea Bissau, Iraq, Libia, Sud Sudan, Liberia, Nigeria, Yemen, Siria e molti altri ancora. Eppure, l’esasperazione nella ricerca delle esperienze, dell’originalità nella scelta delle destinazioni, sta alimentando forme estreme di turismo, per terre oggi ovviamente sconsigliate (come l’Ucraina o Israele) o per territori pur affascinanti ma ancora incapaci di garantire sicurezza per i viaggiatori. Come l’Afghanistan (che compare nella lista di cui sopra), mitica tappa della “Pista hippie”, dall’Europa al Nepal, un vero “viaggio”, in tutti i sensi. Il regime talebano, oggi, in cerca disperata di valuta pregiata e di una qualche apertura all’esterno, sta tentando di incentivare l’ingresso di stranieri con la concessione dei visti necessari. E l’incoming è ripreso ed è segnalato anche in aumento, per turisti comunque avvisati che non sono concesse deroghe alla stretta osservanza delle norme islamiche e tribali in vigore.

La calda estate. Stando ad Andrea Giuliacci, docente di Fisica dell’Atmosfera all’Università degli Studi di Milano “l’estate 2024 potrebbe essere fra le più calde, a livello del 2022 o del 2003”. L’imputato sarebbe El Niño, che sta causando l’ondata di caldo anomalo e senza precedenti che ha colpito il Brasile, un preludio di quanto potrebbe accadere da noi, portandoci a vivere un’estate ancora più calda di quella del 2023. Un meteo che spingerà molto verso i litorali ma sempre di più per le terre alte, con la montagna quale ottimo rifugio climatico per le vacanze estive. Nelle previsioni di viaggio 2024 che emergono da un’indagine commissionata da Booking.com emerge proprio la ricerca di climi più freddi. Secondo la ricerca, il caldo afoso spinge sempre più viaggiatori a cercare climi freddi dove rinfrescarsi e rigenerarsi: il 41% degli intervistati afferma che il cambiamento climatico influenzerà il modo in cui pianifica le vacanze nel 2024, mentre oltre la metà (55%) dichiara che, a causa dell’innalzamento delle temperature vicino a casa, approfitterà delle vacanze per cercare refrigerio altrove.

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