Il presunto colpo di Stato di Prigozhin è acqua passata, ma ora i russi vogliono capire quali sono state le complicità nella “marcia della giustizia” voluta dall’ex capo della Wagner. L’arresto del generale Surovikin, peraltro smentito dalla figlia, sarebbe da collocare in questo contesto. D’altra parte proprio lui, ex comandante dell’operazione speciale in Ucraina, era l’alto ufficiale con il quale lo stesso Prigozhin aveva i rapporti migliori nell’esercito russo. Mentre si attende di sapere chi subirà le conseguenze dell’appoggio, dato o solo promesso in qualche modo al golpe, ci si interroga anche sulla solidità del potere di Putin, uscito rafforzato da una vicenda che però ha anche mostrato una falla nel sistema che fa capo a lui.
Resta poi da capire, spiega Vincenzo Giallongo, colonnello dei carabinieri in congedo che ha partecipato a numerose missioni estere in Albania, Iraq, Kuwait e Kosovo, cosa faranno i soldati della Wagner. Il 70 per cento di loro potrebbe tornare a combattere con l’esercito russo. Mentre si definisce la situazione, però, Mosca potrebbe avere qualche problema operativo al fronte. Per questo gli ucraini potrebbero aumentare lo sforzo bellico per sfruttare il momento. Finora la Russia ha difeso bene le sue posizioni, anche grazie alle mine, disseminate nei territori che potrebbero essere oggetto di attacco. Un ostacolo non da poco per i carri ucraini, che rischiano di essere quantomeno danneggiati, rallentando l’eventuale avanzata.
Colonnello, Surovikin sta pagando le conseguenze dell’appoggio dato a Prigozhin?
Che Prigozhin sia uno che bluffa ci sta, che sia pazzo del tutto no. Altrimenti non sarebbe riuscito a diventare, da semplice cuoco, comandante di una compagnia militare privata come la Wagner. Ha dato il via alla marcia su Mosca perché si sentiva spalleggiato da qualcuno. Doveva avere appoggi nelle forze armate, sapere che qualche ufficiale gli avrebbe dato una mano, o almeno aveva ricevuto promesse in tal senso. Sta emergendo che questo appoggio ce l’aveva, e Surovikin, come comandante dell’aviazione, avrebbe potuto dargli una mano solidissima. Quando si è accorto, lungo la strada, che questi appoggi venivano a mancare, da parte di questo generale e di qualcun altro, Prigozhin si è dovuto fermare.
D’altra parte i rapporti di Surovikin con la Wagner erano buoni fin dall’inizio, era una delle persone di cui i miliziani si fidavano nell’esercito russo. Un particolare che conferma la tesi del possibile “appoggio esterno” al golpe?
Sì, ma non è detto che non ci fossero anche altri dalla sua parte. Ci possono essere amicizie strette che si tengono segrete perché serviranno in futuro. Certe cose possono anche essere state concordate molto prima. Prigozhin avrà avuto degli appoggi che poi gli sono mancati strada facendo, perché sostituire Putin va bene, ma bisogna farlo con una persona affidabile, adeguata. E sicuramente l’ormai ex capo della Wagner non lo è. È un egocentrico, malato di protagonismo, non credo che l’intellighenzia russa o quanto meno gli oligarchi potessero pensare di metterlo al posto di Putin.
Alla fine, però, Prigozhin, che si è scagliato a più riprese contro il ministro della Difesa Shoigu e il capo di Stato maggiore Gerasimov, ha finito per rafforzare i suoi nemici giurati? Rimarranno entrambi al loro posto?
Shoigu resterà dov’è, perché è troppo legato a Putin fin dall’inizio, da quando muoveva i suoi primi passi in politica. Potrebbe essere sostituito, invece, Gerasimov. Non immediatamente, ma Putin potrebbe farlo.
Surovikin comunque pagherebbe il fatto di aver garantito un qualche appoggio a Prigozhin?
Sì, anche se non ha tradito direttamente, avrebbe almeno avuto il pensiero di farlo. Putin non può più fidarsi di lui.
Come vede ora la situazione ai vertici russi: oltre a Gerasimov può cadere qualcun altro? Cosa può cambiare?
Putin ha dimostrato di essere ancora credibile, ma solo perché non si sostituisce una persona non affidabile con qualcuno che lo è ancora meno di lui. Ha questa oligarchia che lo tiene in piedi, ma qui ha dimostrato di non essere insostituibile. Lui non ne esce male, ma esce male la governance russa, che si è rivelata vulnerabile. Sul breve tempo Putin ha dimostrato di essere forte, di avere il controllo della situazione, sul lungo periodo c’è qualche incognita. Non dimentichiamo che Lukashenko gli ha dato una grossa mano. Senza di lui, amico di vecchia data, Prigozhin si sarebbe trovato con il cerino in mano, senza vie di uscita, e sarebbe stato costretto ad andare avanti. È andata bene anche a Putin perché non si è trovato Prigozhin sotto casa, per quanto alla fine, senza veri appoggi, il golpe sarebbe stato fermato. Nonostante fossero impegnati chi dice 10mila chi dice 20mila uomini della Wagner.
Dalla Duma, il parlamento russo, arrivano dichiarazioni secondo le quali ormai la Wagner non verrà più utilizzata al fronte. Che fine farà? Mancando, almeno per il momento, in attesa di chiarire la situazione, diverse migliaia di uomini i russi potrebbero avere qualche problema operativo in battaglia?
Coloro che non giureranno fedeltà alla Russia e all’esercito avranno una sorta di lasciapassare per andare in Bielorussia. Tutti gli ex Wagner si troveranno di fronte a questa scelta: entrare nell’esercito russo o lasciarlo. Secondo me faranno loro promesse enormi per riuscire a farli arruolare, anche perché la Wagner è presente in diverse parti del mondo e sostiene gli interessi russi.
Ma sul fronte ucraino non si potrebbe creare qualche problema se vengono a mancare i soldati Wagner?
Potrebbe comportare qualche problema operativo nei prossimi giorni. Mi aspetto, se possono, un forte contrattacco ucraino, perché devono approfittare della situazione, del possibile venir meno di 20mila uomini che sono usciti dall’Ucraina per tentare di marciare su Mosca. Tempo un mese i militari mancanti verranno sostituiti e allora non si potrà più sfruttare queste circostanze favorevoli.
I russi, fino a questo momento, si stanno difendendo bene dal contrattacco?
Mentre aspettavano che gli ucraini prendessero l’iniziativa, hanno minato zone enormi. C’è il rischio di entrarci e anche solo danneggiare i cingolati. Prima di ripararli passa del tempo prezioso. Gli ucraini, però, devono attaccare subito, rischiando, devono batterli sul tempo.
La controffensiva in generale come sta andando?
C’è, sta andando avanti, piuttosto lentamente ma c’è. Ci sono piccoli centri che sono stati riconquistati ed erano stati persi nel 2014. È ancora presto per dare una valutazione: si potrà sapere non prima di agosto. Resta il problema del prezzo che è stato pagato per queste conquiste: sul numero dei morti si sa poco, sulle perdite dei mezzi ancora di meno. Kiev, però, deve agire in fretta, anche perché penso che alla fine molto meno della metà degli ex Wagner andrà nell’esercito. Sono soldati, quello sanno fare, il 70 per cento rimarrà.
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