Mentre la Russia tira fuori le sue armi migliori per dare sempre più spessore all’offensiva nel Donbass, come i potenti carri armati soprannominati Terminator, si fanno più concrete le possibilità di trattative per porre fine alla guerra. Dal punto di vista militare il nuovo obiettivo è la città di Severodonetsk, nel cuore del Donbass, sottoposta a bombardamenti massicci, già definita “la nuova Mariupol”. Esponenti del governo russo invece dicono di star esaminando in mondo favorevole il piano di pace proposto dall’Italia settimana scorsa.



Come ci ha spiegato il generale Giuseppe Morabitodiverse missioni all’estero, membro fondatore dell’Igsda e del Collegio dei direttori della Nato Defense College Foundation, “quello che appare evidente è un maggior attivismo internazionale per indurre la Russia a trattare e a cessare il fuoco. Lo dimostra la telefonata del capo di stato maggiore americano al suo collega russo e anche il piano del nostro governo, che a quanto pare sta suscitando interesse. Il che significa che a questo punto il Cremlino non ha più bisogno di trattare direttamente con Zelensky, ma lo può fare in modo fruttuoso mediante terze parti”.



L’offensiva russa nel Donbass si sta concentrando sulla città di Severodonetsk, nel cuore della regione. L’esercito russo ha messo sul campo i micidiali carri armati di ultima generazione BMP-T, soprannominati Terminator. Siamo davanti a un momento chiave del conflitto?

Aver messo in campo questi mezzi di combattimento di ultima generazione, per la prima volta, è un indicatore della volontà di chiudere quanto più velocemente il conflitto. Se si usano i mezzi ritenuti maggiormente all’avanguardia vuol dire che si sta facendo uno sforzo importante soprattutto per anticipare l’arrivo degli aiuti (armi e relative munizioni) che dovrebbero giungere dall’Occidente.



Che caratteristiche ha questo carro armato? 

La Russia ha sviluppato il Terminator dopo aver visto la necessità di fornire una protezione specifica ai carri armati da combattimento usati durante le esperienze negli scontri in area urbana in Afghanistan e Cecenia. I BMP-T sono tank ideati per fornire fuoco di supporto alle unità corazzate impegnate in battaglia. Possono svolgere un’ampia gamma di compiti quali la distruzione di posizioni semiprotette, ma possono ingaggiare favorevolmente anche il combattimento con mezzi similari. Sono anche in grado di operare da mezzo di difesa antiaereo e antidrone.

Non si era detto fino a ieri che la Russia aveva già usato le sue forze migliori e che soprattutto il suo esercito dispone di mezzi e armi ormai superate?

Sono state dette tante corbellerie a proposito di questa guerra. Non sappiamo quanti di questi mezzi siano stati schierati, ma dai rapporti dell’intelligence inglese parrebbe siano schierati sull’asse di attacco verso Severodonetsk, ultima roccaforte ucraina nel Lugansk.

L’Ucraina ha reagito malamente a quanto scritto dal New York Times, secondo il quale la prospettiva di una riconquista ucraina di tutti i territori occupati non è realistica: “dovranno essere fatte dolorose concessioni”. È così?

Toglierei la parola dolorose, perché in guerra anche rinunciare a un singolo villaggio di 5mila persone è “molto doloroso”. L’Ucraina dovrà sicuramente e tristemente fare delle concessioni, lo abbiamo sempre detto. Poiché la Nato non può intervenire sul terreno, che l’esercito ucraino riuscisse a prendere il sopravvento con una controffensiva io personalmente non l’ho mai ritenuto possibile. Non c’è cambio e rotazione di personale militare da parte ucraina, i centri ferroviari su cui trasportare gli aiuti militari più pesanti sono stati distrutti. Con la Russia che ruota le sue forze e usa le tecnologie migliori, il quadro che si prospetterebbe, purtroppo, è quello di dover cedere, almeno in parte, alle richieste russe. Vorrei tanto sbagliare…

Lo stesso Zelensky ha detto che la guerra può terminare solo con mezzi diplomatici. Quali, in particolare?

La Russia ha fatto sapere che sta prendendo in considerazione alcuni piani diplomatici tra cui quello italiano. Questo vuol dire che potrebbe avere intenzione di raggiungere l’obbiettivo minimo, che potrebbe essere il Donbass o la chiusura delle coste, e poi mettersi a trattare. Abbiamo visto che settimana scorsa il capo di stato maggiore della Difesa americana ha parlato al telefono con il suo collega russo, dopo di che si è sbloccata definitivamente la situazione dell’acciaieria Azovstal. I contatti “coperti” – non pubblici – continuano, sono in atto, ci sono passaggi importanti. Ma soprattutto per i russi qualsiasi cosa dichiari Zelensky non ha rilevanza perché si sono quasi certamente avviati contatti a livello internazionale con terze parti a cui è affidata la mediazione con il governo di Kiev.

È sempre aperto poi il fronte del Mar Nero. Secondo la stampa turca nel porto di Odessa ci sarebbero 21 navi turche cariche di grano a cui Kiev non permette di uscire, con l’intenzione di usarle come scudi in caso di bombardamento russo, cosa che potrebbe suscitare la reazione di Erdogan. Cosa ne pensa?

La stampa turca è completamente inaffidabile, non sono liberi di dire quello che pensano, sono controllati dal governo dittatoriale di Erdogan e se i giornalisti non si allineano sanno che il carcere è certo. Il porto di Odessa è stato minato dagli ucraini sin dall’inizio del conflitto, quindi se i turchi fanno trapelare questa notizia è solo propaganda. Le navi cariche di cereali sono di grande importanza economica in questo momento della guerra, è palese l’interesse turco di vendere il carico. Erdogan non fa nulla senza un suo tornaconto, purtroppo sfrutta ancora una volta una tragica situazione umanitaria per avere un vantaggio. È ormai un atteggiamento noto, come la minaccia di non dare il consenso all’ingresso nella Nato della Finlandia se non si concede l’estradizione verso la Turchia di membri dell’opposizione curda residenti nel Paese.

(Paolo Vites) 

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