È stato finalmente approvato dalle Commissioni attività produttive sia della Camera che del Senato il nuovo Piano strategico del turismo 2023-2027, elaborato dal Ministero e pronto quindi ad essere definitivamente adottato e valido per i prossimi cinque anni. Il piano è basato su cinque pilastri volti a promuovere la competitività del settore e attestare l’Italia come player internazionale di riferimento: governance (definizione di un modello condiviso di governance e monitoraggio tra le Regioni e lo Stato, attraverso l’intervento del Ministero, rendendo coeso e unitario il settore); innovazione (digitalizzazione dei servizi sia interni che esterni per rafforzare un turismo digitale, consentendo di mettere a “sistema” il variegato mondo del turismo, per offrire servizi innovativi e sicuri al turista); qualità e inclusione (accrescimento della qualità e quantità dei servizi offerti, realizzazione di campagne di promozione dell’intera filiera turistica italiana, che puntino sul brand Italia, revisione degli standard di qualità e inclusione delle strutture ricettive e del sistema di classificazione “Italy Stars & Rating” con assegnazione delle convenzionali “stelle”, istituzione di una certificazione rilasciata dal ministero del Turismo, in modo da consentire una maggiore omogeneità dell’hospitality industry soprattutto a livello internazionale); formazione e carriere professionali turistiche (riqualificazione e formazione del capitale umano impegnato nel settore turistico, aumento delle competenze); sostenibilità (ampliamento della domanda servita, intercettando sia nuovi segmenti interessati a una più autentica e sostenibile modalità di fruizione delle destinazioni, sia turisti alla ricerca di esclusività, declinata in molteplici formule turistiche).
Il ruolo di Enit
Enit dovrà assumere un ruolo strategico di braccio operativo delle politiche in ambito turistico, in termini di programmazione e indici di performance. Il Consiglio dei ministri ha autorizzato la costituzione di Enit Spa con un capitale sociale iniziale di 10 milioni di euro (le azioni sono attribuite al ministero dell’Economia e delle Finanze). Enit si è posta l’obiettivo di diventare entro il 2030 una piattaforma di competenze, informazioni e strumenti: la mission è sostenere la competitività turistica dell’Italia, intervenendo sull’accessibilità e attrattività del marchio Italia.
I comparti strategici
Nel Piano sono stati poi individuati otto comparti di rilevanza strategica per il turismo nazionale, ciascuno di essi destinatario di specifiche azioni. Turismo organizzato, considerato sia nella componente incoming che outgoing, analizza i principali attori del comparto, tour operator e agenzie di viaggio che operano nel mercato leisure e business, ma affronta anche il tema del business travel e dei nomadi digitali; Fiere e MICE, un comparto chiave per lo sviluppo turistico, con ricadute positive sul territorio dai molteplici punti di vista; accessibilità e mobilità turistica, che affronta il tema del trasporto, valutandone l’impatto ambientale sul territorio; wellness tourism, un segmento importante del turismo globale e nazionale, in cui oltre all’offerta termale e SPA, si prendono in considerazione anche il turismo sportivo e il cicloturismo; strutture ricettive, all’interno del quale si analizzano i sistemi di offerta legati alle diverse forme di hospitality, dalle strutture alberghiere a quelle extra alberghiere, al turismo open air e agli agriturismi; turismo leisure, una gamma eterogenea di attività, ambiti e modelli di fruizione e offerta, dal turismo montano a quello del mare e nautico, al mondo dell’entertainment e dei parchi tematici, fino allo slow tourism (cammini, treni storici, ecc.); turismo di alta gamma, che fa riferimento ad un più moderno concetto di lusso da rintracciare nella logistica integrata e organizzazione del comparto, nell’ospitalità di alto livello e iconica, in risposta al crescente interesse per strutture con elevati standard di qualità e servizio; turismo culturale, emblema dell’attrattività turistica del nostro Paese, uno dei principali fattori trainanti del turismo italiano, soprattutto per gli stranieri.
La ripresa
Dal punto di vista della competitività internazionale, secondo i dati del World economic forum (Wef) 2021 l’Italia si posiziona al 10° posto nel ranking mondiale sulla competitività turistica, mentre ricopre la prima posizione in quanto a risorse culturali. Mostra altresì segnali di bassa competitività in numerose altre aree, specie in quelle che dipendono direttamente dalle politiche per il settore. Gli indicatori del Wef evidenziano per l’Italia anche persistenti carenze nell’efficacia delle politiche di marketing di incidere sull’attrattività del Paese per i turisti stranieri. Questo aspetto rappresenta uno dei punti di maggiore debolezza del sistema turistico nazionale, sul quale pesano il sovrapporsi di competenze di più livelli di governo, il breve orizzonte di programmazione e la mancanza di un assetto istituzionale stabile che hanno caratterizzato le politiche per il turismo in Italia negli ultimi due decenni.
Gli obiettivi
Principali politiche riguardanti il comparto culturale sono riconducibili alle seguenti azioni strategiche generali: rafforzare le grandi destinazioni culturali attraverso la promozione di forme di turismo sostenibile anche mediante la promozione di proposte di soggiorno più duraturo in cui siano previste attività di esplorazione esperienziale del patrimonio culturale e itinerari articolati verso aree meno note e conosciute; promuovere il turismo tutto l’anno (garantire un’offerta destagionalizzata segmentando l’offerta per interessi specifici quali enoturismo, turismo delle radici, turismo di formazione, turismo sociale, e intercettarla attraverso la creazione di eventi, mostre, ecc. tematizzati limitati nel tempo); rendere attrattive e competitive le realtà culturali “minori” attraverso la realizzazione di reti o network tematici sovraregionali capaci di valorizzare le eccellenze locali.
Turismo religioso e dei cammini
Il turismo religioso gode dell’indubbio vantaggio del forte legame che si crea tra luoghi di culto e fedeli. Le mete religiose non possono approfittare di questo vantaggio se offrono servizi dequalificati e a basso valore aggiunto. La sfida principale delle policy di segmento è quella di accompagnare la qualificazione dell’offerta (ospitalità e ristorazione in particolare) puntando sulla sostenibilità ambientale e sulla digitalizzazione e mantenendo, al contempo, un livello dei prezzi accessibile al vasto segmento dei fedeli.
Turismo delle radici
Il turismo delle radici è stato oggetto di attenzione anche da parte del Pnrr, una parte del quale è dedicato a politiche per il turismo. Il progetto, che si trova all’interno dei programmi rivolti alla collettività italiana all’estero, vuole stimolare l’occupazione giovanile, sostenendo la formazione di nuove figure professionali specializzate e sviluppando forme di aggregazione tra nuovi occupati e persone con esperienza nel settore del turismo.
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