Si era diffusa nelle ultime ore sui media la notizia di una enigmatica “conferenza di pace” a Parigi prevista per il 13 dicembre. Ci si è chiesto organizzata da chi e con la presenza di chi: Biden, Putin e Zelensky? In realtà è stato quello che si definisce un “misunderstanding”. Al termine dell’incontro bilaterale tra Joe Biden e Emmanuel Macron è stata diffusa una nota in cui si menziona un incontro da tenersi effettivamente a Parigi il 13 dicembre, ma era un incontro previsto almeno da un mese con nessun altro scopo che ribadire il sostegno a Kiev.
Tolta questa fallace speranza, i movimenti diplomatici non si fermano. Ha detto infatti Biden nell’ambito dello stesso incontro: “Sono pronto a parlare con Putin se mostra segnali di volere cessare la guerra, ma finora non lo ha fatto”. Ha risposto immediatamente il Cremlino: “La diplomazia è il canale da noi preferito per risolvere il conflitto, ma prima gli Stati Uniti devono riconoscere come territorio della Federazione Russa le regioni dell’Ucraina recentemente annesse”. Un aut-aut insomma che non lascia alcuno spiraglio. “In realtà” ci ha detto in questa intervista Vincenzo Giallongo, colonnello dei Carabinieri, esperto di sicurezza, numerose missioni estere, in Iraq durante la missione Antica Babilonia “questa dichiarazione sembra più il bluff di un astuto giocatore di poker. Putin sa di non aver raggiunto gli obbiettivi che si era prefisso: sta perdendo la guerra sul territorio e quindi cerca di alzare la posta perché, una volta sedutosi al tavolo, cosa ormai inevitabile, deve avere un obiettivo per portare a casa qualcosa che non faccia infuriare, dopo tanti morti, il suo popolo”.
Biden ha lanciato una palla in campo russo, Putin ha risposto rimandandogliela indietro. Era prevedibile, ma se questo muro fra i due contendenti non si apre, in che modo si può arrivare a una vera trattativa di pace?
Putin sta facendo una prova di forza come fa un giocatore di poker che tenta il bluff. È convinto di vincere la guerra, sta rafforzando l’esercito con i riservisti richiamati al fronte, sta attaccando nel Donbass, ritiene peraltro giustamente che una vittoria di Davide contro Golia c’è stata una volta sola e non si ripeterà mai più. In realtà lui questa guerra l’ha persa.
Perché?
L’ha persa sotto numerosi aspetti. Ha fatto avvicinare i Paesi del nord Europa alla Nato; ha mostrato al mondo che il suo esercito convenzionale ha grosse lacune; le sanzioni che fanno male anche a noi fanno più male a lui. La diplomazia occidentale ha lavorato molto bene con la Cina, che ha sostanzialmente smesso ogni sostegno a Mosca, anche per tutti i gravi problemi interni che ha Pechino. Deve quindi portare a casa un risultato indispensabile, diversamente potrebbe anche essere sostituito.
Ma deve avere qualcosa da giocare al tavolo delle trattative, è così?
Assolutamente sì. Senza alcun tipo di garanzia nei confronti del suo Paese sarebbe come dire: non abbiamo vinto, vediamo cosa riesco a ottenere. Chi lo spiega all’opinione pubblica dopo i tanti sacrifici e i tanti morti russi?
E Biden cosa mette sul tavolo?
Biden è contento, perché obiettivamente ha fatto una guerra contro la Russia per interposta persona e la sta vincendo.
Questo conferma che Zelensky è solo una marionetta nelle mani americane?
L’America ha dato armi non del tutto moderne, non ha dato ad esempio i missili Patriot, anche se probabilmente prima o poi dovrà fornirli, con il rischio che questo comporta. Hanno utilizzato la manovalanza ucraina rifornendola di armi sufficienti per contrastare la Russia indebolendola. Bisogna vedere quanto vorranno andare avanti in questo gioco.
Macron ha annunciato una telefonata con Putin nei prossimi giorni. Parla del raggiungimento di una “pace sostenibile”. Cosa significa questo termine? Una guerra infinita a bassa intensità? Un conflitto congelato?
Qualcosa di simile. Macron è sempre stato il meno filoamericano di tutti, cerca di acquistare visibilità internazionale visto i gravi problemi che ha a casa. Diciamo però la verità: in tutto questo l’Europa è il fanalino di coda.
Lo ha detto anche il primo ministro finlandese: “L’Europa ha fallito, senza l’America saremmo finiti tutti”. Esagera?
No. L’Europa non è altro che una serie di Stati che stanno insieme meramente per interessi economici. Una unione vera significa un esercito in comune, una finanza comune, una politica estera comune, tute cose che l’Europa non ha. Se si facesse davvero non avremmo nulla da invidiare ad americani, russi e cinesi. Ma non la vogliamo fare perché ogni Paese dovrebbe fare un passo indietro. È una grande bellissima utopia.
Lo dimostra il comportamento del presidente ungherese che ha ribadito il suo no ad aiuti economici all’Ucraina.
Orbán vuole stare in Europa per quello che gli conviene, ma avere piena autonomia di gestione del suo Paese. Succederebbe la stessa cosa se in Francia vincesse la Le Pen. In Italia non può succedere perché noi tradizionalmente siamo filoamericani, continuiamo in questa tradizione, i nostri partiti sono diversi dai partiti populisti francesi e ungheresi e anche polacchi.
Tornando all’Ucraina e alle trattative, che cosa potrebbe succedere?
I giocatori in questa partita sono tre: Biden, Zelensky e Putin. Questi mesi invernali sono fondamentali. Mosca continuerà a bombardare cercando di portare l’Ucraina al collasso. L’America continuerà a mandare soldi e armi più potenti nel caso i russi non tornassero a miti consigli. Come detto, in questo momento chi sta vincendo sono gli americani perché stanno indebolendo la Russia. Ritengo che entro due mesi la situazione si evolverà da una parte o dall’altra, dipenderà dal buon senso dei personaggi coinvolti.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI