“Se quest’anno abbiamo motivo di festeggiare lo dobbiamo, prima di tutto, alla volontà ed al coraggio degli operatori. Hanno lottato prima contro la pandemia ed oggi contro l’aumento dei costi. Sono stati e sono eroici. Con loro stiamo costruendo un nuovo modello di sviluppo turistico: sostenibile, accessibile, in linea con la domanda mondiale”. Lo ha dichiarato il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia, martedì scorso, in occasione della Giornata mondiale del turismo. Sostenibile, ha detto, ma gli operatori continuano a ribadire che sarebbe bene fosse anche “sostenuto”, viste le continue difficoltà che il settore che garantisce il 13% del Pil si ritrova a dover affrontare.
“I costi che le imprese del turismo hanno dovuto sostenere in questi mesi – ha detto Marina Lalli, presidente Federturismo, sempre martedì, all’assemblea generale della rappresentanza – stanno portando i bilanci in perdita e le prospettive per il prossimo periodo sono tutt’altro che rosee: le spese per tenere aperte le strutture sono superiori ai margini operativi e quindi la soluzione per molti operatori sarà quella di chiudere in anticipo. La conseguenza è che nonostante il turismo venga riconosciuto come la forza trainante dell’industria del nostro Paese e nonostante si sia assistito al ritorno in grande spolvero dei turisti stranieri con una spesa che nel secondo trimestre si è quasi quadruplicata, la ripresa del comparto rischia comunque di essere soffocata dalla crescita inarrestabile dei costi energetici, dalla crisi economica e dall’inflazione”.
“La situazione – ha aggiunto Lalli – richiede un’assunzione di responsabilità da parte di tutti: ora spetta al Governo spendere bene i soldi del Pnrr per non sprecare un’occasione così propizia e fare presto per raggiungere i maggiori obiettivi possibili, raddoppiando le risorse dedicate al turismo. Al nuovo esecutivo chiediamo innanzitutto di risolvere con urgenza il problema dei costi energetici per evitare che tante strutture siano costrette a chiudere i battenti, ma un altro aspetto importante da affrontare nell’immediato è rivedere la tassazione sul lavoro nel settore turistico che è troppo alta e per tante imprese divenuta insostenibile”.
Per il nuovo esecutivo c’è da aspettare ancora varie, difficili settimane. Quello “past”, ancora in carica, nel frattempo ha organizzato per il 28 e il 29 ottobre a Chianciano la prima conferenza nazionale programmatica nazionale, ovvero gli stati generali del turismo (che già alcuni territori stanno svolgendo a livello regionale). L’evento, voluto dal ministro Garavaglia e coordinato dal suo Ministero, vedrà la partecipazione di tutti i più importanti stakeholder nazionali e internazionali oltre che rappresentanti del mondo scientifico e accademico. La conferenza porterà all’elaborazione del piano strategico del turismo 2023-2027, atteso dagli operatori dopo le restrizioni causate dal Covid, che contemplerà le governance territoriali, la formazione professionale, lo sviluppo occupazionale, i nuovi trend di gradimento quali l’outdoor, lo slow tourism, il turismo accessibile e il turismo enogastronomico. Ovviamente, il piano strategico da qui al 2027 dovrà essere ultimato e certificato da chi prenderà il testimone da Garavaglia, sempre che lo stesso ministero resti autonomo e non accorpato ad altri, come accadeva pre-Draghi.
Prima di Chianciano, però, arriva Rimini (dal 12 al 14) con The Italian Marketplace for Travel&Hospitality di Italian Exhibition Group, unico evento che riunisce le community dei tre più importanti eventi di settore: TTG Travel Experience, SIA Hospitality Design e SUN Beach&Outdoor Style: è l’appuntamento per favorire il business e le opportunità di networking tra chi realizza il prodotto e chi lo distribuisce in Italia e all’estero.
Per il turismo, insomma, sarà dunque un ottobre di bilanci e prospettive, nella speranza che le buone performances estive dei primi non confondano in un ottimistico abbrivio le seconde, invece assolutamente incerte, in bilico sul filo dei conti economici e delle marginalità, erose dal caro-energia e dall’inflazione galoppante. Il prossimo, fondamentale step sarà la stagione invernale 2022/23: quante saranno le strutture e gli impianti di risalita che, bollette alla mano, decideranno che la chiusura è meno onerosa di una rischiosissima apertura?
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